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Benevento, 12-07-2019 15:16 ____
Sulla vicenda dei rifiuti e della tariffa approvata dalla Provincia si sviluppa un violento alterco tra il sindaco Mastella e l'advisor Samte, Morcone
Al presidente Di Maria e' stato chiesto di ritirare la deliberazione con cui si chiede un aumento di 14 euro a cittadino. In ballo c'e' anche la vita della societa' di proprieta' della Rocca ed i suoi 52 dipendenti
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La riunione dei sindaci convocata dal presidente della Provincia Antonio Di Maria, riunione senza alcun valore formale non rientrando, l'argomento trattato, nelle competenze di questo organismo, appunto, ma certamente dal rilevante valore politico essendo le opinioni espresse dai primi cittadini di concreto sostegno consultivo alle decisioni monocratiche che assume il presidente, la riunione dei sindaci, dicevamo, è stata caratterizzata da un violento alterco verbale tra il sindaco di Castelfranco in Miscano, Antonio Pio Morcone, che relazionava nella veste di advisor legale della Samte e quello del capoluogo Clemente Mastella.
L'argomento, "Ciclo dei rifiuti nella provincia di Benevento. Analisi e determinazioni", è di quelli che effettivamente non fanno chiudere occhio agli amministratori nostrani che sono obbligati a proporre ai loro concittadini, che ovviamente malvolentieri l'accettano, l'aumento smisurato della tariffa per lo smaltimenti dei rifiuti urbani.
Hanno risposto all'appello del presidente della Provincia, ad apertura dei lavori, 48 sindaci o loro delegati.
Poi via, via se ne sono aggiunti altri fino ad arrivare al numero di 62.
Quando è toccato ad Antonio Pio Morcone, che oltre ad essere sindaco di Castelfranco in Miscano è, in quanto avvocato, curatore della procedura del concordato della Samte, egli ha esordito ricordando le cause e le concause di questa situazione il cui vulnus è stato caratterizzato, in pratica, dalle impugnative, da parte dei Comuni, delle tariffe approvate dalla Provincia con l'intento di non pagare ovvero di dilazionare il più possibile i pagamenti.
In realtà, si prendono i soldi dai cittadini per poter pagare le fatture dello smaltimento dei rifiuti e poi con quei soldi si fa prima altro, ha detto Morcone.
Il discorso verità di tutta questa vicenda, ha proseguito Morcone, è iniziato con la mia nomina nel 2016.
Tra coloro che "attentano" ai conti, c'è anche il Comune di Benevento che ha visto tra i primi atti proposti dall'Amministrazione Mastella, proprio quello di impugnare la tariffa.
Mi rendo conto, ha proseguito Morcone, che ci sono le campagne elettorali da sostenere e che non si debbono scontentare i cittadini, ma così non si fa anche perché non porta da nessuna parte.
E' stato a questo punto che Mastella, prendendo come una provocazione il ragionamento di Morcone, ha inveito contro il suo collega dicendogli che in questo modo egli non stava facendo il suo lavoro e per il quale è pagato. Lei è uno di quelli che la Samte l'ha disastrata
Morcone ha detto: Io la Samte, al contrario di ciò che dice, l'ho salvata. La mia è solo una premessa per introdurmi al ragionamento di natura tecnica, ma Mastella lo ha contestato lo stesso: Se la può risparmiare la premessa e Morcone di rimando: Se non le piace non mi interessa, io vado avanti lo stesso.
Qui il presidente Di Maria, forse preoccupato per la piega che stava prendendo il dibattito tra i due, ha detto rivolto a Morcone: Forse ho sbagliato a darle la parola.
Mastella intanto ha continuato ad inveire contro Morcone fino a spingere quest'ultimo a dirgli: Onorevole deve stare al suo posto e mi deve far parlare. Se le cose che dico le danno fastidio, non mi riguarda.
Lei è pagato per svolgere il suo ruolo, ha ribadito Mastella, mentre sta dicendo invece cose non vere. Io se mi accorgo che le cose non vanno ho il dovere di impugnare gli atti dinanzi ai Tribunali. Poi se il Tar mi darà torto, pagherò.
