| Benevento, 13-06-2021 09:11 |
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Le edicole votive soprattutto nel Dopoguerra venivano erette quali vigili custodi dei nuovi condomini per indurre gli abitanti ad essere migliori
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Nostro servizio |
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Peppino De Lorenzo prende lo spunto dal recente restauro della cappellina nello spazio che circonda il condominio al civico 62 di viale Mellusi, per soffermarsi sulla diffusione, negli anni addietro, delle stesse.
"Qualche settimana fa, ho partecipato alla semplice, ma suggestiva cerimonia, nel corso della quale l'arcivescovo Felice Accrocca ha benedetto la restaurata cappellina votiva che sorge nel cortile condominiale al civico 62 di viale Mellusi.
La stessa, che raffigura la Madonna Madre di Dio, fu costruita e voluta, ben 64 anni fa, dal nonno del direttore di "Gazzetta", Antonio Grieco, un operaio del tempo che, giunto per lavoro nella nostra città (originario di Santa Maria a Vico venne al seguito della costruzione della ferrovia Cancello-Benevento via Valle Caudina), ebbe, da parte dello Iacp, l'assegnazione di un appartamento al viale Mellusi, allora civico 22, oggi, 62.
Fu lui, con non pochi sacrifici per l'epoca, che si adoperò per la costruzione di quella cappellina che, dopo i danni del tempo, è ritornata a nuova vita.
Una cerimonia, dicevo, molto bella, con i presenti che hanno partecipato interessati al suggestivo incontro.
L'occasione ha voluto che, senza volerlo, le parole dell'arcivescovo mi facessero andare indietro nel tempo, ad un tempo che non esiste più.
Nell'attesa, mi sono intrattenuto con Danila De Lucia, senatrice della Repubblica, valutando la odierna scomparsa di tanti valori.
E' stato così che l'arcivescovo, iniziando il suo intervento, tra l'altro, si è soffermato sulla lodevole diffusione, negli anni addietro, segnatamente in quelli del dopoguerra, della costruzione di edicole votive in tanti condomini che, con la loro presenza, offrivano una nota dall'intenso calore umano a chi viveva tra quelle mura.
Oggi, anche questa consuetudine è andata smarrita. Colpa dei tempi, si dirà.
Le parole dell'arcivescovo mi hanno permesso di ritornare agli anni della fanciullezza.
D'improvviso, ho rivisto quella edicola votiva, costruita negli stessi anni di quella motivo del nostro incontro, nel cortile degli edifici Incis in via Vittorio Veneto (nella foto di apertura, Peppino De Lorenzo, ragazzo, innanzi alla stessa).
Per tutti noi, faceva parte della nostra vita e tante volte, al mattino, induceva ad una fermata obbligatoria per chi si recava al lavoro.
Anch'io, come il direttore di "Gazzetta", Alfredo Pietronigro, sono nato in un condominio popolare, quello di via Vittorio Veneto, per la precisione, al rione Ferrovia.
Oggi, una costruzione del genere sarebbe davvero impensabile innanzi ai portoni d'ingresso.
Eppure, appare davvero indescrivibile evidenziare ciò che si sprigionava da quelle immagini.
Anni fa, monsignor Pasquale Maria Mainolfi, parroco della chiesa di San Gennaro, invitò tutti gli amministratori dei condomini che ricadevano nella sua parrocchia a rendersi promotori, ove lo spazio lo permettesse, della costruzione di edicole votive anche se di modeste dimensioni. Non furono pochi a rispondere all'appello.
Sono così ritornato, dopo qualche giorno, nel cortile di via Vittorio Veneto che serba in sè i miei ricordi più belli.
Tante persone, compresi i miei cari, non ci sono più.
Tuttavia, l'edicola votiva, anche quella restaurata (nella foto in basso come appare oggi) è sempre lì, vigile custode dei nuovi condomini per indurli ad essere migliori nelle azioni della vita quotidiana".
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