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Benevento, 03-10-2018 19:39 ____
Fausto Pepe sulla vicenda dell'Amts ne ha per tutti ed attacca anche i suoi amici di partito che sono rimasti assenti e silenti
Ne ha anche per la Uil e per Fioravante Bosco che ora fa il tifo per Mastella che ha ringraziato per aver fatto perdere ai dipendenti dell'Azienda lo status di pubblico dipendente affidandolo a quello piu' vulnerabile del privato, dice l'ex sindaco
Nostro servizio
  

Fausto Pepe non ha mai trascurato le sorti dell'Amts ed oggi, dinanzi ai giornalisti, ha ribadito l'azione posta in essere negli anni della sua sindacatura.
Certo è che senza un'attività da parte dell'Amministrazione Mastella il fallimento sarà effettivo ma lo avrà voluto solo lui, ha detto Pepe, il sindaco Mastella, e Rino Caputo, già consigliere comunale con Pepe ma che di professione fa l'avvocato, ha confermato ciò che ha detto l'ex sindaco Pepe e che potrebbe concretizzarsi e cioè la bancarotta, se ci fosse l'inerzia e quindi il fallimento.
Insomma, siamo solo all'inizio di una vicenda che è tutta da scrivere per i risvolti che potrà avere, ha ancora detto Caputo.
Alla Conferenza Stampa di Fausto Pepe hanno preso parte, tra gli altri, anche Enrico Castiello, Giuseppe Zollo, Giuseppe Molinaro e Pasquale Fiore, consiglieri comunali ed assessori all'epoca dell'ultima Giunta Pepe.
L'ex sindaco ha però tuonato contro il suo partito il Pd ed i rappresentanti comunali che oggi lo rappresentano, che sono stati completamente assenti sull'argomento e che non hanno difeso tutto il lavoro svolto negli anni passati per l'Azienda del Trasporto Pubblico Locale (Tpl).
Pepe ha detto ad apertura dei lavori, appunto, di mostrare disprezzo per chi non ha memoria dei dieci anni di Amministrazione da lui portati avanti.
Riguardo poi una storia così importante come quella dell'Amts, come si fa a non rappresentare i suoi aspetti più importanti?
Il nodo da sciogliere ora è diventato solo uno, dopo la sentenza della Corte di Cassazione che ha confermato il pronunciamento dell'Appello che ha, a sua volta, bocciato la prima sentenza di fallimento emessa dal Tribunale di Benevento: Che si fa?
Oggi è il contrario di ieri, ha detto Pepe. Oggi ci troviamo con un'Azienda viva e per questo dobbiamo sapere che farne.
Perfino in Consiglio comunale, in dispregio alla storia, si è ignorata ieri la questione Amts mentre andava ripresa proprio perché si parlava di Bilancio consolidato.
Pepe, quind,i ha voluto ringraziare quanti invece hanno sempre creduto nell'Amts fino alla fine e cioè, la sua Giunta, i suoi consiglieri comunali e poi il Consiglio di Amministrazione a partire dal presidente Mirko Francesca (assente alla conferenza di oggi per motivi di lavoro, così ci ha detto Pepe e così ci ha confermato l'interessato da noi interpellato ndr) ai consiglieri Giuseppe Racioppi e Marco Romeo ai revisori dei conti Fabio Solano, Giovanni Ievolella e Mimmo Capobianco.
Qualche altro non va ringraziato affatto... ha detto l'ex sindaco.
Fausto Pepe, per capire di cosa si tratti, ha ripercorso l'intera vicenda di questa antica Azienda totalmente partecipata dal Comune, fissando agli anni dal 2003 al 2005 ed alla costruzione del Parcheggio coperto di via Porta Rufina, voluto dall'Amministrazione di Sandro D'Alessandro, di cui peraltro erano parte l'attuale assessore alle Opere Pubbliche, Mario Pasquariello ed il presidente del Consiglio comunale, Luigi De Minico, l'inizio delle traversie.
Fu infelice quella realizzazione nata con un progetto di finanza, dunque con l'apporto di privati con i quali si stabilì un patto e cioè che loro mettevano a disposizione i finanziamenti necessari ed il Comune l'area e poi per la gestione si proseguiva insieme.
Ad un certo punto i finanziatori diventano però creditori allorquando, inopinatamente, compare una scrittura privata sottoscritta dall'allora sindaco Sandro D'Alessandro con la quale il Comune si impegnava a restituire ai soci finanziatori l'importo di 1.250.000 euro senza attendere i ricavi di gestione.
Una vicenda, questa, che ha dato l'avvio al dramma dell'Amts e che ancora oggi è addirittura oggetto di attenzione da parte dell'autorità giudiziaria (si attende la sentenza di appello).
Se non ci fosse stato questo passaggio, l'Amts non sarebbe stata dichiarata fallita.
Non era mal gestita, dunque, ma è incappata in un meccanismo che l'ha punita.
Su questo Mastella ci ha fatto una campagna elettorale riportando inesattezze importanti parlando di cattiva gestione.
L'Azienda non aveva problemi finanziari né di liquidità, tranne che per la vicenda del parcheggio di Porta Rufina.
