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Benevento, 22-09-2021 20:04 ____
Don Pasquale Maria Mainolfi non trova testi da consultare per il suo libro su monsignor Michele De Maria, ma ecco che la Provvidenza...
Qualche ora prima dell'inizio della presentazione del libro "Tra storia e mistero" il corriere bussa alla porta e gli consegna tre preziosissimi volumi dell'Ottocento sul suo compaesano. De Mita non e' tra i relatori per qualche problema di salute
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Don Pasquale Maria Mainolfi è rimasto molto soddisfatto della partecipazione di suoi parrocchiani, ma anche di attenti cultori delle sue dotte pubblicazioni, (ha scritto sin qui 58 libri) che hanno assistito alla presentazione del suo ultimo lavoro letterario dal titolo: "Tra storia e mistero. Il gesuita cervinarese Michele De Maria sulla cattedra della verità", edizioni Gesualdo.
Aveva preparato anche il "colpaccio", avere cioè la presenza di Ciriaco De Mita tra i relatori, nel programma presentato come statista, ma qualche problema di salute dell'ultimo momento (ha 93 anni), si è frapposto come ostacolo insormontabile alla presenza del sindaco di Nusco.
L'evento della presentazion del libro è stato bene inquadrato prevedento saluti e relazioni oltre alle conclusioni dell'autore ma don Pasquale Maria Mainolfi ha imperversato, dando il meglio di sé, nel descrivere, non solo, le motivazioni di questo scritto, ma anche collegando questi fatti di fine Ottocento con la sua professione di sacerdote e più in generale, vista l'importanza del personaggio descritto, con l'attività pastorale della Chiesa universale.
Mons. Mainolfi ha esordito parlando di un segno ricevuto dalla Provvidenza.
Non esisteva in Italia e neppure a Roma la possibilità di consultare testi di don Michele De Maria e questo non gli ha consentito di approfondire alcune problematiche del personaggio trattato nel volume ma il fato, che don Pasquale chiama Provvidenza, era in agguato e così oggi alle 15.00 il corriere gli ha consegnato un pacco.
All'interno c'erano tre volumi, del 1892 (due di essi) e del 1893, contenenti le lezioni che mons. De Maria che aveva tenuto all'Università Gregoriana.
Questo grande dono gli era stato fatto da don Gaetano Schiraldi, parroco di Pietramontecorvino, nel foggiano, suo conoscente che aveva saputo del libro e delle difficoltà riscontrare nel reperire le fonti ed aveva voluto aiutarlo a comprendere ancora meglio la figura di mons. De Maria.
Sono rimasto commosso, ha detto mons. Pasquale Maria Mainolfi ed ho anche pensato che fosse un segno proprio di don De Maria che guarda da lassù e che sta apprezzando.
A questo punto è intervenuto Massimiliano Nave che ha portato il saluto del Movimento Cristiano Lavoratori che egli presiede a livello provinciale.
Poi Nevio Pagnozzi ha letto il messaggio indirizzato a don Pasquale dal presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati.
Il messaggio di Ciriaco De Mita, assente come abbiamo detto innanzi, è stato invece letto da Mario Vanni, sindaco di Altavilla Irpina, presente in chiesa anche con don Livio Iannaccone, il suo parroco, che ha retto anche la chiesa di San Gennaro a Benevento e quella di Calvi per molti anni prima di tornare a... casa, ad Altavilla, appunto.
A prendere la parola è quindi stata Caterina Lengua, sindaco di Cervinara, paese che ha dato i natali sia a don Michele De Maria che a don Pasquale Maria Mainolfi, che ha ringraziato don Pasquale, suo concittadino, per aver riaffermato il merito, riportandolo all'attenzione della gente, e la figura di un grande cervinarese togliendolo da un ingiusto oblio.
Il sindaco ha anche promesso di fare sua l'idea di mons. Mainolfi di dedicare una via o una piazza di Cervinara a mons. Michele De Maria. Ha quindi auspicato di continuare tra le comunità di Cervinara e Benevento un percorso di condivisione anche tramite don Pasquale (giusto un anno fa, ricordiamo, tra il sindaco di Benevento, Mastella e quello di Cervinara, Lengua, vi fu un deciso incrocio di lame in quanto Mastella chiese ai cervinaresi, che numerosi giungono al mattino a Benevento per lavoro, a non venire in città se non dopo aver effettuato il tampone con esito negativo visto che in quei giorni il numero dei positivi al virus a Cervinara, era molto alto. La risposta di Lengua fu altrettanto decisa e ferma, ndr).
Mons. Mainolfi, nel prendere la parola ha sottolineato come due capitoli del libro siano dedicati ai Gesuiti a Benevento che avevano la loro sede a piazza Roma in quello che è oggi il Convitto Nazionale ed a due passi c'era la chiesa del Gesù, poi abbattuta dal sindaco Matteo Renato Donisi per ampliare la piazza.
