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Benevento, 04-10-2018 15:55 ____
Liberiamoci delle ricchezze come fece San Francesco e cosi' faremo a meno anche degli ansiliotici che sono prerogativa del mondo occidentale
Non molliamo e non perdiamo la tensione, ha detto il direttore della Caritas, don Nicola De Blasio all'avvio della mission annuale. L'uomo ha l'anima ed e' quella che non ci deve far fare le cose senza immettere il calore umano
Nostro servizio
  

Nella chiesa di San Pasquale è stata celebrata stamane la festività di San Francesco, patrono d'Italia.
La celebrazione eucaristica è stata presieduta da monsignor Francesco Iampietro, vicario generale dell'Arcidiocesi di Benevento.
Al termine della Santa Messa, a prendere la parola è stato don Nicola De Blasio, direttore della Caritas, che ha introdotto la relazione che presenta la strategia pastorale che vedrà impegnati gli operatori della carità della nostra diocesi su diversi livelli: spirituale, formativo, di testimonianza concreta di servizio verso gli ultimi e i fragili.
Il mandato di avviare i nostri lavori, ha detto don Nicola De Blasio, lo abbiamo avuto dal vicario generale monsignor Impietro essendo il nostro vescovo presente ad Assisi quest'oggi.
Non dimentichiamoci, ha detto don Nicola, che rispondiamo ad una vocazione.
Con il Consorzio "Sale della Terra" poi, siamo una cosa sola avendo la stessa mission, quella di essere operatori della carità.
Voi, ha detto don Nicola rivolto ai giovani ed ai volontari presenti, siete la faccia bella e dovreste riverberare il volto di Francesco d'Assisi.
Francesco da giovane aveva un cavallo, aveva una casa in pietra, aveva di che mangiare tutti i giorni, insomma era un giovane ricco, ma era anche povero perché infelice.
Riprenderà a godere dei valori della vita e ad essere nuovamente felice allorquando scenderà dal cavallo.
Poi don Nicola a proposito della ricchezza ha detto che gli ansiolitici si usano nel mondo occidentale che è quello più ricco ma non sono le cose materiali che danno la felicità.
Quindi ha riferito della tesi di uno scienziato che ha affermato che il cervello dell'uomo è più grande di quello della donna e che quindi ha maggiori capacità di intrapresa.
Siamo alla follia, ha detto don Nicola, stiamo diventando veramente pazzi e praticando nuovamente le ragioni della razza mentre essa non può essere che una sola, quella umana.
Il direttore della Caritas ha concluso invitando tutti a liberarsi da tutto ciò che rappresenta un catenaccio.
Non molliamo e non perdiamo la tensione.
L'uomo ha l'anima ed è quella che non ci deve far fare le cose senza il calore umano.
Ultimata la presentazione ai presenti è stata distribuita la relazione che presenta la strategia pastorale.
Eccone il testo.
"Quest’anno, la Programmazione dell'Ufficio Caritas parte dal messaggio che Papa Francesco ha firmato simbolicamente nella data del 13 giugno, memoria liturgica di Sant'Antonio da Padova, Patrono dei Poveri, per la II Giornata Mondiale dei Poveri che celebreremo, in modo solenne, il prossimo 19 novembre, dalle proposte scaturite dagli incontri dei mini convegni zonali della Diocesi, e dai suggerimenti che l'arcivescovo ci ha dato nell'incontro di programmazione diocesana, declinandone obiettivi specifici e azioni secondo modi e tempi suggeriti dalla prossimità con le parrocchie e con le fragilità della nostra società.
La Caritas, in questi anni difficili, riveste un ruolo importante per il sostegno a molte famiglie attraverso il Centro di ascolto, la Mensa, il Dormitorio, il Market Solidale, il Centro distribuzione dei prodotti Agea, la strategia politico-pastorale del Manifesto dei Piccoli Comuni del Welcome, che ha coinvolto intere comunità e centinaia di giovani nelle dinamiche dell'integrazione, con l'accoglienza dei migranti, di chi vive situazioni di disagio fisico o mentale, con la società civile.
La carità non è un'appendice della parrocchia che viene lasciata alla buona volontà di pochi e dei soliti, ma riguarda tutti.
Il beato Paolo VI volle fortemente che la Caritas fosse implementata a livello diocesano e parrocchiale; e volle che avesse carattere pastorale ed educativo.
Nel 1972, in occasione del primo incontro nazionale con la Caritas, le affidava questo preciso mandato: "Sensibilizzare le Chiese locali e i singoli fedeli al senso e al dovere della carità in forme consone ai bisogni e ai tempi".
Mi piacerebbe quest'anno che qualche giovane animatore possa essere più coinvolto in tale settore.
L'arcivescovo, nell'incontro in Cattedrale per l'inizio di questo anno pastorale diocesano, il 30 settembre scorso, ha proposto come riflessione per il cammino della Diocesi l'icona dell'incontro di Gesù con la samaritana al pozzo di Giacobbe, invitando tutti i credenti della chiesa beneventana a mettersi in ascolto della Parola per evitare di ridursi in banalità, in questioni organizzative, senza che ci si ponga davvero alla ricerca di Gesù, senza aprirsi interiormente alla sua Parola, senza comunicarsi agli altri.
Quante volte si finisce per affannarsi alla ricerca di acque che non spengono la sete, che non appagano, disdegnando la vera acqua che, essa sola, può spegnerla?
Poco importa che siamo vescovi, sacerdoti, consacrati, laici: se nelle nostre attività cerchiamo noi stessi, la nostra affermazione, il nostro successo, se "facciamo" per riempire i vuoti che ci portiamo dentro, non siamo destinati che al fallimento e a una frustrazione continua!
Nel messaggio del Santo Padre, per la II giornata mondiale dei poveri, è chiaramente espresso dalle parole del Salmo 37 che hanno ispirato le realizzazione di quanto viene offerto alla Chiesa Universale per l'anno 2018: "Questo povero grida e il Signore lo ascolta".
Il contenuto del messaggio si sviluppa intorno a tre verbi: "Gridare", "Rispondere" e "Liberare".
