Benevento, 10-08-2019 11:01 |
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Il 98enne Cosimo Cavalluzzo non se l'e' persa nemmeno stavolta la marcia che da Pietrelcina ha condotto i pellegrini a Benevento, alla Cattedrale
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Nostro servizio |
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Cosimo Cavalluzzo, 98 anni compiuti, non se l'è persa nemmeno stavolta la marcia che da Pietrelcina ha condotto a Benevento, alla Cattedrale, un bel gruppo di persone che all'alba hanno cominciato a percorrere i 12 chilometri che separa dal capoluogo la cittadina che ha dato i natali al Santo delle stimmate.
Ovviamente, non li ha fatti tutti a piedi i 12 chilometri, ma gran parte di essi sì e soprattutto quelli che hanno consentito al gruppo l'ingresso in città proveniente da via Valfortore, Lungo Calore Manfredi di Svevia, Ponte Vanvitelli, corso Vittorio Emanuele e poi corso Garibaldi.
Dopo la tradizionale foto di rito concessaci dal gruppo sulla scalinata della Cattedrale, zio Cosimo ha incontrato l'arcivescovo Accrocca, poco prima della Messa.
Molto emozionato ha detto al prelato: Voglio andare a trovare il Papa a Roma. Poi non mi importa più se il Signore mi chiama a sé.
E l'arcivesovo di rimando: Alla prima occasione di una udienza ti porto con me. Tu entri saluti il Papa e poi te ne esci ed io proseguo nell'udienza.
Va bene così?
Certamente, ha risposto zio Cosimo. Poi sarà quel che sarà.
Per quello c'è tempo, ha risposto l'arcivescovo.
Dopo questo simpatico siparietto, gestito tutto sul filo dell'emozione, è cominciata la Messa celebrata dall'arcivescovo Accrocca assieme a padre Giuseppe D'Onofrio, il parroco di Pietrelcina e padre Daniele Moffa.
All'omelia mons. Accrocca ha voluto commentare due espressioni facenti parti delle letture: Quella di Gesù che dice: Chi ama la propria vita la perde e quella di Paolo che dice: Dio ama chi dona con gioia e questo, ha detto l'arcivescovo, si applica certamente a Padre Pio.
Chi è concentrato solo su se stesso, ha detto mons. Accrocca, ritiene che sia bastevole salvare solo le proprie penne.
Ecco, chi la vita l'ama così, la perde.
Chi vive la propria vita in funzione egoistica e cioè: Quando sto bene io stanno bene tutti, la perde parimenti la vita perché l'egoismo produce potere e ricchezza ma non amore ed intorno a sé quella persona avrà solo gente interessata al suo danaro ed al suo potere e resterà solo quando questo non ci sarà più.
Chi fa invece della propria vita un dono per gli altri, la conserva in eterno.
Talvolta anche i genitori non si sentono pienamente compensati dai propri figli e cominciano le doglianze.
Ma non bisogna agire così: O si accetta lo stato di cose, anche con sofferenza, o si comincia col fare la vittima ed allora è la fine.
E' lo stesso che accade anche nelle nostre Comunità parrocchiali quando cominciano le lamentazioni: Sto solo, non ce la faccio ad andare avanti ma poi non appena qualcuno si avvicina per dargli una mano ci si ritrae e si dice: Non lo voglio.
Nella vita di padre Pio, di cui oggi proprio qui, in questa sala della Cattedrale, nel 1910 ricevette l'ordinazione sacerdotale (è presente anche un monumento opera di Giuseppe Di Marzo del 2000, che celebra questo momento ndr), la scelta del dono è sempre stata presente nonostante le tante incomprensioni che lo hanno colpito, incomprensioni che egli ha superato confidando in Dio.
L'arcivescovo ha concluso la sua Omelia auspicando che ci siano altre ordinazioni sacerdotali delle quali c'è un grande bisogno.
Le foto sono di "Gazzetta di Benevento". Riproduzione vietata.
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