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Benevento, 02-08-2021 11:36 ____
Megacentrale: Siamo ad una vecchia storia di Benevento. E' come se qualcuno stesse vendendo l'argenteria di casa e la politica non puo' tacere
Mettiamo da parte le bandiere e la strumentalizzazione politica ma diciamo anche che nessun deputato sannita parla di Luminosa e questo e' gravissimo. Siamo qui solo noi consiglieri provinciali a lottare. La politica e' assente, dice il Parlamentino
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Consiglio provinciale con sole qualche puntura di spillo perché qualcuno, all'epoca, la data è stata individuata nel 2008, l'ingresso di questa società che oggi propone la centrale a turbogas, pure deve averlo consentito ed una volta piantato il seme, ha detto Giuseppe Ruggiero, forse non si sa con precisione quale pianta ne uscirà ma di una cosa si è certi e cioè che qualcosa nascerà.
Tolta questa parte di natura politico-partitica, per il resto tutti hanno convenuto che la centrale Luminosa non si debba fare e del resto il Consiglio provinciale di oggi conteneva all'ordine del giorno un solo punto, proprio su questo argomento.
Il parlamentino sannita, convocato per le 9.30, ha avuto inizio alle 10.00.
Presenti all'apertura dei lavori, 8 consiglieri su 11. Assenti Claudio Cataudo, Giuseppe Di Cerbo e Lucio Mucciacciaro. I lavori hanno avuto termine alle ore 11.35.
Questo l'argomento all'ordine del giorno: Procedimento autorizzatorio e di riesame dell’Aia relativo alla Centrale Turbogas a ciclo combinato da 386 Mw sita nell’area Asi “Ponte Valentino” in Comune di Benevento. Provvedimenti e determinazioni.
Ad aprire i lavori, è stato il presidente Antonio Di Maria il quale ha sottolineato come il procedimento autorizzativo nasce nel 2008 e ci sono poi state vicissitudini molteplici sia giuridiche che di istruttoria e di pareri.
La Provincia ha ultimamente incaricato Francesco Pepe, docente di Unisannio, che rappresenta la Provincia anche alla commissione sulla concessione dell'Autorizzazione Integrata Ambientale (Aia), a produrre una propria relazione su tutta la complessa vicenda.
Alla fine della discussione, ha proseguito Di Maria, dovremmo uscire da questo Consesso con una posizione chiara e netta visto che questa centrale sembra non sia idonea sia in ragione della sua grandezza che per il luogo dove si va ad insediare.
Nell'area dell'Asi vi è una zona che ci sta dando grandi soddisfazioni nell'argoalimentare.
La compatibilità tra queste eccellenze e la centrale non ci sembra affatto possibile.
La prima domanda è, ha detto Di Maria, chi ha consentito nel 2008 di mettere il piede a terra nel Consorzio Asi?
Se ci fosse stato un no iniziale del Consorzio forse non staremmo qui oggi.
La centrale all'inizio è stata accolta come risorsa del territorio per poi cambiare idea.
Una responsabilità enorme ce l’ha chi ha fatto da sponda a questi imprenditori.
Nel 2010 la centrale è stata autorizzata e nel 2012 con un altro decreto c'è stato il completamento dell'autorizzazione.
Ci sono stati giudizi dinanzi alla magistratura dove la Provincia si è costituita ed ha resistito.
Oggi non abbiamo altri giudizi in corso mentre l'unico dinanzi al Tar del Lazio è sulla competenza Urbanistica.
Per quanto ci riguarda relativamente all’Aia, come dicevo, è stata avviata una collaborazione con Unisannio che ci ha indicato Francesco Pepe che ci rappresenta nella Commissione istruttoria per l'Aia.
Quale è ad oggi lo stato della procedura?
Il 3 agosto, cioè domani, è una scadenza perentoria?
No, sono solo i 150 giorni concessi per l'istruttoria ed oggi il Consiglio è riunito proprio per essere presente nella Commissione con un proprio documento.
La centrale, in realtà, ha visto autorizzata la sua costruzione.
Oggi dovremmo discutere solo sull’Aia e quindi sull’esercizio ad avviare la produzione industriale.
Qui potrebbe occorre una nuova Conferenza dei servizi ed è quello che noi vogliamo perché anche le autorizzazioni ottenute da Luminosa sono troppo datate e quindi non sono più attuali.
Vogliamo una Conferenza dei servizi sincrona per modo che tutti i soggetti interessati possano essere seduti intorno ad un solo tavolo e decidere.
Di Maria ha questo punto ha esposto le parti salienti della relazione di Pepe che precisa subito che il progetto non è adeguato e che non ha gli allegati e le tavole necessarie per essere valutato dalla commissione istruttoria per l'Aia e poi ci sono anche problematiche di natura urbanistica.
Faremo nostra questa relazione ha concluso il presidente e chiederemo al Ministero che in queste condizioni non si può procedere all'istruttoria.