La mia Amministrazione, ha proseguito Pepe, che ha parlato avendo sul tavolo un corposo dossier (ne ho tanti, un po' per tutto...), riguardo al debito, ritenendolo illegittimo, non ha accettato di pagare e non perché non ci fossero i soldi.
Non siamo stati però inerti e ci siamo posti il problema della necessità di garantire il servizio mediante atti amministrativi che abbiamo posto in essere guardando così sia all'azienda, che ai lavoratori che ai creditori.
Abbiamo allora incrementato gli introiti dell'Azienda e poi posto in essere un Piano Industriale predisposto dalla Segesta e dai suoi esperti della materia che sono professionisti noti e stimati a livello nazionale come Rocco Giordano e Carlo Di Nanni, che ci hanno seguito passo passo. L'Azienda noi l'abbiamo blindata con il Piano Industriale tanto è vero che esso fu approvato dal 100% dei creditori.
Ed allora come si fa a far fallire un'Azienda del genere?
Non ho mai capito come e perché i commissari liquidatori abbiano affermato che l'Amts non sarebbe mai più tornata in bonis.
Impegnavamo anche dei beni immobili del Comune tra cui lo stesso parcheggio di via Porta Rufina valutato dagli stessi curatori per un valore di 1.500.000 euro.
Alla sentenza del fallimento, siamo comunque andati in appello perché era evidente che così avremmo dovuto fare, una sentenza di appello che ci ha dato ragione e che ha smontato completamente le argomentazioni del fallimento e che era datata 22 giugno 2016.
Mastella aveva vinto le elezioni da due giorni.
La delibera però con cui affida il servizio è del 21 novembre del 2016, sei mesi dopo.
Possibile che nessuno abbia avuto modi di leggersi la sentenza dell'Appello vinto e che nell'atto deliberativo si scrive solo che si affida a terzi, alla rottas Bus, perché l'Azienda Amts è fallita?
Perché non si è fatto nella premessa correttamente e come la legge prevede la intera cronistoria di tutta la vicenda?
Sotto la mia gestione, nonostante la sentenza di primo grado e l'appello contestato dai liquidatori, il Tribunale ci aveva consentito una gestione straordinaria ed a tempo ed allora perché il Tribunale che ha autorizzato me non avrebbe dovuto autorizzare anche il sindaco Mastella se solo lo avesse chiesto?
La sentenza della Cassazione, è stato fatto notare a Pepe dai giornalisti, è favorevole all'Amts ma solo per vizio di legittimità e di improponibilità da parte dei ricorrenti.
Ma non è così ha detto Caputo, perché la Cassazione entra anche nel merito e dice che se avesse dovuto esprimersi su di esso, avrebbe dato comunque ragione al Tribunale di Appello e torto a quello di Benevento.
L'Amts è stata poi spogliata delle sue risorse, è stato ancora detto, e dunque dove è andata a finire la tutela dei creditori?
E' stato tutto passato ad un'Azienda privata spoliando completamente l'Azienda pubblica.
Tutte queste vicende, ha detto Pepe, non potranno finire qui.
Certamente molti di noi sono stati riabilitati, su questa vicenda, agli occhi degli amici, ma questo non basta.
L'altro aspetto grave è che il Comune non si è costituito in Cassazione per difendere la sua Azienda e quindi la sentenza di Appello senza che ci fosse una relazione di un dirigente o di chi altri da mettere agli atti.
Insomma si è usato un metodo arruffone e goliardico, questo non è il modo di fare.
Mastella non può dire che non ne sa nulla e che nulla muterà dopo la sentenza della Cassazione.
Se l'azienda fallisce ora, è per la sua inerzia ed avremo quindi il nome e cognome del sindaco che avrà fatto fallire l'Amts.
Io penso che con l'inerzia si possa parlare anche di distrazione.
Ora c'è la gara regionale noi con chi ci presentiamo?
La nostra Azienda serviva oltre 1milione di chilometri mentre la gara è per la metà.
Che succederà alla metà dei dipendenti? Chi li prenderà?
Che fine faranno queste persone che hanno peraltro perso lo status di pubblico dipendente?
Io non escludo, è andato a concludere Pepe, che si possa e si debba anche porre in essere azioni revocatorie per far ritornare all'Amts i suoi beni, sia immobili che strumentali, affidati alla Trotta Bus.
Ed in tutto questo cosa hanno fatto i Sindacati?
La Uil con Fioravante Bosco si è dimostrata essere un tifoso dell'Amministrazione Mastella quando è stata ringraziata per quanto fatto.
Sin qui Fausto Pepe.
Carte alla mano però c'è da dire che la sentenza di cui parla Fausto Pepe, quella della Corte d'Appello che annulla la sentenza del Tribunale di Benevento, è stata depositata il 16 agosto 2016 e non il 22 giugno 2016 ed il ricorso dei curatori avverso tale sentenza è del 15 settembre dello stesso anno.
Da quel momento in poi vige la sentenza di primo grado e, quindi, il fallimento.
La delibera di novembre di Mastella, dunque, è stata fatta quando non aveva già più alcuna potestà visto che l'Azienda rimaneva fallita e bisognava garantire il servizio.
Questa l'altra tesi in campo.
Si vedrà come andrà a finire.
L'unica certezza è che con questa sentenza della Cassazione, certamente la vicenda si riapre ed i risvolti sono tutti da verificare.

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