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Benevento, 14-05-2019 15:43 ____
Mentre i relatori parlavano e ci "invitavano" ad essere molto parsimoniosi nel mangiare, noi, confrontavamo le nostre pancette...
Di "Educazione alimentare e sviluppo sostenibile tra scienza medica e diritto", si e' parlato alla Facolta' di Giurisprudenza dell'Unisannio. Il cibo e' essenziale ma e' anche un feticcio dove spesso viene sacrificata la nostra salute
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Mentre i relatori parlavano e ci "invitavano", con forza, ad essere parsimoniosi, molto parsimoniosi, nel mangiare, noi, con il papà di un relatore, confrontavamo, disperati e sconsolati, la nostre pancette...
Di "Educazione alimentare e sviluppo sostenibile tra scienza medica e diritto", si è parlato, infatti, alla Facoltà di Giurisprudenza dell'Università degli Studi del Sannio.
Il seminario è stato introdotto dall'intervento di Giuseppe Marotta, direttore del Dipartimento Demm, il quale ha sottolineato come il tema fosse accattivante anche per il legame forte che l'alimentazione ha con lo sviluppo sostenibile visto che anche la zootecnia viene indicata come produttrice del pericoloso gas serra, mentre il tema dell'obesità viene trattato come un costo per la società visto che produce innumerevoli malattie che poi vanno curate.
Da qui, dall'insieme di queste apparentemente diversificate problematiche, è attivo un gruppo di lavoro che esamina il consumo responsaile che ha una ricaduta pratica sulla salute e sugli aspetti sociali.
Oggi, ha proseguito Marotta, si chiede di sapere dove un determinato cibo viene prodotto e dunque si parla di diritti umani ad essa produzione ricondotti e sui danni che si possono arrecare all'ambiente.
Siamo dunque tutti consapevoli che si producono effetti sui luoghi di lavoro e sul sistema sanitario.
Ma l'alimentazione è anche sviluppo per i posti di lavoro e l'agroalimentare è un settore trasversale che investe un po' tutti.
Antonella Tartaglia Polcini, direttore del Dottorato di Ricerca in "Persona, Mercato, Istituzioni", ha sottolineato come Rosanna Pane, professore ordinario di Unisannio e delegata ai Diritti Umani, che ha moderato il convegno, ha subito dato il suo convinto assenso alla ricerca sulla materia accompagnandolo con grande rigore scientifico ed enorme passione tracciando tutti i possibili sviluppi della interdisciplinarità tra il Diritto Civile e le diverse scienze, in questo caso la scienza medica, a servizio della persona umana.
E' tema dell'odierno dibattito, ha proseguito Tartaglia Polcini, il confronto tra i rappresentanti della Scienza Medica e di quella Giuridica, si lega appunto ad una serie di istanze fondamentali e prima fra tutte la tutela della salute e dello sviluppo sostenibile, orientato nella riumanizzazione dell'universo nell'Agenda 2030, documento oggetto di elaborazione da parte di 150 paesi del mondo con la quale sancire una serie di traguardi tra i quali l'abolizione della fame nel mondo.
Sono, dunque, particolarmente entusiasta, ha concluso Tartaglia Polcini, nel condividere i metodi e gli obiettivi è proprio questo puntare alla prevenzione ed all'educazione alimentare.
Rosanna Pane ha parlato di un tema particolarmente centrale.
Basti guardare quanti programmi in televisione sono legati proprio al cibo ed all'alimentazione, sotto vari aspetti ed angolazioni.
Di cibo si può parlare in vario modo, ma sembra molto indicativa l'intitolazione che noi abbiamo dato peraltro al nostro dottorato e cioè: "Persona, Mercato, Istituzioni" perché il cibo è qualcosa che riguarda strettamente l'individuale, per il suo diritto alla salute ed allo sviluppo.
La parola è, quindi, passata a Francesca Carimini, docente di Diritto Civile dell'Unisannio e Garante per gli Studenti, la quale ha evidenziato come il cuore del problema fosse proprio quello di capire cos'è l'alimentazione, certamente un elemento fondamentale nella vita di ciascuno di noi.
