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Benevento, 10-12-2018 21:18 ____
Festeggiamo 10 anni di follia grazie a coloro che hanno sostenuto da tutta Italia l'iniziativa: "Facciamo un pacco alla camorra"
Si tratta del progetto promosso dal Comitato don Peppe Diana in collaborazione con Libera ed attuato dal Consorzio Nuova Cooperazione Organizzata. L'evento si e' svolto nella parrocchia dell'Addolorata al Rione Liberta'
di Simone Razzano
  

"Facciamo un pacco alla camorra", il progetto promosso dal Comitato don Peppe Diana in collaborazione con Libera ed attuato dal Consorzio Nuova Cooperazione Organizzata (Nco), compie dieci anni.
Il progetto permette di vendere e far conoscere prodotti enogastronomici realizzati su beni confiscati e, nel corso degli anni, si è fatto apprezzare per la capacità di coniugare la bellezza del riscatto con la valorizzazione del proprio del territorio.
La presentazione del "pacco" ormai è diventata un appuntamento fisso anche per il territorio sannita che quest'anno si è rinnovato proponendo una più stretta collaborazione tra il coordinamento provinciale di Libera, l'Azione Cattolica della parrocchia Santissima Addolorata al Rione Libertà e il gruppo scout Agesci Benevento 2.
La presentazione, tenutasi proprio nella parrocchia Santissima Addolorata al Rione Libertà, ha registrato una nutrita partecipazione di giovani e di Istituzioni tra cui il procuratore della Repubblica di Benevento, Aldo Policastro; il comandante provinciale dei Carabinieri, Alessandro Puel e il questore, Giuseppe Bellassai.
Prima dell'inizio della manifestazione è passato per un saluto anche il primo cittadino, Clemente Mastella.
L'edizione 2018 di "Facciamo un pacco alla Camorra" sarà acquistabile in città grazie alla disponibilità di due edicole No Slot: quella di Francesco De Vita al viale Mellusi e quella di Angela Guerriero in viale Principe di Napoli che consentiranno di acquistare il pacco in due formati, piccolo e grande, accedendo, così, ai tanti prodotti realizzati sui beni confiscati.
La presentazione dell'iniziativa, coordinata dai giovanissimi Alessandro Ucci del Clan Gruppo Scout Benevento 2 e da Ivan Arezzo dell'Azione Cattolica, ha accolto, in prima battuta, la testimonianza di Francesca Mandato, presidente dell'Azione Cattolica della parrocchia Santissima Addolorata che ha sottolineato la "necessità di costruire alleanze con associazioni e altri soggetti, tra cui Libera.
L'invito del Vangelo è proprio quello di essere assetati di verità e di giustizia e Libera ci sprona in questo senso".
Mandato, a proposito dell'essere cittadini attenti, ha fatto cenno di quanto accaduto con la festa rionale, prima gestita in maniera opaca, poi "tornata in mano dei ragazzi grazie all'impegno di tanti giovani che volevano costruire qualcosa di bello".
"Il senso del pacco è quello di stasera: Vedere tanti giovani e tante autorità insieme", ha detto Michele Martino, referente del Coordinamento provinciale di Libera.
"Questo - ha continuato Martino - consente di lanciare un messaggio chiaro al rione Libertà: Lo Stato c'è. Ciò deve spronare tutti verso un percorso di cambiamento e di presa di coscienza, capace di portare a denunciare tutte le illegalità presenti nel nostro quartiere, illegalità che non fanno altro che fare "il pacco" alla nostra città e alla nostra provincia".
Venendo all'edizione 2018 del Pacco, Martino ha detto: "E' significativa la confezione di quest'anno che riporta dei fogli di giornale: Ricordo che, infatti, don Peppe Diana fu ucciso due volte.
Prima dai suoi assassini e poi proprio da certa stampa che lo accusò di custodire armi, di frequentare donne, di essere un crimine.
allora oggi è bello leggere, invece, storie diverse: è bello leggere che ci sono 10 anni di follia legate all'operato della Nuova Cooperazione Organizzata".
"Non si tratta di un pacco natalizio - ha chiarito Martino - ma è la storia di donne e uomini, dei nostri territori, dello Stato che vince.
Non è il costo del pacco che ci interessa ma il prezzo che si è dovuto pagare per poter arrivare a produrlo.
Anche nella nostra provincia esistono beni confiscati, cosa vogliamo farne?
Chiediamo che quanto prima venga convocato il Tavolo per il bene confiscato a Benevento.
A tal proposito riteniamo che le mafie si battono a Roma, in Parlamento: In questo senso ciò che prevede il Decreto Legge Sicurezza in materia di beni confiscati fa orrore alla memoria di Pio La Torre".
Concludendo Martino ha detto: "Se esiste la criminalità organizzata allora anche il bene deve organizzarsi: Solo insieme, infatti, si fa il pacco alla camorra".
Il breve saluto di don Michele Villani, parroco della Santissima Addolorata e la testimonianza di Stefano Di Rubbo, giovane capo scout, che ha raccontato la sua esperienza presso la base scout "Volpe Astuta", primo bene confiscato assegnato a un’associazione nel territorio palermitano, hanno fatto da cornice agli intensi interventi di Raffale Carotenuto e Gaetano Paesano della Cooperativa "Al di la dei sogni" sorta su un bene confiscato alla criminalità organizzata.
Il primo ha raccontato di come sia entrato in contatto con la cooperativa dove oggi lavora e che gestisce, a partire dal 2008, il bene confiscato "Alberto Varone", presso Maiano di Sessa Aurunca, in provincia di Caserta, proponendo, grazie alle attività della fattoria didattica, dell'agricoltura sociale e del turismo responsabile e sostenibile, occasioni per ritrovare la propria dignità a soggetti appartenenti "fasce deboli" o svantaggiate.
"Oggi festeggiamo dieci anni di follia grazie a coloro che ci hanno sostenuto da tutta Italia", ha detto Carotenuto.
"Iniziando a lavorare in cooperativa ho conosciuto storie particolari che senza il “pacco” oggi non si potrebbero raccontare: Una di queste è quella di Gaetano.
Perché fare le scelte dipende anche dalla possibilità di scegliere: Il nostro compito è quello di costruire opportunità, accompagnando le persone a vivere la propria vita felicemente".
Gaetano Paesano, prendendo la parola, ha raccontato la sua commovente storia di giovane ragazzo nato a Scampia, negli anni in cui questa era la più grande piazza di spaccio d'Europa.
Da quei luoghi Paesano è presto entrato a far parte della criminalità locale, dedicandosi allo spaccio di stupefacenti.
Dopo il primo arresto a 15 anni, ne sono seguiti altri, dovuti soprattutto alla necessità di procurarsi denaro per acquistare sostanze stupefacenti di cui anche egli stesso era diventato dipendente.
Dopo un lungo percorso riabilitativo, Paesano ha raccontato di essere stato accolto proprio presso la Cooperativa "Al di la dei sogni" di cui oggi è socio lavoratore: "Qui ho conosciuto persone che si prendono davvero cura di me.
Mi hanno insegnato cosa voglia dire il mondo del lavoro, mi hanno insegnato cosa voglia dire amicizia.
Con loro ho condiviso tutto quello che mi sono perso nella mia vita.
Ora sono socio della cooperativa e ogni mattina, quando vado al lavoro, ho un appuntamento con la vita".

Le foto sono di "Gazzetta di Benevento". Riproduzione vietata.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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