A questo punto la parola è passata al sindaco Clemente Mastella che, stranamente, non ha fatto un solo accenno a questioni politiche e si è mantenuto su aspetti di natura folosofica ricordando che faceva parte del gruppo dei "Quattro filosofi" della Sinistra di Base democristiana degli anni Ottanta: con lui, Mario Pepe (presente stasera), Davide Nava, anch'egli relatore in sostituzione di De Mita ed Antonio Pietrantonio.
Mastella ha detto che Dio salva l'umanità perché una decina di umani riscattano il genere umano, appunto, e tra questi dieci ci potrebbe essere certamente De Maria.
I gesuiti, ha proseguito Mastella, sono un po' dagli atteggiamenti singolari, come papa Francesco che con pensieri originali ha pensato a Conclavi cospiranti contro di lui.
Poi quest'Ordine è stato estirpato da Benevento anche per la posizione che i suoi aderenti erano soliti assumere, posizioni di intransigenza.
Ma questa è anche un po' la storia della Chiesa che per ultimo ha vissuto un momento di grande smarrimento tra pastori e fedeli aumentato, peraltro, proprio nel periodo della pandemia, ha proseguito Mastella.
La fede deve poter essere esercitata ed abbiamo bisogno certo di recuperare l'odore delle pecore, ma anche altrettanto devono fare i nostri pastori.
Il messagio cristiano è l'unico che può salvare il mondo, ha proseguito il sindaco del capoluogo, e questo, penso di poter dire, avrebbe spiegato don Michele De Maria ai suoi discepoli di allora.
Per questo Mastella ha ringraziato don Pasquale Maria Mainolfi, per averci portato a ragionare ed a discutere.
Speriamo che altrettanto faccia la Chiesa anche in vista del Giubileo del 2025 recuperando anche le donne ed i laici come tali. Chi vuole aiutare la Chiesa deve essere recuperato.
Noi vogliamo essere parrocchia dei sacerdoti. Questa realtà parli con il mondo, ha concluso il sindaco.
E qui don Pasquale è nuovamente intervenuto ricordando altre assonanze come quella che De Maria nasce cento anni prima di papa Francesco.
A questo punto in chiesa è arrivato il suono delle campane che chiamava i fedeli a raccolta per la Santa Messa che stava per cominciare.
Tranquilli, ha detto don Pasquale visto che la presentazione del suo libro si svolgeva proprio in chiesa. Il cervello ce l'ho ancora e quindi la Messa sarà celebrata nella cripta.
Il primo relatore, Domenico Zerella, dirigente scolastico, ha esordito parlando del libro che ha un titolo accattivante: Tra storia e mistero, elementi importanti.
Guardano poi il ritratto che è riprodotto in copertina si notano sulla destra tre volumi con dorso in rosso che rappresentano la "Somma Teologica" di San Tommaso d'Aquino.
A sinistra poi c'è lo stemma della Compagnia di Gesù rappresentato dal sole con 32 raggi e la scritta Ihs.
La vita e l'opera si sono svolti in questi due assunti fondamentali, storia e misterio, da qui la citazione iniziale.
Questo è un volume, ha detto Zerella, che dà coraggio ed incita a non abbattersi.
Siamo in presenza di una via tra storia e mistero che ci suggerisce la verità delle cose.
A questo punto mons. Mainolfi ha presentato Davide Nava come colui che ha la carica della profezia.
Il relatore, nel prendere la parola, ha detto, sul titolo, che don Pasquale ha collocato il suo maestro, don Michele De Maria, nella storia e nel mistero dove però anche ciascuno di noi deve potersi collocare.
In questo duplice parametro possiamo giudicare la storia che stiamo vivendo.
Ma qual è il rapporto della storia con il tempo che passa e quale il messaggio?
Che cosa accade nel mondo?
Dalla storia dell'Occidentre che sta morendo, ci stiamo distaccando, ha ancora affermato Davide Nava.
Sono messi in luce i vincoli, gli inganni, le menzogne.
Senza il primato della profezia non conosciamo il tempo che viviamo.
Non c'è più civilizzazione cristiana e il librio ci richiama proprio a questa esigenza.
Ai bimbi noi non diamo più la testimonianza della verità.
E di don Pasquale ho proprio ammirato sempre il senso della verità.
Ma Dio, lo cerchiamo ancora oggi?
No e nessunio trova il coraggio di dire: Io credo in Dio.
Si è tentato di proteggere l'umano dalla rovina dell'ateismo e quindi bisogna affermare l'esigenza della verità.
Don Pasquale ci ha consegnato un messaggio qui nella chiesa di San Gennaro, ha concluso Davide Nava, e ci invita a ritrovare l'inizio di un martirio mantenendo un filo con il martirio medesimo di padre Pio di cui celebriamo domani la festa.
Credere, sperare, amare.
Siamo al termine di una civiltà che non regge perché ha tradito la sua speranza che Dio venga a salvarci.
Ed allora inginocchiamoci di fronte alla verità ed all'amore ed alla libertà secondo proprio l'indirizzo datoci da monsignor Michele De Maria.

 

 

 

 

 

 

 

comunicato n.143828



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