Benevento, 10-07-2019 11:57 |
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La "maledizione" del "Rummo" colpisce ancora: Michele Marino, dirigente di Neurochirurgia ha rassegnato le dimissioni dall'incarico
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di Giuseppe De Lorenzo |
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Giorni fa, dopo un incontro, in verità molto affettuoso, avuto con alcuni colleghi del "Rummo", ebbi modo di invitare l'attuale dirigenza del nosocomio cittadino, a bloccare, senza indugio alcuno, la paventata fusione della Rianimazione con la Neuorianimazione.
Il che, è ovvio, avrebbe portato una drastica riduzione di posti, a danno dell'intera comunità.
Prendo atto che il pericolo sia stato evitato e le due divisioni rimarranno separate.
Ciò apre l'animo alla speranza e dimostra che, nella stragrande maggioranza dei casi, evitare toni accesi conduce a risultati migliori. Il momento è difficile e, quindi, malgrado l'assordante silenzio delle istituzioni, da parte mia, con purezza d'intenti e libertà di pensiero, mi adopererò a non venir meno ad ogni suggerimento che riterrò opportuno.
E' vero, però, che, nel momento in cui questa notizia, abbia aperto l'animo alla speranza, è di poche ore fa, un'altra, ampiamente confermata, secondo cui l'attuale dirigente fecente funzioni della Neurochirurgia, abbia presentato le sue dimissioni, con effetto immediato, da dirigente, appunto. Non si conoscono i motivi di tale decisione, ma è naturale ipotizzare, anche in questo caso, che, alla base, vi siano, sicuramente, delle problematiche serie.
Quando Giuseppe Catapano, cui, nel corso della sua non breve permanenza qui da noi, sono stato legato da profondo affetto, così come con la stragrande maggioranza dei colleghi della Neurochirurgia, andò via, fu una perdita, la sua, non indifferente per la nostra comunità.
Poi, senza tema di smentite, il momento difficile, è stato superato, ed i suoi collaboratori, con a capo, proprio Michele Marino, sono stati capaci di riprendere, degnamente, la strada indicata da Catapano.
Oggi, il problema si ripresenta e non si conoscono i motivi.
Molti avranno memoria, di tutte le lotte che, nel corso degli anni addietro, portai avanti proprio perché il "Rummo" venisse dotato di un reparto di Neurochirurgia.
Quelle rivendicazioni erano dettate dai tanti pazienti, molte volte ragazzi, che, dopo accidenti vascolari o incidenti stradali, dovevano essere trasferiti a Napoli.
La mia protesta, fors'anche capita tardi, raggiunse il vertice quando fu un collega in servizio presso il pronto soccorso, l'indimenticato e sempre caro Enzo Feleppa, ad essere colpito, improvvisamente, da un ictus, mentre svolgeva il suo turno di guardia.
Vano fu il suo trasporto fuori sede, con l'elicottero sanitario, anche se giunto tempestivamente.
A Michele Marino l'invito, è ovvio, nei limiti del possibile, di ritornare sulla decisione assunta.
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