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Benevento, 09-07-2018 13:41 ____
Al mattino verso le 3.00 tante persone soprattutto donne cominciano il loro viaggio per una giornata di lavoro che dura anche 15 ore per 30 euro
Nel Sannio il fenomeno del caporalato e dello sfruttamento nel settore agroalimentare non e' molto ampio, ma esiste. La Cisl lancia la campagna di ascolto e di denuncia "Sos Caporalato"
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Provate ad alzarvi al mattino verso le 3.00 e vedrete un nucleo consistente di persone, soprattutto donne, che a bordo di pullman cominciano, essenzialmente d'estate, il loro massacrante turno di lavoro, domeniche comprese, un turno che dura intorno alle 15 ore, compreso il viaggio, per un compenso di circa 30 euro a cui bisogna poi detrarre l'acqua che viene fornita per bere, la colazione ed il trasporto.
Si torna a sera intorno alle 18.00.
Questa è la massacrante azione cui vengono sottoposti certamente i migranti, ma anche i nostri connazionali che vedono in queste giornate di lavoro l'unica possibilità per portare a casa il piatto in tavola.
Questo, in estrema sintesi, ciò che hanno affermato Raffaele Tangredi, segretario regionale della Fai Cisl; Fernando Vecchione, segretario generale provinciale Benevento ed Avellino sempre della Fai Cisl e Mario Melchionna, segretario generale Irpinia-Sannio della Cisl nel presentare l'iniziativa "Sos Caporalato", una campagna di ascolto e di denuncia contro lo sfruttamento nel lavoro agroalimentare e soprattutto per affermare che in forma asssolutamente anonima è possibile denunciare questi casi di sfruttamento telefonando al numero verde 800/199100 che è attivo dal lunedì al giovedì, dalle 10.00 alle 17.00, ed il venerdì dalle 10.00 alle 13.00.
Quel 199 che compone il numero verde, è peraltro anche il numero della legge del 2016 con la quale si sono gettate le basi per una lotta senza quartiere al caporalato.
Il fenomeno dello sfruttamento è essenzialmente sentito nelle province del salernitano, del casertano e del nolano ma non è detto che il fenomeno non esista anche nel Sannio.
E' più ridotto, certamente, ma esiste come nelle altre parti del Paese.
Dal Sannio i braccianti agricoli si spostano essenzialmente verso il foggiano.
Siamo preoccupati, ha detto Vecchione, per le dichiarazioni rese da Di Maio, Salvini e Centinaio, sulla reintroduzione dei voucher in agricoltura per la carenza che in essi trovano taluni contributi previdenziali.
Mario Melchionna ha detto che il problema del caporalato è essenzialmente all'interno del settore edilizio ed in quello dell'agricoltura, settori dove c'è tanto precariato e dove mancano gli elementi della sicurezza sul lavoro.
La Cisl ha lavorato molto per giungere alla condivisione della legge 199 del 2016 varata dal Parlamento.
L'abbiamo ottenuta, ha ancora detto Melchionna, ma ora bisogna lavorare affinché essa venga applicata e divulgata.
Il caporale è una figura terribile, si tratta di un farabutto che sfrutta la gente prendendosi anche parte di quel già bassissimo salario che viene loro accordato.
Si pensi che sono dai 14 ai 18 miliardi i numeri dell'economia parallela che girano intorno a questo settore.
Le verifiche ispettive fatte in tutta Italia sono state oltre 7mila e di questo il 50% sono risultate irregolari con 360 provvedimenti di sospensione dell'attività imprenditoriale.
Se a Benevento consideriamo che la disoccuopazione si aggira tra il 24 ed il 25% mentre il 57% è quella giovanile, quello del caporalato e dello sfruttamento è un problema che si aggiunge.
Noi della Cisl, ha proseguito Melchionna, abbiamo chiesto la istituzione di una cabina di regia territoriale inserendo al suo interno tutti gli attori principali a partire dalla Prefettura, dalle Forze dell'ordine ed ovviamente i Sindacati con l'intento di portare dignità al settore nell'applicazione della legge.
Insomma, bisogna far sentire il fiato addosso a questi meschini e vergognosi personaggi.
Raffaele Tangredi ha chiuso i lavori affermando che la norma del 2016 è stata una prima vittoria con l'intento di dare dignità al settore che ha al suo interno circa l'80% di donne.
Ottima la legge ma sinora è stata applicata solo nella sua parte repressiva mentre manca proprio l'avvio da darsi alla seconda parte che è quella della prevenzione.
Dietro i nostri grandi prodotti, in questo caso in quelli alimentari, ci deve essere sempre la certezza del rispetto del contratto di lavoro.
Di Maio ha detto che convocherà un Tavolo per capire il perché questa norma abbia risposto a metà.
L'invito agli imprenditori è allora quello di aderire alla Rete di Lavoro Agricolo di Qualità che consente la fine degli asfissianti controlli anche quotidiani da parte dell'Ispettorato del Lavoro perché ci si impegna a garantire l'acqua e le case per rispondere anche alle morti che ci sono state.

Le foto sono di "Gazzetta di Benevento". Riproduzione vietata.

 

comunicato n.114380



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