Giuseppe Ruggiero ha parlato di materiale enorme, ma datato, che è stato messo a disposizione dei consiglieri.
La nascita di questa iniziativa è addirittura del 2003 quando ci fu il black out elettrico in Italia.
Una storia dunque che parte in Campania anche prima del 2008.
Questa centrale doveva produrre energia mentre oggi essa serve solo a stabilizzare la rete.
La relazione di Francesco Pepe, ha proseguito Ruggiero, è importante perché ci ha aperto gli occhi. Con 8mila ore di funzionamento l’impianto regge, peraltro con una mission mutata negli ultimi dieci anni.
Di questa potenza di calore prodotta, 20 megawatt dovevano essere destinati alle aziende Asi.
A tale riguardo ci fu l'adesione degli imprenditori, una adesione che hanno poi ritirato.
In pratica facciamo un impianto che nessuno vuole.
Altri 30 megawatt dovevano servire con una rete di teleriscaldamento al Comune di Benevento ma che non vuole.
I documenti sono però rimasti alla base dei procedimenti autorizzativi anche se alla fine le esigenze sono mutate ed oggi nessuno vuole quella produzione.
Peraltro la società non porta alcuna nuova struttura ed è senza un lotto in zona Asi mentre chiedono di utilizzare gli impianti che ha il Consorzio.
Hanno acconsentito ad andare via, hanno recuperano i soldi versati all’Asi e poi dopo dieci anni si ripresentano.
Qui si deve tornare alla commissione per la Valutazione Impatto Ambientale (Via) e se i 50mw non vengono ceduti perché nessuno li vuole, ha detto il Ministero della Salute, viene meno l'elemento più importante che è quello dell'abbattimento delle particelle inquinanti l’aria.
Dobbiamo anche dirci che con decreto del 2019 vengono resi perenti (non più riproponibili ndr) i ricorsi della Provincia e del Comune, ricorsi in Appello ma che poi nessuno ha portato avanti. Nessuno ha fatto opposizione, ha detto Ruggiero.
Allora mi chiedo: Chi era l'avvocato dell'epoca che ha consentito tutto ciò?
Avevamo una domiciliazione?
Se non sono arrivati a noi da qualche parte questi decreti pure debbono essere stati notificati. Chi li ha ricevuti e se li è tenuti senza farlo sapere alla Provincia?
Altro procedimento è del 2010 per non aver concesso il lotto.
Al 29 ottobre 2022 il Ministero nel 2020 ha spostato l'autorizzazione per l'inizio dei lavori e 36 mesi per completare il tutto.
Ed anche in questo caso non abbiamo ricevuto comunicazione né abbiamo fatto opposizione mentre ci dovevamo giocare una partita importante. Una grossa responsabilità, questa sì politica.
Il senatore Sandra Lonardo ha annunciato al riguardo una interrogazione di cui non siamo riuscita a trovare traccia, un comunicato reso alla Stampa conb il quale attacca il Ministero ma anche i suoi colleghi sanniti del Parlamento che non si sono ribellati.
Questo al 2 settembre dello scorso anno, e la politica dunque non ignorava il decreto non si è opposta e quindi la proroga è stata concessa.
Ma chi sono i signori di Luminosa?
Sono conosciuti al Comune di Benevento visto che la Giunta municipale ha dato il via libera al Piano di Insediamento alla Rotonda delle Scienze. Si tratta della società "Normanni" controllata da "Patti chiari".
Amministratore dei "Normanni" è Fasolino, lo stesso di Luminosa.
Dunque persone conosciute dal Comune il cui silenzio sulla vicenda Luminosa, a differenza della Provincia, è assordante.
Dobbiamo preparare un piano B, ha detto Ruggiero, ed anche impugnare l'Aia se dovesse essere concessa.
Siamo ad una vecchia storia di Benevento.
E' come se qualcuno stesse vendendo l'argenteria di casa e la politica non può tacere.
E' evidente che a due giorni prima dell'autorizzazione non abbiamo verificato un Consiglio comunale sulla vicenda.
Il sindaco Mastella deve chiarire perché ha concesso una autorizzazione e perché vanno ancora avanti iniziative che furono bloccate anni orsono come quella della Cittadella dello Sport.
E' possibile che questi imprenditori siano anche gli stessi che forse stanno dietro l’iniziativa del biodigestore.
L'idea è complessa. Noi non la possiamo avvalorare.
Domenico Vessichelli nel suo intervento ha chiesto all'avvovcato della Provincia, Marsicano, se per la retrocessione del lotto vi sia stata una sorta di compensazione.
Dovrebbe essere ancora pendente dinanzi al Tar? Marsicano ha risposto che l'unico ricorso ancora attivo è dinanzi al Tar del Lazio e qui la Provincia si è regolarmente costituita e si è in attesa della fissazione dell’udienza.
Vessichelli però ha insistito: Esigo una relazione dell’iter che si è completato o meno.