Morcone ancora di rimando: La verità è che a lei le argomentazioni a carattere tecnico non piacciono e predilige le chiacchiere a vuoto.
A questo punto il presidente Di Maria ha dato la parola a Mastella che si è scusato con i presenti, tranne che con uno, ha detto.
Il sindaco di Benevento ha nuovamente sottolineato che egli e la sua Amministrazione non c'entrano nulla con l'ipotizzato fallimento della Samte.
Chi lo ha portato avanti? Non certamente noi.
Un sindaco che non possa difendere la sua comunità non è possibile.
I cittadini, peraltro, saranno i primi a non pagare e noi possiamo anche arrivare a lasciare le nostre fasce tricolore.
Per noi è addirittura obbligatorio non pagare.
E' possibile contestare la qualità del servizio, ma qui non c'è proprio il servizio.
Comunque sia, ha detto Mastella, la Samte viene certamente dopo e non risolve il problema dei rifiuti della società non me ne frega nulla.
Che cosa fare stabiliamolo con una Commissione formata da tre sindaci e da tecnici che ci indichi l'itinerario da seguire.
Per quanto riguarda la vicenda dei 52 dipendenti della Samte, mi posso far carico di alcuni di essi che potrebbero transitare all'Asia al posto dei dipendenti dei Consorzi rifiuti.
Quindi Mastella ha fatto la sua proposta all'Assemblea: 1) l'istituzione di una Commissione; 2) la attivazione di un'azione risarcitoria da avanzare nei confronti della Presidenza del Consiglio e della Regione Campania.
Una cosa è certa, ha concluso Mastella, io quei 14 euro in più richiesti con la delibera della Provincia, non li pago, piuttosto mi dimetto da sindaco.
Meglio l'inferno che quello che c'è ora. Pagherò solo se un Tribunale mi obbligherà a farlo.
Stiamo insieme perché i prossimi mesi saranno terribili quando chiuderà l'inceneritore di Acerra.
Sin qui Mastella sapendo bene, ed in effetti lo ha detto, che questo atteggiamento, che peraltro è apparso essere condiviso dalla larghissima parte dei sindaci presenti, ad eccezione di Morcone che ha continuato a dire che Mastella stava sbagliando tutto e che le sue erano solo chiacchiere che non poggiavano su nessun presupposto giuridico, Mastella sapeva bene, dicevamo, che in questo modo si decreta la morte della Samte e si espone la Provincia ed il suo presidente ad una pericolosa posizione in quanto resta l'obbligo di governare il percolato che si crea all'interno delle discariche dismesse.
Detto dei due interventi in contrapposizione, facciamo un passo indietro ritornando all'inizio della riunione che è stata aperta da un intervento introduttivo del presidente Di Maria che ha subito precisato che non è sua intenzione mettere la polvere sotto il tappeto.
Non decidere, su un argomento così importante, significa morire e non si può parlare di sviluppo del territorio se la gente noterà i rifiuti stipati per strada.
Io non sono soddisfatto della gestione dei rifiuti, ha detto Di Maria e nemmeno dei costi che non sono congrui.
Rilevo che negli anni passati non c'è stata alcuna programmazione ma il costo ora questo è. Certamente debbo dire che se pur contestabile o con condivisibile, a nessuno consento di dire che il mio sia stato un atto illegale.
L'atto di approvazione delle tariffe è stato pienamente legittimo.
Non accetto poi le argomentazioni terroristiche da parte di chi (evidentemente si riferiva al consigliere provinciale Ruggiero che peraltro non ha preso la parola in Assemblea ndr) ha gestito prima di noi questa problematica dei rifiuti portandola fino ad oggi così.
