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Benevento, 21-04-2019 13:29 ____
L'invito ai rappresentanti istituzionali locali e' di recarsi, a cadenza periodica, al Cimitero ma anche nei reparti di oncologia pediatrica
Solo cosi', forse, almeno si spera, che quanti sono al potere torneranno a sedersi al posto di comando, con una nuova visione della vita, dopo aver valutato, di persona, la quotidiana sofferenza umana
Nostro servizio
  

Peppino De Lorenzo, rompendo ogni tradizione consolidata, ha lasciato la sua Benevento per il giorno di Pasqua allontanandosi, in comitiva, con la sua famiglia e con gli amici, per raggiungere il mare (qui è con un gruppo di bimbi che si dicono essere già suoi strenui e convinti lettori...).
Non ha, però, dimenticato di cogliere l'occasione della Pasqua per porgere i migliori auguri ai lettori e soffermarsi ad analizzare il difficile momento che stiamo attraversando rivolgendo, in proposito, un invito a chi ci governa a guardarsi intorno, con più attenzione.
Ecco ciò che scrive.
"Come da consuetudine, anche quest'anno, rivolgo l'augurio di serenità a tutti i lettori che, giorno dopo giorno, condividendo o meno il nostro pensiero, ci seguono.
Credo sia superfluo ripetere, ancora una volta, che il momento che si attraversa sia sempre più difficile; che ogni speranza di ripresa ceda il passo, dinanzi alla realtà dei fatti; che, in definitiva, il disincanto, unito ad una buona dose di cinico fatalismo, accompagna, inesorabilmente, le nostre giornate.
Tutto è divenuto precario.
Ai ragazzi, segnatamente noi adulti, molto spesso, offriamo esempi non, di certo, edificanti.
Bambini che crescono decisamente in fretta, frutto di famiglie disgregate, genitori spesso, troppo spesso, assenti o, se presenti, con il pensiero rivolto altrove.
Per ritornare alla sanità, non è affatto necessario aggiungere altro e la realtà, qui da noi, dopo diversi anni di silenzio incarnato, in ultimo, mi ha dato, finalmente, ragione.
Non è mia intenzione addentrarmi, sia ben chiaro, in altre valutazioni che, allo stato, non aggiungerebbero nulla a quanto è ormai, ampiamente, risaputo. Epperò, una semplice considerazione mi sia concessa.
La situazione, nel suo complesso, è, senza verun dubbio, gravissima, ma c'è, purtroppo, tra i duellanti odierni, qualche lato oscuro che sfugge agli occhi dei più.
Non può essere ammesso il potere della politica per gestire la sanità, in tutte le sue molteplici articolazioni.
Mai ed in nessuna circostanza.
Mi fermo qui, con la speranza che la telenovela abbia, finalmente, una volta per sempre, a finire.
Bene. La primavera, quest'anno, dopo un lungo e freddo inverno, sembra non arrivare più.
L'altra mattina, in una delle mie frequenti visite presso il Cimitero, ho notato, tuttavia, che i fili d'erba hanno incominciato a far capolino tra le tombe, le prime gemme sembrano rifiorire ed anche i cipressi si sono rinverditi.
Ciò offre la conferma che l'universo, nel suo complesso, anche se lentamente, si stia risvegliando, appunto, dopo un lungo e perdurante inverno. I morti, però, malgrado il rifiorire della natura intorno a loro, non si svegliano più.
Passa il tempo, trascorrono gli anni, ma questa sensazione l'avverto sempre, con la stessa intensità, ogni primavera che arriva. Sono ormai convinto che non si cancellerà mai e che si concluderà solo con me.
Guardandoci intorno, nel mondo, sempre più caotico e privo di valori che ci circonda, sembra, talvolta, che una beata incoscienza prenda tutti noi. Infatti, con estrema leggerezza, scivoliamo, fors'anche inconsciamente, sulla strada impervia della vita.
Andiamo avanti imperterriti, sempre più frettolosi, mentre sono in tanti, giorno dopo giorno, a cadere intorno a noi, uno, di seguito, all'altro.
Quotidianamente, ascoltiamo storie terribili di angosce e di ferite, di tormenti e di dolori, senza renderci conto che anche noi ci avviamo, probabilmente anche inconsapevoli, verso un traguardo inesorabile.
Quando, poi, capita, quasi stupiti, ci chiediamo: "Perchè proprio a me?"
Molti uomini pensano solo al futuro dimenticando di vivere il presente.
In questo modo, non vivono né il presente, né il futuro. Inquietante è la modalità usata ed angosciante il rituale.
Nel giorno della Pasqua, in tutta umiltà, mi sia concesso rivolgere un invito a chi ci governa e, segnatamente, ai rappresentanti istituzionali locali.
Quello di recarsi, a cadenza periodica, appunto, al Cimitero della città, ma, e principalmente, nei reparti e negli ambulatori di oncologia dei due ospedali cittadini, nelle strutture per la pratica dei trattamenti riabilitativi, in qualche divisione di oncologia pediatrica.
La sofferenza di bambini, ragazzi, adolescenti è contro natura. Rimane, per quanti sforzi si facciano, inspiegabile ed ingiustificabile.
Dovrebbero essere, queste ultime, ripeto, visite periodiche.
Solo così, forse, almeno si spera, che quanti sono al potere torneranno a sedersi al posto di comando, con una nuova visione della vita, dopo aver valutato, di persona, la quotidiana sofferenza umana.
Se, anche dinanzi a queste realtà che invitano sempre a riflettere, e non poco, non migliorerà la condotta di vita dei nostri governanti, ciò dimostrerà che non vi sia speranza alcuna.
Saremo, quindi, tutti morti. Proprio tutti.
Auguri, intanto, principalmente, di serenità".

comunicato n.121701



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