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Benevento, 01-08-2021 09:00 ____
Ero pieno di entusiasmo e il cuore batteva forte il giorno in cui fresco di laurea salii le scale dell'Ordine dei Medici. Mi sentivo padrone del mondo
Erano gli anni Settanta e fui ricevuto dall'allora segretario Biagio Martignetti. Di li' a qualche giorno, formalizzata l'iscrizione, l'incontro con il presidente Giuseppe D'Alessandro detto Peppone, una delle piu' belle figure di medico della citta'
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Negli anni Settanta, come tutti i pubblici uffici, anche gli ordini professionali, privi della odierna informatizzazione, venivano gestiti diversamente.
Di qui, questa settimana, Peppino De Lorenzo prende lo spunto per ricordare la strutturazione  di allora dell'Ordine dei Medici della città.
"La tecnologia, anche con i lati positivi che la contraddistingue, ha avuto, bisogna ammetterlo per onestà intellettuale, pure lati negativi.
Con la sua diffusione a macchia d'olio, infatti, impietosamente, ha fatto smarrire solidi e consolidati rapporti umani.
Per abitudine, non sono uso frequentare la sede dell'Ordine dei Medici ubicata al viale Mellusi.
Quando esigenze particolari lo hanno imposto, l'ho fatto sempre con sereno distacco.
Lo scorso anno, nel corso di una rara ma inevitabile visita, anche se rivedo sempre con infinito piacere il presidente Giovanni Pietro Ianniello cui, come ho avuto modo di ribadire più volte, mi legano sentimenti di consolidata amicizia, d'improvviso, sono andato indietro nel tempo.
Con precisione, al giorno in cui, fresco di laurea, per la prima volta, ebbi la ventura di salire quelle scale onde chiedere informazioni sulle modalità per concludere l'iscrizione.
Ero pieno di entusiasmo ed il cuore batteva forte.
In sostanza, senza accorgermene, mi sentivo padrone del mondo.
Tanti i progetti, le speranze, i buoni propositi, nel momento in cui iniziavo la professione di medico.
Fui ricevuto dall'allora segretario Biagio Martignetti (foto di apertura) il quale, intuendo la mia ansia, mi accolse con un sorriso che, ancora oggi, serbo custodito, gelosamente, nel cuore.
Dopo le opportune indicazioni, mi presentò la sua collaboratrice dell'epoca, Gerarda Di Stasio.
Una donna semplice, dal viso solare, modesta, ma curata nell'abbigliamento.
Di lì a qualche giorno, formalizzata l'iscrizione, l'incontro con il presidente, Giuseppe D'Alessandro, una delle più belle figure di medico della città.
Amico di famiglia, per tutti Peppone.
In quel tempo, non esisteva, come oggi, l'annuale festa del medico e la conoscenza con il vertice dell'organo professionale avveniva in questo modo.
Nella forma più semplice, ma cordiale possibile (nelle foto in basso tanti medici di allora, tra cui Rosario Zeppa, Domenico Barone, molte ostetriche dell'epoca, nel corso di convegni, con Biagio Martignetti, sempre presente; nella prima, a sinistra, Armando Salomone Megna, primario della divisione del "Rummo", presidente antecedente all'era D'Alessandro).
Un mondo diverso, completamente diverso, da quello odierno.
Di lì a breve, la signorina Gerarda fu vittima di un incidente stradale che la condusse alla morte.
Fu così che Biagio Martignetti perse il suo braccio destro.
Quando lo scorso anno sono ritornato in quelle stanze, mi si perdoni, mi è sembrato di accedere in un mondo non più mio.
Le attuali dipendenti, tutte cortesissime, è bene precisarlo, ed è naturale che sia così, sono figlie del mondo d'oggi.
Mentre disbrigavano le pratiche al cospetto di macchinari all'avanguardia e sofisticati, nella memoria ho rivisto la signorina Gerarda mentre preparava i documenti e le certificazioni pigiando, con rara abilità, i tasti di una consumata Olivetti Lettera 22.
Oggi, tutte belle donne, curate nell'abbigliamento, qualcuna con la gonna sopra il ginocchio.
Uno spettacolo bello, piacevole, pulito, ma, in definitiva, moderno.
Non me ne vogliano, ma fors'anche per i miei anni che avanzano speditamente, nel mio cuore è rimasto sempre Biagio Martignetti e Gerarda Di Stasio, quest'ultima con i suoi abiti castigati oltre misura che ho rivisto al cospetto, appunto, della mitica e sfruttata Olivetti Lettera 22".

 

 

 

 

 

 

 

comunicato n.142663



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