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Benevento, 02-08-2021 15:48 ____
La lunga vertenza dei lavoratori dei Consorzi Rifiuti finisce dinanzi alla Corte Europea per i Diritti dell'Uomo
I Sindacati almeno questa volta dovrebbero superare le loro divisioni per meglio tutelare i lavoratori e trovare una giusta soluzione collettiva, commenta Piero Mancini
Redazione
  

La lunga vertenza dei lavoratori dei Consorzi Rifiuti finisce dinanzi alla Corte Europea per i Diritti dell'Uomo.
Ad annunciarlo è Piero Mancini (foto), ex dipendente del Consorzio Bn3.
"Caro direttore - scrive - c'è una novità nella vertenza, anomala e infinita, dei dipendenti dei Consorzi Bn1, Bn2  e Bn3.
Con questa nota, la porto a conoscenza perché rappresenta una svolta positiva per un buon numero di lavoratori difesi dall'avvocato Pasquale Biondi.
In tutti questi anni, la vertenza è stata gestita dagli avvocati che si sono opposti nei Tribunali, locale e a Napoli, al licenziamento ritenuto illegittimo.
I giudici, nei vari gradi, hanno dato sempre ragione a questa tesi, aggiungendo di pagare gli stipendi non percepiti dai lavoratori per la condannata condotta dei dirigenti dei Consorzi: i sindaci dei comuni aderenti che formavano il Consiglio di Amministrazione.
Questa ingiunzione è restata sempre lettera morta.
Per protesta Antonio De Ianni, Enzo Ulano e io restammo una giornata intera sull'Arco di Traiano.
Una delle tante azioni eclatanti che abbiamo organizzato per non far dimenticare la nostra vertenza.
La cifra è diventata, con il passare degli anni, consistente.
Tanto che la maggioranza dei dipendenti, quasi il 90%, con il livello contrattuale più basso, il terzo, vanta un credito di 120mila euro.
L'avvocato Biondi ha deciso, per far rispettare questo diritto riconosciuto dai Giudici del Lavoro, di rivolgersi alla Corte europea dei Diritti dell'Uomo di Strasburgo, presentando un molto corposo e motivato ricorso.
Chiederà il riconoscimento dei debiti e di farli onorare allo Stato italiano, visto che una sua articolazione periferica è inadempiente dopo aver assunto, con il licenziamenti, comportamenti illegittimi e lesivi della dignità umana, per aver lasciato tante famiglie in estreme disagevoli condizioni economiche.
Il ricorso è molto costoso e non semplice, per via delle complesse procedure.
Nella nostra regione gli studi legali che sono in grado di presentare un ricorso alla Corte europea, avendo le dovute conoscenze delle complesse procedure, sono pochissimi.
L'avvocato per spiegarmi le difficoltà, oltre quelle dei costi, ha impiegato molti minuti.
Scrivo queste cose perché molti lavoratori leggono le mie note.
A loro, consiglio di non entrare in conflitto con gli avvocati perché, come ha onestamente riconosciuto il difensore di un collega, con cui ho interloquito telefonicamente, non sono attrezzati.
Non avendo alcuna esperienza del genere.
Nei nostri Tribunali si discutono cause semplici, di routine, contro privati che hanno licenziato o non rispettato il contratto nazionale.
La nostra vertenza è anomala perché la controparte è formata da enti pubblici, tutti i Comuni della nostra provincia, ed elevato il numero dei dipendenti coinvolti, più di cento.
Come si potrebbe ovviare alla mancanza di conoscenza da parte dei legali che impedisce il ricorso alla Corte di Strasburgo e difendere i diritti acquisiti dai lavoratori non tutelati dall'avvocato Biondi?
Forse i Sindacati, almeno questa volta, dovrebbero superare le loro divisioni per meglio tutelare i lavoratori e trovare una giusta soluzione collettiva.
Anche per i lavoratori che hanno firmato la procura all'avvocato Biondi il percorso non è breve.
In genere per discutere un ricorso in quel Tribunale ci vogliono 24-36 mesi.
Visto la consistenza della cifra e gli anni già trascorsi, non ci resta che attendere fiduciosi ancora per questi mesi.
Sul fronte del ritorno al lavoro, si vocifera che i funzionari regionali, che si occupano di far rispettare agli Ato provinciali la Legge sui rifiuti, sarebbero molto adirati con i dirigenti per la lentezza con cui procedono.
Si vocifera pure che nel momento in cui gli Ato subentreranno ai Consorzi, assumendone anche le passività (i debiti con fornitori e lavoratori) si proporrà una transazione sugli stipendi arretrati riconosciuti dai giudici, cercando di pagare il meno possibile: 10-12mila euro. Una miseria e una vera provocazione!
Ciò anche per mettere una pietra su un grande scandalo politico che coinvolge tutta la classe dirigente sannita.
Un tentativo vano perché lo scandalo, con il ricorso a Strasburgo, ha già valicato i confini italiani.
Una condanna e una figuraccia a livello europeo.
Infine, l'avvocato Biondi farà anche causa per recuperare i contributi non versati dai Consorzi.
Che vergogna!
Noti personaggi pubblici che gestivano grandi risorse, stanziate dallo Stato, si sono comportati come un qualsiasi rozzo padrone che non versa i contributi pensionistici agli operai.
Vi sono aggettivi per qualificarli?
Vi è una classe dirigente provinciale peggiore?
Anche per responsabilità di questi arroganti prenditori maneggioni, che si comportano come dominus medioevali, assistiamo allo spopolamento di tanti paesi della nostra dolente provincia.
Quando finirà tutto ciò?"

comunicato n.142688



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