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Benevento, 18-04-2019 20:44 ____
Brexit: I danni per Londra certamente non saranno pochi, pero' neanche il resto d'Europa ne uscira' incolume
Sulla scia dell'uscita londinese l'Italia, se si separasse dalla Ue, potrebbe guardare con un certo interesse solo alla sponda sud del Mediterraneo, verso la Libia. Che bella prospettiva...
di Roberto Costanzo
  

Non poche volte sul tavolo del Caffè chiacchierato si è parlato anche del Referendum svoltosi in Gran Bretagna, il 26 giugno 2016, sulla Brexit.
Oggi si rileva che, a distanza di tre anni, gli inglesi non sembrano più tanto convinti di quella scelta e del modo di concluderla.
Ripetute e contradditorie votazioni al Parlamento di Londra; variegati e inconcludenti incontri del premier Theresa May a Bruxelles e nelle capitali dei principali Paesi europei hanno prodotto soltanto incomprensioni e ulteriori rinvii.
Chi l'avrebbe mai detto che proprio gli austeri ed irreprensibili inglesi non sarebbero riusciti a trovare il punto di arrivo: quasi avessero intrapreso, proprio loro, una strada senza conoscerne il percorso.
Nella lunga e florida storia del Regno Unito una scena del genere non si era mai vista.
Dovremmo pensare che l'allora premier Cameron, che indisse il referendum, mirasse ad altro e non alla Brexit; la quale oggi risulta essere "il figlio indesiderato del tatticismo politico di quel premier".
Cameron voleva forse provocare o sfidare i partner europei, quasi per ricattarli al fine di incassare qualche altro speciale svantaggio a spese di Bruxelles e rafforzare la propria leadership a Londra. Ma aveva fatto male i conti ed oggi i suoi errori li sta pagando soprattutto il suo Paese.
I danni per Londra certamente non saranno pochi, però neanche il resto d’Europa ne uscirà incolume.
Danni molto rilevanti soprattutto per chi lascia il mercato unico europeo, ma anche per chi vi resta.
Lo ha riscontrato Milena Gabanelli sul Corriere: "Le esportazioni italiane verso la Gran Bretagna ammontano a oltre 23 miliardi di euro all'anno, e quelle della Gran Bretagna verso l'Italia valgono 11 miliardi".
I dazi e i controlli doganali, se dovessero ritornare, costerebbero ben oltre il 30% del valore commerciale e non tutti a carico di chi lascia l’Unione Europea (Ue).
Pertanto non sono pochi, né di facile comprensione, i motivi della lunga e difficile trattativa tra Londra e Bruxelles.
Qualche leader politico italiano, che un giorno sì e un giorno no auspica l'Italexit, dovrebbe leggersi attentamente la storia di questi tre anni di trattative per la Brexit: dal tatticismo di David Cameron all'indecisionismo di Theresa May, senza trascurare che le carte che può giocare Londra, in Europa e nel mondo, in ogni caso non potrebbe mai giocarle Roma.
Per questo, la Brexit, secondo qualche partecipante al Caffè chiacchierato, potrebbe essere una buona lezione per l'Italia.
La Gran Bretagna negli ultimi secoli ha esercitato un notevole potere coloniale nel mondo, cosa che nessun altro Paese europeo aveva mai potuto fare in così tante aree geografiche.
Oggi a Londra qualcuno si illude che, fuori dalla Ue, la Gran Bretagna potrebbe tornare ad essere potente ed influente come nei secoli scorsi.
E' una pia illusione, sebbene, visti gli ammiccamenti del presidente Trumph, qualcuno, oltre Manica, potrebbe guardare con grande interesse alla sponda ovest dell'Atlantico, verso gli Usa.
Sulla scia della Brexit, l'Italia, se si separasse dall'Ue, potrebbe guardare con un certo interesse solo alla sponda sud del Mediterraneo, verso la Libia. Che bella prospettiva...

comunicato n.121664



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