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Benevento, 09-05-2021 09:28 ____
Il viaggio del cronista nella citta' del dopoguerra. Vicino alla chiesa di Sant'Ilario c'era il maniscalco per la ferratura dei cavalli
Gli animali erano legati ad un palo vicino all'Arco di Traiano in attesa del proprio turno e li' noi ragazzi andavamo a guardare. Un odore intenso si diffondeva da quelle urine e dalle abbondanti deiezioni, ricorda Peppino De Lorenzo
Nostro servizio
  

Questa volta, Peppino De Lorenzo ricorda un lavoro artigianale molto in uso anche nella nostra città.
Con precisione, quello del maniscalco che si interessava della ferratura dei cavalli.
"Il maniscalco, così era ed è definito, rappresenta quell'artigiano addetto alla ferratura dei cavalli e, per intenderci, nello specifico, anche degli  asini e dei muli.
E' un'attività, per taluni aspetti, simile a quella del fabbro.
Il maniscalco, necessariamente, ha necessità di possedere una pratica particolare in quanto riuscire a ferrare un cavallo senza incidenti non è opera, poi, tanto semplice.
Richiede molta prudenza, destrezza, conoscenza precisa della formazione anatomica dei piedi del cavallo, così come è necessario avere riflessi vivi e captare gli scatti improvvisi dell'animale che se non, da subito, intuiti possono portare a danni anche enormi proprio all'operatore.
Un singolare maniscalco, appunto, negli anni Cinquanta, Sessanta aveva la sua postazione fissa nei pressi della chiesa di Sant'Ilario, al di sotto dell'Arco di Traiano, che, allora, versava in condizioni di completo degrado, anzi era un luogo sacro quasi diroccato.
Noi ragazzini andavamo spesso ad assistere in che modo avveniva la ferratura dei cavalli, con una particolare abilità nel lavoro da parte del maniscalco.
Era un vero e proprio spettacolo cui appariva suggestivo assistere.
Molto intenso l'odore delle urine dei cavalli fermi in attesa e delle fiande, deiezioni, sorta di palle idratate, morbide e rotonde, che non si sfaldano all'istante, che producevano in abbondanza.
Ricordo la sua destrezza, quella del maniscalco, e quando, per posizionare il ferro al piede del cavallo, poneva la gamba di questi tra le sue.
Così rendeva, è ovvio, più agile e pronta l'azione, ma, senza una particolare prontezza, un posizionamento del genere poteva essere oltremodo pericoloso.
In quel tempo, i ferri si preparavano su misura e venivano posizionati con chiodi, di una singolare foggia, al piede dell'animale.
Questi, con i loro padroni, aspettavano il turno fuori, legati ad un palo dinanzi alla chiesa di Sant'Ilario.
Si tenga conto che anche a Benevento esisteva il servizio del trasporto pubblico in carrozzella (la foto è dell'agosto del 1957 ed è dell'archivio familiare del nostro direttore.
A bordo della carrozzella il nonno con sorella e nipote, e con la nonna che assiste da terra, parenti venuti dall'America in Italia.
Persone, robuste con valigie al seguito, portate in carrozzella dalla stazione centrale delle ferrovie al viale Mellusi. Tutto in salita. Povero cavallo!) e dunque la necessità della ferratura periodica dell'animale era evidente e quindi necessitava la presenza del maniscalco.
Oggi nei centri ippici della città, il maniscalco viene quasi sempre dal napoletano e si ferma un giorno o due per ferrare tutti i cavalli presenti e poi va via con un bel gruzzoletto di soldi perché è questo un mestiere ben pagato.
La forgiatura doveva essere adattata ad ogni cavallo non avendo questi ultimi la medesima configurazione.
Oggi tutto è divenuto tecnologico e molti prodotti sfuggono oramai alla mano dell'uomo per essere affidati a mezzi elettronici.
Il campo di azione è largo e sono tante le opere che la tecnologia ha assorbito.
Tuttavia, qualcuna, come quella del maniscalco, può essere plasmata solo dalla mano dell'uomo.
Quest'ultima, la tecnologia, malgrado il progresso, non è riuscita a carpirla.
Comunque, l'opera odierna, diversamente da quei tempi, è in parte, solo in parte, facilitata in quanto esiste una vasta gamma di ferri, già pronti per l'uso, di varia misura e grandezza, da adattare al piede del cavallo.
L'opera del maniscalco, così, anche se limitatamente facilitata, è sempre, ancora oggi, presente ed insostituibile.
Anche il ricordo di quell'indimenticato maniscalco, nei pressi della chiesa di Sant'Ilario, è stato inghiottito dal tempo".

comunicato n.140572



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