Allora bisogna ben comprendere cosa si intenda per educazione alimentare, un processo cognitivo cioè che ci consenta anche di avere maggiore contezza dello stato di salute che non va inteso solo come assenza di una malattia ma come stato ottimale di benessere psico-fisico.
E dunque l'alimentazione assume un ruolo importante al punto che Ippocrate sentenziò: Fai che il cibo sia la tua medicina e che la medicina sia il tuo cibo, nel senso che bisogna fare attenzione anche a quello che mangiamo perché per noi potrebbe essere anche veleno.
Carimini ha anche parlato, nel contesto, della grande attenzione che si deve alla cura dell'ambiente.
A questo punto, sono cominciate le relazioni in programma.
La prima è stata quella tenuta da Fernanda Mirco, specialista in Scienza dell'Alimentazione, che ha discusso sul tema: "Disturbi alimentari: Testimonianze" ed infatti, ha detto Mirco, sono le mie testimonianze raccolte quale medico della disciplina del lavoro e che trattano del rapporto tra il cibo e la mente con un forte legame collegato alla nutrizione.
Il disturbo del comportamento alimentare è un disturbo psichiatrico ed un alterato rapporto con il cibo.
I due più grossi aspetti in questo campo sono l'anoressia e la bulimia ed in questi settori i nutrizionisti intervengono per consigliare un adeguato apporto alimentare.
Nelle trasmissioni televisive il cibo però non ha più una funzione nutrizionale, ma serve a riempire un vuoto di programmazione.
Bisogna invece essere attenti e scrupolosi, ha concluso Mirco, in quanto non siamo noi che mangiamo, ma è il cibo che mangia noi soprattutto di sera, quando siamo pronti e disponibili ad abbassare ogni barriera.
Giuseppe Vacchiano, docente di Medicina Legale sempre della Facoltà di Giurisprudenza di Unisannio, è intervenuto sul tema: "La corretta alimentazione e la tutela della salute".
Egli ha detto che da medico deve restare sul terreno del pragmatismo e quindi ha riferito, sempre a proposito dell'alimentazione umana e sulla necessità di un suo uso parsimonioso ed attento, che argomento della sua tesi di laurea, giusto 40 anni fa, fu l'incidenza del tumore al colon tra cittadini urbani ed abitanti di zone rurali o paesane, dove la vita viene gestita in maniera molto più povera in senso alimentare e dove si fa maggior uso di cibo ricco di fibre.
L'alimentazione, ha proseguito Vacchiano, è un nostro elemento principale ed è anche un indice di valutazione della nostra salute, che è peraltro il nostro primo diritto.
Il cibo è essenziale per il nostro corpo perché ne assicura le funzioni. Ma è anche un feticcio, un altare dove spesso viene sacrificata la nostra salute.
La verità è che si mangia troppo (a questo punto noi ed il collega vicino di sedia, quasi intimoriti, abbia tirato dentro la pancia fino a scoppiare...).
Vacchiano ha lanciato anche la proposta di agire in ambito scolastico dove dovrebbero tenersi delle lezioni di educazione alimentare.
Il cibo, dunque, deve essere assunto nelle quantità necessarie in quanto esso è anche possibile veicolatore di malattie.
Sull'igiene degli alimenti si è occupato il legislatore anche perché il cibo può anche essere dolosamente alterato.
Esso può essere elemento di vita, ma anche di morte.
Ilaria Fontana, psicologa psicoterapeuta, nel trattare il tema: "Il cibo come risposta unica ai bisogni, i rischi di una dipendenza" ha sottolineato come l'argomento trattato sia importante perché investe la quotidianità di tutti noi.
Il cibo ha un potenziale enorme: E' salute, è un diritto, è socialità ma è anche potenziale portatore di malattie. Il fenomeno del cibo è retto dal principio che è un piacere dei sensi e tutto questo ha una origine ed è funzionale che sia piacevole, altrimenti moriremmo perché nessuno vorrebbe più mangiare.
