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Benevento, 08-10-2021 22:34 ____
Commemorata la figura di don Emilio Matarazzo che incarnava il criterio di giustizia, quella che raramente aveva trovato lungo il suo percorso
L'iniziativa voluta dal Conservatorio di Musica "Nicola Sala" e' stata presentata dal presidente Antonio Verga che ha annunciato: A gennaio ospiteremo Riccardo Muti. L'arcivescovo Accrocca: Peccato non aver conosciuto questo splendido sacerdote
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Al Centro "La Pace", così come previsto dal programma del "Festival d'Autunno" del Conservatorio Statale di Musica "Nicola Sala", si è svolta una prima giornata a ricordo e commemorazione di deceduti o di viventi che in qualche modo hanno onorato con la loro azione la nostra città.
Stasera è toccato a don Emilio Matarazzo, fondatore del Centro a cui è stata dedicata una Messa nella nuova chiesa "Mater Ecclesiae" e poi nell'Auditorium una serata in sua memoria che è consistita in una breve discussione sul tema: "Solidarietà, giustizia e il coraggio della pace" a cura di Nico De Vincentiis, giornalista e scrittore e di Amerigo Ciervo, presidente provinciale dell'Anpi e poi in un concerto di chitarre diretto da Mario Fragnito.
Ad aprire la serata, è stato l'intervento del presidente del Conservatorio, Antonio Verga, il quale ha voluto innanzitutto anticipare all'arcivescovo, monsignor Felice Accrocca, che per il prossimo 27 novembre sarà pronto il volume sui Codici Musicali.
Poi il presidente ha spiegato che questa commemorazione rientra tra quelle previste dal programma del "Festival d'Autunno" voluto dal Conservatorio e che riguarderanno oltre a don Emilio Matarazzo anche Antonio Pietrantonio, il 6 novembre, il 20 novembre Nicola Sala nei 40 anni dalla fondazione del Conservatorio di Benevento e poi il 21 novembre ci sarà la giornata dedicata alla memoria di Giovanni Fuccio, già presidente dell'Assostampa Sannita ed editore.
Chiuderemo poi queste celebrazioni, ha proseguitio Verga, con i compleanni dei grandi musicisti che sono caduti in questo anno.
A gennaio, ha detto Verga, con ogni probabilità il Conservatorio avrà l'onore di ospitare il maestro Riccardo Muti.
La ripresa dell'attività in presenza ci sarà a partire da domenica prossima, 10 ottobre, quando il palco del Teatro di "San Vittorino" sarà occupato dall'Orchestra d'Archi del Conservatorio che dopo oltre un anno e mezzo di inattività, tornerà ad esibirsi.
A questo punto la parola è passata ai due ralatori.
A prendere per primo il microfono è stato Amerigo Ciervo che ha sottolineato come oggi sia il tempo di resistere a tante cose ed anche il tema del convegno, sulla giustizia e la pace, va in questa direzione.
Ciervo ha ricordato di essere stato alunno di don Emilio Matarazzo.
Noi, ha detto ancora, siamo le scelte che facciamo.
Sono qui per onorare una persona che ho incontrato in giovinezza e che molto ha contato nella mia formazione.
Solidarietà, giustizia e coraggio della pace, ha ricordato Ciervo il tema della relazione, ma io alla parola solidarietà metterei fraternità che è un termine più pieno.
Occorre, infatti, ritrovare questa fraternità perché l'abbiamo perduta.
La scuola, il tempo della liberazione possibile.
Siamo le scelte che facciamo e siamo le persone che incontriamo, ha concluso l'ex docente del Liceo "Giannone".
Nico De Vincentiis ha voluto ricordare come nella sua attività di parroco don Emilio Matarazzo abbia fedelmente incarnato il criterio di giustizia.
Lui era parroco a Pontelandolfo dove i 4/5 della popolazione erano delle campagne e che quindi non aveva nemmeno la stesso funerale attribuito a quelli di paese.
Anche le croci apposte sulle tombe erano diverse: d'argento e di legno.
L'ingiustizia, ha proseguito De Vincentiis, o si combatte o si è ingiusti e don Emilio la combatteva.
Se persistono nella società queste ingiustizie vuol dire che non siamo stati in grado di renderla insopportabile.
Don Emilio rivendicò anche attenzione sindacale sui lavoratori che non avevano tutele e fece anche il primo censimento dei giostrai e dei loro bambini.
A loro propose i Sacramenti ed organizzava, alle cresime o alle comunioni come ai battesimi, delle feste che si tenevano sulle piste degli autoscontro.
Poi don Emilio puntò sul Centro "La Pace" che doveva essere una centrale di energia.
Sarà un atto di fede dell'uomo, disse.
Infine, De Vincentiis ha fatto l'elegia della chitarra, uno strumento che rappresenta l'essere giovani ed impegnati nella ricerca dell'unità.
Star seduti intorno ad un falò dava l'indicazione di voler camminare insieme.
Quando c'è un camminio, c'è la chitarra che si associa all'armonia.
Poi nel concludere De Vincentiis ha detto che unire le diversità è facile, basta fare compromessi. Più difficile è mettere insieme le parti simili.
A questo punto ha preso la parola l'arcivescovo monsignor Felice Accrocca il quale ha detto che quando sento parlare di don Emilio Matarazzo in un ricordo che tutti fanno con nostalgia, io ho il rimpianto di non averlo conosciuto.
Poi ha raccontato che a proposito della chitarra, don Nicola Della Pietra gli raccontò che un giorno questo strumento venne usato in chiesa per accompagnare i canti e monsignor Raffaele Calabria, il severo arcivescovo degli anni Settanta, non disse nulla.
Don Nicola si meravigliò e confidò ad un suo amico sacerdote: Vedrai qualcosa succederà, è strano quel silenzio del vescovo.
Ed effettivamente qualcosa successe quella domenica, era il giorno del terremoto, il 23 novembre del 1980.
Un uomo come don Matarazzo ha anche insegnato che bisogna sporcarsi le mani ed a pagare in prima persona, ha ancora detto mons. Accrocca..
Fa tenerezza la ragazza svedese, ha proseguito l'arcivescovo riferendosi a Greta, che fa bla, bla, bla e nessuno l'ascolta. In realtà però il primo a tirare fuori questa cantilena fu il beato Egidio, uno dei compagni più stretti di San Francesco. Fu lui che disse: Bo, bo, bo, molto dico e poco fo'
Anche frate Egidio in pratica chiamà ciascuno a mettersi in discussione.
Don Emilio, ha concluso mons. Accrocca, ha insegnato a prendersi le responsabilità.
A questo punto il palco è stato occupato dai chitarristi del Conservatorio. Il loro direttore Mario Fragnito nel presentare il concerto ha detto che si sarebbe trattato di musica classica e di canzonette, tutte composte da musicisti del sud.
I giovani chitarristi sono stati: Rossella De Joanni, Gioele Cerulo, Raffaele Russo, Daniele Cambio, Gabriele Rega, Orazio Testa, Nicole Compare, Filomena Formato, Antonio Bozza, Sergio Improta.

 

 

 

 

 

 

 

comunicato n.144204



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