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Benevento, 07-06-2019 20:16 ____
Inaugurata a Benevento la prima scuola di specializzazione di "Cittadinanza euromediterranea" e Cooperazione per uno sviluppo sostenibile
L'iniziativa e' curata dai docenti della Facolta' di Giurisprudenza dell'Universita' degli Studi del Sannio, Antonella Tartaglia Polcini e Roberto Virzo ed ha visto il momento iniziale all'Unisannio mentre quello finale si terra' a "L'Orientale"
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Giornata inaugurale per il corso di specializzazione di "Cittadinanza euromediterranea" e Cooperazione per uno sviluppo sostenibile il tutto racchiuso nell'acronimo incompresibile ed impronunciabile: C.Euro.Me.Co.S.S.
L'iniziativa, curata dai docenti della Facoltà di Giurisprudenza dell'Università degli Studi del Sannio, Antonella Tartaglia Polcini e Roberto Virzo, ha celebrato il momento iniziale a Benevento mentre quello finale si terrà all'Università degli Studi "L'Orientale" di Napoli.
Ad aprire i lavori, cominciati poco dopo le 10.00 e che si sono protratti, senza interruzioni importanti, fino alle 18.00, è stato l'intervento del rettore Filippo de Rossi che ha voluto innanzitutto ringraziare Antonella Tartaglia Polcini per l'apporto incondizionato dato all'evento scientifico.
E' un tema di grande interesse, ha detto de Rossi, dove la parola scuola è associata esattamente alla scuola ed è questa la modalità più classica di concetti fondamentali sia per gli euro, che per i mediterranei.
Elda Morlicchio, rettore dell'Università degli Studi "L'Orientale" di Napoli, ha detto che il momento è importante in quanto si tratta di due Università che danno risposte ai territori facendo rete per far sì che i giovani restino nelle aree di appartenenza.
Giuseppe Pagliarulo, dirigente della Regione Campania per le Politiche Giovanili, ha detto che si chiede ai giovani di presentare spot per rilanciare la Carta del Consiglio d'Europa con l'intento di avvicinare i giovani medesimi alle scelte.
Tra le azioni da porre in essere c'è appunto anche quella della Scuola di Cittadinanza, un progetto più complessivo appartenente ad un progetto scritto a varie mani.
Antonella Tartaglia Polcini, ordinario di Diritto Civile dell'Unisannio, ha esordito dicendo che per i giuristi studenti si è per tutta la vita e dunque anche quella di oggi, la Scuola di Cittadinanza, nasce da un articolato gruppo promotore ed è stato assunto il progetto proprio come scuola per sottolineare la centralità della formazione in questo progetto.
E' un percorso, il nostro, che non intende chiudersi dopo le 60 ore del corso ma intende generare una cultura da trasmettere poi agli altri, una cultura che sia ispirata alla integrazione.
Questo primo percorso dà la linea guida di ciò che si deve sviluppare poi nel corso del tempo per abitare le Istituzioni da protagonisti.
Il corso tratterà di diritti umani, doveri solidaristici, servizi di scienza e geografia politica.
Chiara Marciani, assessore regionale alla Formazione ed alle Pari Opportunità, si è detta orgogliosa della creazione di questa scuola nata con l'intento di costruire il futuro.
Essa si sviluppa in sinergia tra due importanti Università e che ci vede insieme su vari progetti.
Marciani ha quindi stimolato l'intervento dei giovani in sala per conoscere da loro le motivazioni del perché si è voluto partecipare all'iniziativa, cosa questa che è avvenuta.
Assieme alle lezioni e dunque all'aspetto didattico, ha concluso l'assessore, ritengo sia utile guardare anche al dopo per dare alla iniziativa la dovuta stabilità.
Presentando il workshop sul tema: "Cittadinanza euromediterranea": Diritti umani, partecipazione democratica e tutela della persona", che ha poi avuto inizio dopo una breve pausa da questa prima fase introduttiva, Antonella Tartaglia Polcini, responsabile scientifico del progetto, ha detto essere questo un motivo ulteriore di cammino sulla cittadinanza europea.
E' stato ed è un percorso felice quello attuato con la Regione Campania con la quale si è deciso di incanalare il tutto in una vera e propria scuola incardinandola poi a sua volta nell'Università del Sannio e in quella de "L'Orientale".
La Cittadinanza Euromediterranea, ha continuato Tartaglia Polcini, non è uno status ma un obiettivo da raggiungere atrraverso sperimentazione e formazione.
Rivolta poi ai giovani del corso ha detto: Siate discenti protagonisti ed ambasciatori dei messaggi contenutistici della Scuola.
Aglaia McClintock, docente di Diritto Romano e Diritto dell'Antichità all'Unisannio, ha subito precisato che se c'è l'Europa è anche grazie al Diritto Romano che declina Cives, un portato geniale dei romani, che delinea la qualità del cittadino nell'ambito della Civitas intesa come adunanza di tutti i cittadini.
