Benevento, 10-02-2019 16:10 |
____ |
|
Celebrare la Giornata del Ricordo significa rivivere una grande tragedia italiana, per molti decenni dimenticata
|
|
|
Redazione |
|
Fioravante Bosco, segretario generale aggiunto della Uil Avellino-Benevento, ha ricordato che oggi è il Giorno del Ricordo.
"Esso - scrive - viene celebrato in memoria delle vittime delle foibe, dell'esodo giuliano-dalmata e delle drammatiche vicende del confine orientale negli anni a cavallo del secondo dopoguerra.
Istituito per legge nel 2004, il 10 febbraio rappresenta il momento solenne in cui vengono ricordate le migliaia di infoibati e i circa 250 mila profughi giuliani, dalmati e fiumani che furono costretti a lasciare le loro case dopo la firma dei Trattati di Parigi, il 10 febbraio 1947, che assegnavano alla Jugoslavia l'Istria, il Quarnaro e la maggior parte della Venezia Giulia.
Quest'anno voglio ricordare i patimenti a cui furono sottoposte le sorelle Radecchi: Fosca aveva 16 anni, Caterina 19 e Albina ne aveva 21.
Le sorelle Radecchi furono arrestate dai partigiani slavi nei giorni successivi l'8 settembre 1943, furono trasportate a Barbana, ove furono impiegate come sguattere.
In questo periodo, furono violentate varie volte, fino a quando si decise la loro eliminazione.
Secondo la ricostruzione, fra il 2 al 5 ottobre (giorno dell'uccisione) furono nuovamente violentate e seviziate dai loro carcerieri.
Il corpo di Albina fu trovato con una ferita di arma da fuoco alla testa, a differenza delle sorelle minori che presentavano varie fratture al cranio: ciò lascia intendere che furono gettate nella foiba ancora vive.
Le sorelle Radecchi furono trucidate e infoibate a Terli.
Celebrare la giornata del Ricordo, significa rivivere una grande tragedia italiana, per molti decenni dimenticata.
Sul territorio italiano la conclusione del conflitto contro i nazifascisti sanciva la fine dell'oppressione e il graduale ritorno alla libertà e alla democrazia.
Ma, contemporaneamente, un destino di grande sofferenza attendeva gli Italiani nelle zone occupate dalle truppe jugoslave del maresciallo Tito".
|
|