Quindi Fontana ha parlato del rapporto tra il cibo, la dipendenza ed il piacere, appunto.
Quando finisce la fame comincia l'appetito che non ha limite e può finire addirittura con il dolore nella parte dello stomaco che si dilata, ma fino ad un certo punto.
Antonio Di Fede, avvocato, dottore di ricerca, ha parlato su: "Il cibo e la sua qualificazione giuridica nell'ottica costituzionale".
Egli ha esordito dicendo che tutte le tematiche sono collegate con lo sviluppo sostenibile e quindi con la questione ambientale.
Sulla sicurezza alimentare è stata istituita addirittura un'autorità europea proprio a conferma dell'importanza dell'argomento.
Di Fede ha parlato anche della qualifica giuridica del cibo che è attratto nel più ampio aspetto dei beni giuridici.
In realtà nella Carta Costituzionale non c'è alcun riferimento allo sviluppo sostenibile ma l'attenzione porta a colmare proprio questo vuoto, un'attenzione che tende al bilanciamento  degli interessi tra la conservazione dell'ecosistema e quelli economici.
Un ruolo primario il cibo lo ha nell'Agenda 2030 dello sviluppo sostenibile.
Maria Carmela Amoriello Lamberti, avvocato e dottore di ricerca, ha parlato di "Responsabilità genitoriale, educazione alimentare e tutela del minore".
La sua attenzione, ha detto, è stata riservata alla tematica relativa alla tutela del minore e sull'intervento dei genitori nelle scelte alimentari, un'attività che avviene soprattutto in famiglia e che abbraccia appunto l'interesse del minore.
Non è una formula magica, ha detto Amoriello Lamberti, ma deve essere riempita di contenuti di volta in volta.
Quindi l'avvocato ha parlato degli aspetti negativi della dieta vegana, di quella cioè che va oltre quella vegetariana e che esclude ogni alimento derivato da proteine animali, una dieta che provoca però una carenza di vitamine che, in una vita in crescita qual è quella di un bimbo, potrebbe provocare delle problematiche anche molto serie.
Siamo in presenza in questo caso, di una scelta dei genitori imposta ai bambini.
C'è in verità una proposta di legge, ma mai portata a compimento, che tutela anche in questi casi il minore comminando pene anche severe ai genitori.
A questo punto, è intervenuta Rosanna Pane ricordando come questi episodi evochino la vicenda, balzata agli onori della cronaca qualche annio fa, quella delle donazioni di sangue, anche nei confronti di chi era in grave pericolo di vita, da parte dei Testimoni di Geova.
Ultimo intervento del lungo percorso, è stato quello di Alberto Paolo di Flumeri, assegnista di ricerca, che ha parlato di: "Donazione di prodotti alimentari, sviluppo sostenibile e solidarietà sociale".
Della solidarietà sociale si discute quale tema che sviluppa l'utilizzo dei bisogni della persona.
Ipotizzare per il cibo anche nuove qualificazioni giuridiche in base anche alle necessità della persona medesima.
Alberto Paolo di Flumeri ha quindi parlato di un altro argomenti di grande attualità, quello che va dal cibo al rifiuto sottolineando che c'è uno spreco esorbitante di cibo, appunto.
Buttiamo nella spazzatura quattro volte quello che occorrerebbe per sfamare il miliardo di persone nel mondo che di cibo proprio non ne ha.
Bisogna dunque sviluppare un sistema virtuoso verso l'uso e l'abuso degli alimenti.
Vi sono normative nazionali e sovranazionali che pongono direttive sulla sicurezza alimentare anche riguardo la pubblicità ingannevole, ma a servizio del consumatore che in definitiva è l'ultimo anello della catena, un soggetto, peraltro, del mercato, mentre invece bisognerebbe guardare più alla persona che al consumatore come tale.
La solidarietà, ha concluso Di Flumeri, è l'unico investimento che non finisce mai.

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