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Benevento, 30-07-2021 15:11 ____
Viespoli bacchetta Mastella sull'illuminazione dell'Arco del Sacramento: E' andato solo ad accendere la luce in una casa che abbiamo costruito noi
Quando siamo arrivati a governare la citta', in quel luogo c'erano i pilastri gia' per parte alzati di quello che avrebbe dovuto essere palazzo De Giovanni. Questo sindaco fa scempio della verita' e della memoria e se la canta e se la suona...
Nostro servizio
  

Pasquale Viespoli (foto) non accetta, senza contestarla in maniera decisa, la manifestazione svoltasi l'altra sera e relativa alla illuminazione artistica dell'Arco del Sacramento.
E' andato ad accendere la luce in una casa che abbiamo costruito noi, bella forza! ha detto l'ex senatore.
Quando siamo arrivati noi a governare la città, in quel luogo c'erano i pilastri già per parte alzati di quello che avrebbe dovuto essere Palazzo De Giovanni.
Uno sconcio tra i reperti storici.
Ora siamo giunti al punto che chi ha fatto la casa è come se avesse creato il buio, il nulla, mentre è arrivato lui, Mastella, ed ha acceso la luce...
Tutto ciò è insopportabile. E' irritante questo modo di raccontare le cose.
Questo è un autentico scempio di verità e di memoria, su questo come su altre cose.
E' una cosa inaccettabile questo modo di raccontare i fatti.. ed aggiungo, purtroppo, che nessuno dice niente o si ribella.
E' intervenuto solo Fausto Pepe ma quando lo fa è un piacere che fa a Mastella.
Alla fine questo sindaco galleggia in superficie e cerca di far passare come evento eccezionale quello che dovrebbe essere poco più che normale.
Lui, Mastella, in cinque anni ha acceso solo la luce noi invece abbiamo risolto un problema storico in una città che era governata quando lui era il potere.
Quando non gli conviene dice sempre che non c'era. Sembra sia nato ora...
Quell'Arco del Sacramento, voglio ancora ricordare ai lettori di Gazzetta, prosegue Viespoli, si realizza a seguito di un concorso di architettura e si volle costruire un progetto sulla base di ciò che c'era.
Con la stessa metodologia venne progettato quello che lui chiama improvvidamente "Mamozio" (il palazzo di fronte il Duomo ndr).
Si misurasse sul "Mamozio".
Facciamo un dibattito pubblico, io sono pronto.
Questo suo modo di dire è una offesa all'intelligenza.
Chi definisce quella struttura un "mamozio" dimostra la sua pochezza culturale.
Si può dire, come tutte le opere d'arte, che non piace, ma questa è un'altra cosa ed attiene al giudizio estetico che ciascuno esprime.
Lo aprissero e vediamo se c'è il "vuoto" o il "piano".
Facessero vedere il progetto alla città, prendessero quello iniziale e vediamo cosa sta effettivamente venendo fuori.
Questa è crescita per la città, è apertura...
Poi, mi ripeto, può anche non piacere così come successe a molti di noi a cui non piacque l'intervento della Soprintendenza relativo all'ampliamento del Museo del Sannio che determinò una situazione di contrasto molto forte, in quell'area di piazza Arechi II, tra il moderno, il contemporaneo, che impattava in un'architettura di tutt'altro segno.
Infine, Viespoli frena Mastella sull'entusiasmo del suo 59% di gradimento, numero unico, ottenuto nella speciale classifica dei sindaci d'Italia.
Io al  31 dicembre1999, oramai quasi a chiusura della mia esperienza di sindaco, quando fecero una inchiesta vera riguardo il gradimento dei cittadini nei confronti dei sindaci pubblicata nel 2000, avevo la fiducia dei miei concittadini che era il 77,9%.
Lui fa i soliloqui.
Il simbolo di Mastella è l'ego e l'eco.
Insomma se la canta e se la suona...

comunicato n.142630



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