Per ognuno di questi tre verbi, papa Francesco elabora una breve sintesi esistenziale che provoca a riflettere e a proporre azioni coerenti di testimonianza delle nostre comunità parrocchiali.
Anzitutto, il Papa si domanda e ci domanda, "come mai questo grido, che sale fino al cospetto di Dio, non riesce ad arrivare alle nostre orecchie e ci lascia indifferenti e impassibili?" (numero 2).
Il Papa risponde positivamente affermando che: "E' il silenzio dell’ascolto ciò di cui abbiamo bisogno per riconoscere la loro voce.
Se parliamo troppo noi, non riusciremo ad ascoltare loro.
Spesso, ho timore che tante iniziative pur meritevoli e necessarie, siano rivolte più a compiacere noi stessi che a recepire davvero il grido del povero.
In tal caso, nel momento in cui i poveri fanno udire il loro grido, la reazione non è coerente, non è in grado di entrare in sintonia con la loro condizione.
Si è talmente intrappolati in una cultura che obbliga a guardarsi allo specchio e ad accudire oltremisura se stessi, da ritenere che un gesto di altruismo possa bastare a rendere soddisfatti, senza lasciarsi compromettere direttamente". (numero 2).
Il Papa afferma, inoltre, che la povertà "non è cercata, ma creata dall'egoismo, dalla superbia, dall'avidità e dall'ingiustizia.
Mali antichi quanto l'uomo, ma pur sempre peccati che coinvolgono tanti innocenti, portando a conseguenze sociali drammatiche". (numero 4). Prendendo come icona il racconto del cieco Bartimeo (cf. Mc 10,46-52), Papa Francesco attesta nel Messaggio che tanti poveri si sono identificati in questo povero ai margini della strada, che molti volevano zittire.
Anche oggi, sostiene il Papa, "le voci che si sentono sono quelle del rimprovero e dell’invito a tacere e a subire" (numero 5).
Per questo il richiamo di Papa Francesco è forte e lapidario: "Sono voci stonate, spesso determinate da una fobia per i poveri, considerati non solo come persone indigenti, ma anche come gente portatrice di insicurezza, instabilità, disorientamento dalle abitudini quotidiane e, pertanto, da respingere e tenere lontani". (numero 5).
La risposta dei credenti, pertanto, ha bisogno di essere coerente e deve sapere che un comportamento contrario, non solo rende indifferenti nei confronti dei poveri, ma paradossalmente allontana da Dio che sta loro vicino.
Da ultimo, il Papa mette in guardia dal "giocare per avere il primato di intervento" (numero 7).
Chiede, anzitutto ai cristiani di comprendere "quanto sia distante il nostro modo di vivere da quello del mondo, che loda, insegue e imita coloro che hanno potere e ricchezza, mentre emargina i poveri e li considera uno scarto e una vergogna" (numero 8).
Al contrario, i discepoli di Cristo "sono chiamati a rendere loro onore, a dare loro la precedenza, convinti che sono una presenza reale di Gesù in mezzo a noi". (numero 7).
Questa è una veritiera opera di liberazione, perché aiuta a creare le condizioni necessarie per rispettare la dignità delle persone più deboli.
Attraverso l'azione pedagogica della Caritas, in sintonia e in comunione con Colui che siede sulla Cattedra di Pietro e Presiede le Chiese nella Carità, intende ribadire la sollecitudine della comunità cristiana beneventana verso quanti vivono ai margini della società a causa della loro condizione di povertà.
In piena aderenza al magistero e alla premura del Santo Padre e della Chiesa, la programmazione di quest'anno vuole essere una chiamata per le nostre comunità parrocchiali, all'ascolto che si trasforma poi in intervento, in azione concreta, per affermare a voce alta il rifiuto dell'indifferenza e dell'impassibilità che attanagliano questo periodo storico più di altri.
E' un invito all'incontro con le diverse forme di sofferenza ed emarginazione in cui vivono tanti uomini e donne che siamo abituati a disegnare con il termine di "poveri".
Di fronte a questa multiforme sofferenza e a questo grido di aiuto si impone la prima clamorosa verità su cui si fonda la nostra mission: Il Signore ascolta!
La speranza di un Dio che ascolta viene proclamata per quanti a loro volta cercano l'abbraccio del Padre.
Nessuno, dunque, può sentirsi escluso dall'amore di Dio; specialmente in un mondo che eleva spesso la ricchezza a primo obiettivo e rende chiusi in se stessi.
Non è vano quindi il grido del povero.
Non solo, questa dimensione relazionale di grido-ascolto ricorda come ogni iniziativa di aiuto e assistenza debba essere inquadrata in questa prospettiva di incontro con l'altro e non, invece, nel circuito chiuso dell'autocompiacimento delle coscienze.
Insomma, è una provocazione forte ad ascoltare la voce del povero che grida.
Papa Francesco con le parole del Salmo, infine, consegna un messaggio di grande speranza, introducendo un'espressione di enorme impatto: "Ho cercato il Signore: mi ha risposto".
E' disarmante la semplicità con cui è espresso l'esito di questa ricerca.
Il Signore, dunque, risponde!
Per chi è nell'indigenza, questa certezza illumina una notte spesso sconfinata, che non conosce l'alba.
Il progetto programmato che abbiamo elaborato, non lenirà probabilmente tutte le ferite che lacerano la vita di quanti vivono ai margini; e, tuttavia, vuole essere un segno di speranza e una provocazione a diventare strumenti di misericordia viventi nel tessuto capillare della società, della comunità e dell’incontro personale.
Come dice il Papa nel messaggio per il 19 novembre: "Probabilmente, è come una goccia d’acqua nel deserto della povertà; tuttavia può essere un segno di condivisione per quanti sono nel bisogno" (numero 3), poiché la consapevolezza di una goccia accende la speranza per una pioggia rinfrescante.
Questa liberazione dunque, è il dono che la mano tesa di Dio offre al povero, attraverso i fedeli e le comunità che si fanno strumenti nelle sue mani".