Dobbiamo necessariamente sapere chi era che rappresentava l'Avvocatura in quegli anni perché è questa una questione di grandissima responsabilità.
Marsicano ha ribadito che non è stato mai notificato alla Provincia il decreto di perenzione.
Vessichelli ha quindi affermato che bisogna andare avanti anche rispetto alle responsabilità.
Qui si gioca sulla pelle dei cittadini. Il nostro interesse è quello di bloccare tutto. Mettiamo da parte le bandiere e la strumentalizzazione politica.
Nessun deputato sannita parla di ciò e questo è gravissimo siamo qui solo noi consiglieri provinciali pronti a lottare. La politica è assente. La partita vera si gioca a Roma e siamo assenti.
Una centrale anacronistica quella che si vuole realizzare, un impianto che al Sannio non serve.
Nino Lombardi è intervenuto per affermare che in una Conferenza di servizio all'Asi tutte le istituzioni hanno sottoscritto un documento.
Erano presenti anche gli attori del territorio per fare un'azione corale sulla posizione politica che rappresentano le istituzioni.
Dai documenti è emersa chiaramente l'incompatibilità del progetto.
Con qualcuno però tanti anni fa avranno pure parlato, forse si chiamava fagiolino.
Tutti gli imprenditori parlano con qualcuno e quindi è inutile fare le indagini sul passato.
Vale l'onestà intellettuale degli amministratori delle Istituzioni.
Claudio Cataudo ha sottolineato l'importanza dell'argomento per il nostro territorio.
Ho letto le carte ed effettivamente da esse emerge il fatto che sia un impianto anacronistico e che non serve al nostro territorio.
Ovviamente non dovremmo opporci a tutto perché prima o poi un impianto dovrà essere fatto ma bisognerà calibrarlo rispetto alle nostre necessità,
Per ora bisogna evitare che questo scempio vada avanti.
Luca Paglia ha confermato che questa non è una vicenda con responsabilità generiche. Non si può proseguire senza citare gli atti e le epoche.
Voglio solo aggiungere che nel 2008 ci fu il parere favorevole della Regione Campania.
Un minimo di istruttoria su questa vicenda va fatta.
Delle 15 pagine di Francesco Pepe basterebbe leggere anche solo qualche passo per capire che qualcosa non quadra.
Vari sistemi non attualizzati per le gestione della vicenda degli inquinanti e così anche la vicenda dell’acqua del riciclo.
Sono d'accordo che non bisogna fare processi ovvero si facciano nei luoghi deputati, ma quando si parla bisogna citare gli atti per aiutare a capire.
Luigi Barone, presidente dell'Asi, invitato dal presidente Di Maria ad intervenire, ha detto che nel 2006 viene definito tutto e l’Asi incassa anche 300mila euro.
Poi nel 2009 viene chiesto all’Asi di revocare tutto ed il commissario dell'epoca, Filippo Diasco lo fa. Da quel momento in poi si va incontro a procedimenti giudiziari che vedono l’Asi soccombente.
Abbiamo dovuto dare un nostro capannone a Luminosa perché non avevamo i 400mila euro cui eravamo stati condannati.
Sulla questione urbanistica è tutto più complesso, con piano Asi sovraordinato.
Il Puc di Fausto Pepe modificò la zona in agricola, ma per l'Asi essa è industriale e così anche per il Ministero e su 40mila metri quadri c’è ancora il vincolo.Originariamente il lotto di Luminosa era di 170mila metri quadri.
Qui non è in discussione l’autorizzazione perché essa c'è già ed è vigente.
Potete intervenire solo sull'esame dell'Aia ci ha detto il Ministero rispondendo ad un nostro quesito.
Ci potremmo beffardamente trovare questo insediamento che utilizzerà peraltro le strutture Asi pur avendo ricevuto la restituzione dei soldi versati per l’insediamento.
Di Maria nel concludere ha detto che è questa una battaglia per mettere nero su bianco la posizione della Provincia su una problematica con un impatto devastante per le eccellenze del Sannio.
Evitiamo la diatriba politica altrimenti perdiamo l’obiettivo che abbiamo tutti.
Quando avremo un progetto con tutte le caratteristiche utili, non ci sottrarremo alla sua valutazione.
La verità è che questa provincia non ha mai fatto un piano serio per l’impiantistica. Questa è la vera responsabilità che abbiamo ed è relativa alla lavorazione dei rifiuti.
Il presidente ha quindi proposto all'Assemblea di fare propria la relazione di Francesco Pepe e di agli atti la perizia tecnica che sta completando l'Ufficio della Provincia nella quale non sarà dimenticatoo il dissesto idrogeologico e la viabilità che attiene a quella zona dell'Asi.
Sarà altresì chiesto al Ministero dell’Ambiente la Conferenza dei servizi sincrona.
La delibera è stata così votata all'unanimità.

 

 

 

 

 

 

comunicato n.142679



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