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Benevento, 30-11-2018 23:41 ____
La Commissione Finanze vuole vederci chiaro nella donazione al Comune delle opere di Paladino contenute nell'Hortus Conclusus
Sembrerebbe che non ce ne sia bisogno e che quindi non dovrebbero essere rispettate le condizioni regolamentarie richieste dal maestro. Salta ogni decisione. I consiglieri ora vogliono esaminare le vecchie carte
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Qualcosa non va in quella ipotesi di Regolamento nella gestione dell'Hortus Conclusus (foto) proposto assieme all'atto di donazione.
Troppi spazi concessi all'autore delle opere in esso contenute, Mimmo Paladino ed una "sudditanza" del Comune lì dove non se ne ravviserebbe la necessità visto che tutto è stato definito molti anni fa e le opere sono su suolo comunale, in un Museo a cielo aperto costato oltre 800 milioni di lire.
Di tanto se ne è discusso oggi nella Commissione Finanze presieduta da Annalisa Tomaciello che non ha potuto fare altro che sospendere ogni esame chiedendo alla struttura di fornire la Commissione di tutta la documentazione relativa all'argomento, una documentazione che, così come sottolineato da Francesco De Pierro, capogruppo del Pd, è composta da più atti e che è talmente datata da affondare le sue radici addirittura negli anni Novanta.
Il Consiglio che dovrebbe esaminare questo Regolamento dovrebbe tenersi nella prossima settimana ma alla luce anche di questa fermata, è probabile che slitti.
In realtà la proposta di deliberazione riguarda l'accettazione della donazione fatta da Mimmo Paladino nel 2007 dinanzi al notaio Caruso, una donazione modale, che è gravata cioè da un onere a carico del donatario e dunque con alcune condizioni da rispettare da parte del Comune altrimenti l'autore ritornerebbe in possesso delle sue opere.
In base a queste condizioni il Comune ha quindi organizzato un Regolamento, come detto innanzi, che tenesse conto delle condizioni dettate da Paladino.
De Pierro però ritiene che vi sia già una Convenzione tra il Comune ed il maestro, redatta all'atto della realizzazione delle opere in quanto fu il Comune, alle fine degli anni Ottanta ed all'inizio degli anni Novanta a finanziare la realizzazione delle opere medesime.
Secondo De Pierro, dunque, il Comune non dovrebbe accettare alcuna donazione e quindi nessuna condizione in quanto il complesso scultoreo di Paladino si trova all'interno di una proprietà comunale ed è già tutto regolamentato.
De Pierro ha chiesto l'acquisizione di questa vecchia documentazione, richiesta a cui ha aderito anche il presidente Tomaciello, per valutare quanto stailito all'epoca. Sembra poi strano che nessuna Amministrazione, dal 2007 (donazione) ad oggi, abbia mai accettato questa donazione pur essendo trascorsi 11 anni che diventano quasi trenta se si parta dalla realizzazione del complesso scultoreo.
Ora la questione dovrà essere approfondita prima di valutare la necessità di emissione del parere.
La esigenza poi di regolamentare la gestione dell'Hortus, vietando magari di tenere al suo interno delle feste, di vietare parimenti l'uso di bevande e così via, quella resta ma senza che a dettarne le condizioni fosse il maestro Paladino.
Il Regolamento prevede anche la nascita di una Commissione, che comprende anche il maestro Paladino o qualcuno da lui designato, che deciderà sull'accesso all'Hortus a manifestazioni ed a quant'altro.
Sarebbe poi previsto anche un biglietto d'ingresso di 1 euro.
Con questo incasso si dovrebbe garantire la manutenzione dello spazio museale.
Queste condizioni sarebbero state allegate da Paladino all'atto di donazione con  invito ad osservarle.
Ora la Commissione vuole sapere se, al di là della necessità di istituire una regolamentazione, sie debba essere seguito nell'articolato alle condizioni dettate da Paladino.
Non è escluso, infine, che il Regolamento debba essere approvato dalle Commissioni congiunte di Finanza e Cultura.

comunicato n.118036



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