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Benevento, 13-05-2019 16:48 ____
Un patto tra i vescovi della metropolia per cercare di dare una scossa ed un aiuto alla risalita degli indici economici di Sannio ed Irpinia
Siamo la "Mezzanotte del Mezzogiorno?" I nostri laureati raggiungono le migliori statistiche ma poi bene o male vanno via e cosi' ci spopoliamo e perdiamo piu' di un paese all'anno. A giugno il Forum degli amministratori campani
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L'arcivescovo Felice Accrocca ha riunito quest'oggi nel Palazzo della Curia i vescovi delle Diocesi che comprendono i Comuni delle province di Benevento e Avellino.
Hanno tutti risposto all'appello tranne l'arcivescovo di Sant'Angelo dei Lombardi-Conza-Nusco e Bisaccia, monsignor Pasquale Cascio.
Al Tavolo hanno partecipato invece, oltre al padrone di casa, monsignor Arturo Aiello, vescovo di Avellino; Domenico Battaglia, vescovo di Cerreto Sannita-Sant'Agata dei Goti e di Telese Terme; Sergio Melillo, vescovo di Ariano Irpino e Lacedonia ed infine Riccardo Luca Guariglia, abate di Montevergine.
Ad aprire i lavori è stato don Maurizio Sperandeo, direttore delle Comunicazioni della Curia, il quale ha introdotto gli interventi affermando che i vescovi hanno sottoscritto una lettera-documento intitolata "Mezzanotte del Mezzogiorno?" nella quale, sottolineando "i gravi ritardi e gli squilibri nelle politiche economiche e sociali che si sono succedute in Campania", chiedendo "una svolta decisa e una più mirata politica di sviluppo integrato", soprattutto per l'Irpinia ed il Sannio, appunto, aree emblematiche delle difficoltà e dei disagi storici del Sud Italia.
La lettera contiene un appello ad intraprendere "con impegno e generosità traiettorie convergenti e progetti condivisi soprattutto tra i piccoli e medi Comuni dove lo spopolamento e l'emarginazione hanno toccato indici drammatici".
All'incontro hanno preso parte, assieme ad altri invitati, anche il sindaco Clemente Mastella ed il presidente della Provincia, Antonio Di Maria.
L'arcivescovo Accrocca ha detto che in coerenza con il documento viene preso atto della constatazione che la Campania è ancora diversa dal Mezzogiorno perché essa è addirittura il Sud del Sud.
In questo contesto, abbiamo i nostri laureati che raggiungono le migliori statistiche ma poi bene o male vanno via e così ci spopoliamo e perdiamo più di un paese all'anno.
Non ci sono alternative, ha detto l'arcivescovo: Ci salviamo solo stando insieme.
Poi mons. Accrocca ha voluto precisare: Come vescovi non ci sostituiamo a nessuno ma come pastori e come sentinelle del territorio, ci chiediamo quanto resti ancora della Notte (lo stesso documento è intitolato, appunto: "Mezzanotte del Mezzogiorno?").
Sul programma a farsi e sulle scelte non vogliamo invadere il campo, ha concluso mons. Accrocca.
Clemente Mastella ha detto che quella di oggi è una opportuna chiamata a raccolta per stare al fianco degli ultimi.
L'incidenza sul fenomeno spetta certamente alla politica mentre la Chiesa bene fa a spingere ed a sollecitare, è il sale ed il lievito che occorre.
Grati pertanto per questo atto giudizioso ed importante.
Da noi è peggio della mezzanotte, ha ancora detto Mastella. Noi non siamo in stagnazione economica ma in piena recessione.
La spinta che date auspichiamo sia forte e giunga e coinvolga anche i Governi che poco hanno fatto e fanno, compresi quelli degli anni andati di cui ho fatto parte.
L'arcivesovo Accrocca è tornato sul Forum degli amministratori campani, già anticipato in precedenti incontri, che si terrà il 24, 25 e 26 giugno prossimi e che avrà per tema: "La pace è... Consapevolezza, start up di comunità e dialogo tra territori".
L'evento si terrà al Centro "La Pace" e ci si augura possa diventare un vero e proprio laboratorio e che faccia da lievito anche per iniziative a livello nazionale.
Per le aree interne ci sono due sbocchi da considerare: Il primo è quello di essere considerate il polmone verde di un'area vasta, qual è la Campania, dove tanti milioni di persone che sono ammassate in non moltissimi chilometri quadrati, possono scaricare le tensioni visitando ed abitando i nostri bei paesi che si stanno spopolando; o possiamo diventare la pattumiera sempre di questi milioni di abitanti che abbiamo a poca distanza da noi.
Ci auguriamo che tra le due opzioni prevalga la prima, ha concluso l'arcivescovo.
Antonio Di Maria, presidente della Provincia, ha parlato di un pregevole affronto delle problematiche delle aree interne.
Noi alla Riocca stiamo già lavorando alle sorti di questa provincia, ha detto.
Occorre dotarci di uno strumento decennale di strategia per il nostro territorio. L'ambiente ed il paesaggio sono gli elementi che dobbiamo proporre.
Il vescovo di Avellino, Arturo Aiello, ha parlato di un coordinamento necessario tra i territori irpino e sannita. Ma voi che c'entrate, si è chiesto il vescovo ipotizzando l'obiezione di qualcuno?
Non è presunzione la nostra ma senso di responsabilità civica. Siamo difensori di una identità così come si faceva una volta.
Stiamo lanciando un sasso nella piccionaia, speriamo serva.
Auspichiamo un'alleanza con gli amministratori del territori e che abbiano competenza, al di là della colorazione politica, ha concluso il vescovo Aiello.
Giuseppe Marotta, direttore del Dipartimento Demm dell'Università degli Studi del Sannio ha parlato di una iniziativa importante quella di oggi e non mi preoccuperei, ha detto, delle eventuali obiezioni.
Il tema del lavoro è oramai rimasto ai margini e non se ne parla nemmeno nel corso di questa campagna elettorale.
Ci sono tate iniziative in atto ma il rischio è che abbiamo tante tessere di un mosaico ma non riusciamo a metterle nel modo giusto per comporre questo puzzle.
Occorre allora una regia unica per un disegno comune.
Creiamo, ha concluso Marotta, una forza di lavoro per fermare i tanti nostri giovani laureati che vanno via procurandoci un doppio danno: Quando li abbiamo formati e quando portano altrove la loro conoscenza. Paghiamo due volte come territorio.

Le foto sono di "Gazzetta di Benevento". Riproduzione vietata.

   

 

 

 

 

 

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