Programma annuale
04 ottobre: Celebrazione inizio attività;
15 ottobre: presentazione del dossier statistico diocesano sulle povertà;
10 novembre: 3° Convegno Diocesano delle Caritas parrocchiali;
17-18 novembre 2ª Giornata Mondiale dei Poveri;
26 gennaio: 3° Convegno Diocesano Migrantes;
Maggio 3° W&W Festival Porti di Terra;
13 giugno: Celebrazione chiusura attività.

Formazione generale
In linea con gli orientamenti proposti dal nostro arcivescovo per quest'anno pastorale e in collaborazione con la commissione diocesana per l'iniziazione cristiana, ci inseriremo negli incontri di formazione degli operatori parrocchiali nelle diverse zone pastorali della Diocesi.

Formazione spirituale
Avendo come punto di riferimento l'icona biblica della Samaritana, punteremo ad approfondire la tematica della "grazia dell'ascolto", sollecitiamo gli operatori pastorali della carità parrocchiali a partecipare a tutte le Lectio che saranno organizzate, a livello parrocchiale, inter-parrocchiali e/o zonali.
In modo specifico a livello centrale abbiamo programmato per tutti gli operatori pastorali della carità:
1° venerdì del mese alle 8.30, rettoria di San Pasquale, Messa con l'arcivescovo;
In Avvento: 20-22 dicembre Ritiro Spirituale
In Quaresima: 11-13 aprile 2019 Ritiro Spirituale
17 aprile Messa Crismale in Cattedrale
8 giugno Veglia di Pentecoste in Cattedrale.

Le foto sono di "Gazzetta di Benevento". Riproduzione vietata.

 

 

comunicato n.116479



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