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Benevento, 11-07-2018 17:35 ____
L'Italia non e' il Paese con il piu' alto numero di migranti approdati ma quello con il piu' alto numero di immigrati abbandonati lungo le strade
E' difficile capire e far capire che l'immigrazione, in un Paese come il nostro, se ben gestita, puo' essere una soluzione e non un aggravamento di alcune emergenze sociali. Tra salvinisti e antisalvinisti il triste calvario dei migranti
di Roberto Costanzo
  

Non è certamente il mare agitato a rendere meno incerto e meno drammatico l'approdo dei barconi di migranti sulle coste del sud Italia, né possono essere le condizioni del mare a far cambiare programma e postura a Matteo Salvini, che in ogni caso non concede deroghe né sconti: A suo dire lo sbarco va negato a tutti, a prescindere dalle condizioni atmosferiche e dal colore della bandiera della nave.
Ormai Salvini può dire, contraddire e fare quello che vuole. Nessuno lo può fermare.
Sulla sponda opposta vi è un variopinto mondo politico, intellettuale, religioso che, a vario titolo e in varie forme, si batte tout-court a favore dei migranti; con convinzione ma a volte senza riserve e senza denunciare quanto purtroppo si verifica ripetutamente in certe strutture di assistenza, anche per la superficialità di qualche istituzione.
Basti notare come la Prefettura di Benevento abbia controllato i centri di raccolta e le cooperative cui veniva appaltata la gestione degli stessi centri.
Si è diffusa l'opinione che l'Italia, a causa della sua posizione geografica e per effetto di una certa politica dei suoi passati governi, sia il Paese più popolato di immigrati.
Eppure un'attenta analisi dei dati numerici (numeri e non chiacchiere...) ci porterebbe ad una diversa valutazione della questione.
Difatti, nell'ultimo anno, i flussi migratori verso l'Italia sono diminuiti dell'80% e più.
Gli stranieri, attualmente, rappresentano il 10% della popolazione nativa, mentre in Germania rappresentano circa il 20%.
Quindi, il numero degli stranieri diminuisce nell'ultimo anno, mentre il numero degli italiani emigranti verso altre nazioni è in netto aumento: nel 2018, ormai, gli emigranti italiani verso l'estero superano i 130.000, quasi tutti giovani laureati e diplomati.
Cioè il doppio e più degli immigrati dall'Africa e dall'Asia, che certo non vengono in Italia a occupare i posti di lavoro che potrebbero richiedere i nostri giovani laureati e diplomati.
Non siamo il Paese europeo che accoglie il più alto numero di migranti (questo ci dicono i numeri!) pur essendo geograficamente il Paese di primo approdo lungo la rotta mediterranea; pur essendo un Paese dai più bassi tassi di natalità.
Nel 2017, in Italia, si è verificato il più forte calo di immigrazione.
Cioè, quando non c'era Salvini al governo, il flusso delle migrazioni clandestine si era attenuato.
Era diminuito, pur in assenza di minacce alle Organizzazioni Non Governative (Ong), di plateali chiusure dei porti, di scontri polemici tra ministri.
Visto l'incontenibile e costoso trasferimento all'estero di oltre 100.000 giovani all'anno, non sarebbe il caso che Salvini e Di Maio ci dicessero cosa stanno facendo sul piano politico-governativo per bloccare l'emigrazione dei giovani italiani e quindi per agevolarne il rientro in Patria?
L'Italia non è il Paese con il più alto numero di migranti approdati ma è il Paese con il più alto numero di immigrati abbandonati lungo le strade a mendicare e vagabondare. Il problema dunque è d'includerli civilmente e non semplicemente accoglierli: Cioè inserirli nel sistema produttivo e nella vita civile, non come si è fatto finora quasi in tutto il Sannio, né come si continua a fare con lo sfruttamento e gli abusi del caporalato sui lavori agricoli.
Certamente il problema esiste e non è piccolo, né semplice, ma neanche insolvibile.
Serve un piano di inclusione civile e produttiva e non solo di accoglienza solidale.
Un vero piano che impegni la piena responsabilità di un apposito Ministero.
Con il coinvolgimento diretto delle Amministrazioni locali.
Naturalmente, con la dotazione di fondi adeguati e programmi pluriennali di sviluppo.
E' difficile capire e far capire che l'immigrazione, in un paese come il nostro, se ben gestita, può essere una soluzione e non un aggravamento di alcune emergenze sociali, anagrafiche, idrogeologiche, economico-produttive.
Soprattutto in particolari realtà territoriali del Paese.

comunicato n.114440



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