Il presidente Di Maria ha quindi passato la parola all'amministratore unico della Samte, Carmine Agostinelli, sindaco di San Bartolomeo in Galdo, che in maniera puntigliosa e minuziosa ha esposto ai suoi colleghi tutte le cifre del Piano medesimo che è appesantito dalla busta paga dei 52 dipendenti che assomma a 2.511.670 euro l'anno. Una mole di impianti e di dipendenti, ha detto Agostinelli, tarata per lavorare 90mila tonnellate l'anno di rifiuti ed invece oggi (nel senso di prima dell'incendio dell'impianto dell'agosto sorso) siamo a 28mila, sottodimensionati di 2/3.
Con i dipendenti vogliamo assolvere ad una funzione sociale, nel senso che non vogliamo licenziare nessuno, facciamolo ma sappiamolo ciò che facciamo.
E qui Agostinelli ha tratteggiato una parte del Piano che mira a tornare nuovamente alla lavorazione di 90mila tonnellate di rifiuti per modo da mantenere anche i 52 dipendenti.
L'intento è quello di lavorare le balle attualmente stipate, slegandole e rimettendole nuovamente sul nastro.
In questo modo ci sarà nuovamente la vagliatura con un costo di smaltimento di 84,59 euro a tonnellata, rispetto ai 140.
Questo dovrà avvenire non appena riapre lo Stir a partire da gennaio del prossimo anno.
Poi ha parlato della gestione del percolato e quindi dei reflui il cui costo attualer di 1 milione di euro può essere abbattuto della metà se si acquista l'impianto e lo si fa lavorare.
Agostinelli ha quindi esposto altri numeri facendo capire che una via da percorrere ci sarebbe, ma alla fine non ci è parso che i suoi colleghi sindaci sianio apparsi pronti a seguirlo.
Egli alla fine ha violuto ringraziare per la collaborazione ricevuta i tecnici Gennaro Fusco e Nazzareno Scocca.
Del siparietto tra Mastella e Morcone abbiamo parlato ed arriviamo quindi all'intervento di Mimmo Matera, sindaco di Bucciano oltre che segretario conmunale a Bonea, il quale ha chiesto di ritirare la delibera adottata dal presidente della Provincia in attesa di ulteriori chiarimenti,.
Il Piano, ha poi detto rivolto ad Agostinelli, è solo una operazione aritmetica, non matematica, una delibera peraltro adottata dopo il Bilancio e dopo che sono già stati emessi i ruoli per i cittadini.
I Comuni, è bene che si sappia, ha proseguito Matera, non sono il Bancomat della Samte e non possiamo essere chiamati a pagare i suoi fallimenti.
Qualcuno negli anni ha male gestito l'intera vicenda ed oggi noi dobbiamo scaricare tutto sui nostri conterranei.
Non c'è alcun motivo perché la Samte continui ad esistere. Insistiamo invece sul funzionamento dell'Ato (e qui è stata fortemente criticata, non da Matera ma altri presenti, l'assenza del presidente e sindaco di Casalduni, Pasquale Iacovella ndr).
Morcone ha cercato di far comprendere che si stava imboccando una strada sbagliata e che non andare a raccogliere il percolato che fuoriesce dalle discariche significa far avere al presidente della Provincia un provvedimento penale.
Peraltro il prossimo 31 luglio scadono anche i termini del concordato.
A questo punto dopo gli interventi di Domenico Vessichelli, sindaco di Paduli e di quelli dei primi cittadini di Morcone, Sant'Arcangelo Trimonte, Telese Terme, Castelpagano ed Apice, la parola è tornata al presidente Di Maria il quale si è impegnato a far conoscere la sua decisione riguardo la revoca della sua delibera, numero 174 del 27 giugno scorso, con oggetto: "Costo provvisorio del segmento di competenza provinciale della tariffa rifiuti per l'anno 2019. Determinazioni", che andrebbe così a sospenderne gli effetti, nel giro di un paio di giorni.
L'impressione è che, parlandone con i giuristi presenti in Aula, Di Maria non possa fare alcunché.
Non può sospendere l'efficacia di quell'atto senza andare ad assumere sulla sua persona una serie di responsabilità di natura sia penale che contabile.
Comunque sia, si vedrà.

Le foto sono di "Gazzetta di Benevento". Riproduzione vietata.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

comunicato n.123891



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