La cittadinanza nasce su base esclusiva, ha ancora detto McClintock, ma poi diventa unificante. E' l'apertura all'altro ed è una cittadinanza non su base etnica ma giuridica.
Giuseppe Marotta, direttore del Dipartimento Demm, ha detto che nel Dipartimento medesimo viene messo al centro l'uomo, la persona, un concetto questo che va allargato però a tutto il territorio.
Il 15% del Sannio, infatti, è città ed il resto è rappresentato da aree rurali ed anche da noi la disparità della popolazione non è legata al diritto ma alla moltitudine delle presenze e per scopi quasi esclusivamente elettorali.
Giovanna Chiappetta, docente di Diritto Civile dell'Università della Calabria, ha parlato di una cittadinanza solidale partendo dall'analisi dell'editto di Caracalla del 212 d.C. fino ad arrivare alla cittadinanza europea.
Quindi la docente si è intrattenuta sulla condotta nell'ambito della genitorialità parentale chiamando in campo anche le regole della cittadinanza.
Giuseppe Cataldi, docente di Diritto Internazionale dell'Università "L'Orientale", ha parlato sui diritti umani in Europa inquadrando la cittadinanza partendo dalla nostra Costituzione.
Riguardo poi il territorio mediterraneo, ha riferito una citazione che afferma: Finché c'è l'olio ed il vino, lì c'è il Mediterraneo.
Questo per dire che è molto complicata la scelta di occuparsi di questi aspetti.
Che vuol dire, infatti, essere cittadino europeo?
Non voglio, ha proseguito Cataldi, restaurare il Regno delle due Sicilie, a me caro, ma si può e si deve essere aperti e dunque no all'esclusivismo e sì alla cittadinanza europea, italiana, napoletana.
Noi la vediamo come una cosa lontana la Cittadinanza Europea, ma difendiamocela con le unghie e con i denti.
Roberto Virzo, docente di Diritto Internazionale e dell'Unione Europea alla Facoltà di Giurisprudenza di Unisannio, ha subito argomentato dicendo che c'è oramai una grande contraddizione sulla cittadinanza che viene abbandonata a favore della residenza.
E questo criterio porta all'applicazione del diritto interno ed è quindi un segnale di chiusura.
L'Unione Europea si fonda sulla democrazia rappresentativa e le decisioni vincolanti sono prese dal Parlamento e dal Consiglio, sia in maniera diretta, con le elezioni dei parlamentari, che con i Governi, che comunque rispondono ai cittadini e che compongono il Consiglio.
E qui Virzo ha riproposto un'argomentazione importante e cioè che l'Unione Europea non impone decisioni, anche quelle più impopolari, agli Stati membri.
Esse, invece, sono prese dal Parlamento e dal Consiglio.
I burocrati di cui tanto si parla, non hanno potere decisionale.
Denigrare l'Europa è diventata una moda ed a farlo sono soptrattutto quelli che insultavano il Tricolore italiano.
Massimo Santorelli, componente del Centro Solvit della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento per le Politiche Europee, ha descritto proprio le funzioni, sconosciute ai più, di questa rete gratuita europea che è Solvit, uno strumento di risoluzione delle controversie transfrontaliere e che è a disposizione di cittadini ed imprese.
Per noi, ha detto Santorelli, è fondamentale la cittadinanza europea. Lavoriamo per il rispetto delle norme comunitarie da parte della pubblica amministrazione nei confronti dei cittadini e delle imprese.
José Ramòn de Verda y Beamonte, catedratico de Derecho Civil en la Universidav de Valencia, presidente del Instituto de Derecho Iberoamericano, ha parlato della condizione dei minori ed ha esaminato l'Istituto della Kafala di diritto islamico, un territorio molto vicino a noi, ha detto, soprattutto per i cittadini provenienti dal Marocco.
E qui integrazione ed inclusione, sono parole difficili da consultare. La Kafala è una realtà importantissima che risponde al diritto islamico sull'assistenza ai minori che non va veicolata attraverso l'adozione, che è vietata. In Spagna essa non fa ottenere la cittadinanza ed a maggior ragione quando l'hanno voluta trasformare in adozione, il Marocco lo ha vietato.
Non sono riconosciuti anche i matrimoni in poligamia dei paesi islamici.
Pierpaolo Forte, docente di Diritto Amministrativo all'Unisannio, ha parlato di uno sviluppo sostenibile, un cammino che sarà di grande interesse.
Venti anni fa, ha detto, ebbi la fortuna di incontrare Amartya Kumar Sen, un economista, filosofo e accademico indiano, Premio Nobel per l'economia nel 1998, dal quale ho imparato che ciascuno di noi è come un prisma e continuamente, come me, diventiamo padre, compagno, figlio, docente, una lista, questa, che rappresenta dimensioni.
L'espressione oggi vien fatta con la parola persona, convenzionalmente per far riferimento alla fisiologica complessità.
La Costituzione non contiene affatto una descrizione della cittadinanza, ha proseguito Forte e non c'è nemmeno come essa cittadinanza si possa acquisire.
Ma questo non è uno scivolone dei costituenti, bensì una precisa intenzione omissiva in quanto una fissazione molto rigida di tale termine, sarebbe stata rischiosa soprattutto se ingabbiata in un determinato periodo storico.
La definizione che avrebbe potuto essere data nel 1947, sarebbe stata del tutto opposta a quella di cui discutiamo oggi anche perché il nostro, all'epoca, era un Paese di emigranti e dunque avevamo la necessità di argomentazioni esattamente opposte.
Tuttavia, la trama costituzionale detta insieme non una norma, ma un tessuto che ci consente una discussione basilare.
Ed allora siamo alla cittadinanza attiva.
Dal passato possiamo attingere ma poi bisogna versarlo nella quotidianità.
Oggi la cittadinanza è un modo d'essere dello stato e per la convivenza della forma di Stato.
La gestione culturale, ha ancora detto Forte, è la base vera della cittadinanza e le nostre attenzioni dovremo qui imparare a concentrarle.
Rosanna Pane, docente di Diritto Civile, delegato di Diritti Umani dell'Università degli Studi del Sannio, ha parlato del diritto di famiglia con particolare riguardo al minore.
Tocca riempire di valori questo concetto giuridico, ha detto Pane ed ora tocca alle nuove generazioni.
Si è molto riflettuto sul concetto che la cittadinanza europea si aggiunge e non si sostituisce a quella nazionale.
E dunque diversità di trattamento dalle leggi dello Stato europeo e quelle, anche conflittuali, tra uno Stato ed un altro, che vanno precisate.
Oltre al momento applicativo ci sono anche problemi di funzionamento.
E' una categoria ampia, quella dei minori ed in cui si trovano soggetti in difficoltà e la problematica ora è non solo dei migranti che fuggono dalle guerre ma anche quelli economici.
Di particolare rilevanza è anche la vicenda dei minori migranti non accompagnati.
La legge supera il momento protezionistico per andare a quello promozionale dei singoli soggetti.
Ultimato l'intervento di Pane, c'è stato un altro piccolo break e poi si è ripreso con l'ultimo tratto del lungo percorso di oggi, che ha visto protagonosta assoluto, stavolta, José Ramòn de Verda y Beamonte che ha parlato di "Libertà di espressione, diritti fondamentali e tutela della persona", lavori introdotti da Antonella Tartaglia Polcini, coordinatore del Dottorato di Ricerca in "Persona, Mercato, Istituzioni".
E' stata molto interessante la relazione del docente spagnolo, in quanto ha trattato temi molto rilevanti non solo per il contesto sociale ma anche per chi come noi svolge la professione del giornalista.
Ovviamente ci sono molte e di non poco conto le differenze ordinamentali, ma proprio per questo è stata utile la comparazione tra le norme in vigore nei due Stati.
José Ramòn de Verda y Beamonte ha riferito che queste tutele trovano origine nella Costituzione spagnola che è del 1978, promulgata trent'anni dopo quella italiana.
E' prevalente, nella Costituzione iderica, la libertà d'informazione per il suo doppio valore: Il diritto fondamentale e di garanzia del pluralismo ideologico.
L'informazione è neutra ed è senza responsabilità per chi diffonde quanto riferito da altri organi d'informazione o quando viene riportato ciò che è stato detto da altri.
Non bisogna però modificare o intervenire con proprie opinioni ed apprezzamenti affinché questa pratica possa configurarsi come un "reportage neutrale".
Il docente spagnolo ha quindi esposto, con un fluente italiano, la differenza importante tra informazione ed espressione ed opinione ed anche sul diritto alla riservatezza familiare e personale.
Non è stato trascurato il diritto all'oblio con la descrizione di sentenze della Corte Costituzionale spagnola che non ha mai concesso la cancellazione di una notizia, ancorché datata, dagli archivi informatici dei giornali proprio perché la storia non può essere modificata ed in essa, diciamo noi, non si può ravanare.
Dare informazioni corrette e collegare a queste informazioni le evoluzioni che ci sono state negli anni, è invece certamente una risposta a queste richieste da parte di chi si ritiene essere danneggiato dalla permanenza del proprio nome legato ad un fatto magari di cronaca giudiziaria correttamente riportato tanti anni addietro dall'organo di informazione online ed oggi ancora rinvenibile, digitando il nome dell'interessato, dagli archivi digitalizzati.

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comunicato n.122979



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