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Benevento, 07-07-2018 19:47 ____
Un fiume rosso per dire basta "all'emorragia di umanita'" e richiedere maggiore solidarieta' nei confronti dei migranti da accogliere nel nostro Paese
E' stata la testimonianza di chi sul ponte Vanvitelli, passaggio storico della citta', ha voluto indicare la strada del dialogo costruendo ponti, appunto e non muri
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Un fiume rosso per dire basta "all'emorragia di umanità" e richiedere maggiore solidarietà nei confronti dei migranti da accogliere nel nostro Paese.
E' quanto hanno voluto testimoniare, indossando una maglietta rossa, tutti coloro che, questo pomeriggio, si sono riuniti presso i semafori sul Ponte Calore, aderendo all'appello che l'associazione Libera ha lanciato, con Anpi e Arci, a livello nazionale.
La scelta di tale luogo è nata perché, hanno spiegato gli organizzatori, "è allo scattare del colore rosso che spesso i fratelli migranti si avvicinano a noi, ma è altrettanto vero che molte volte scatta anche la nostra indifferenza.
Scegliamo, inoltre, di stare sul ponte storico della nostra Città per gridare a tutti che vogliamo provare a costruire ponti e non muri".
Il flash mob ha visto in prima fila proprio i membri del sodalizio guidato da don Ciotti, con in testa il referente provinciale, Michele Martino, accompagnati dagli iscritti all'Anpi, con il presidente, Amerigo Ciervo, alla Cgil e poi tanti cittadini sensibili alle tematiche al centro dell'attenzione.
Michele Martino, responsabile provinciale di "Libera", riferendosi alla manifestazione ha detto che quello di oggi è certamente un evento organizzato a livello nazionale e non poteva vederci assenti.
Siamo sotto la Dormiente del Sannio, ma siamo svegli.
Questo è un imperativo che sentiamo di affermare in maniera forte.
Siamo qui, vicino ai semafori, dove quando scatta il rosso i fratelli migranti si muovono per venire verso di noi che stiamo fermi in macchina ed è qui che, in quel momento, scatta anche l’egoismo, il desiderio neanche di guardarli in faccia.
Non abbiamo nemmeno la forza di dire no, non ho spicci e da qui una profonda indifferenza.
La nostra manifestazione oggi la facciamo qui, sul ponte, perché questo è il modello di società che ci piace, una società che ha il coraggio, la forza, nonostante tutto, di costruire ponti e non muri, che si vuole aprire, che si indigna quando vede quei bambini con le maglie rosse fatte indossare dalle mamme prima di partire dalle loro terre, con l’auspicio che arrivando qui tra noi trovino la vita mentre invece spesso trovano la morte.
A tutto questo, noi diciamo basta e basta anche al qualunquismo.
Dobbiamo accogliere ma non ghettizzare, noi accogliamo donne, bambini, uomini e non cose.
Siamo dunque qui per dire che quando esce il rosso ai semafori, fermiamoci un attimo, riflettiamo ed interroghiamo le nostre coscienze.
Spesso quel rosso è anche il colore della nostra vergogna rispetto anche ad affermazioni che sentiamo nella nostra città.
Non è bello sentir dire, con molta disinvoltura, stando in un pub, che abbiamo sbagliato perché se avessimo affondato il primo barcone forse non avremmo avuto di questi problemi.
Allora, quando la vita comincia ad essere un chiacchiera da bar, significa che l’aria si è fatta pesante e che dobbiamo scendere in piazza e che con la non violenza dobbiamo arginare il più possibile queste ondate di odio.
Riferendosi poi ai recenti fatti di cronaca giudiziaria Martino ha anche detto che: La vita umana non può essere un business.
Essa è un qualcosa che si accoglie, ma dobbiamo sapere anche perché si scappi.
Molto spesso nelle cause della fuga siamo responsabili anche noi.
La manifestazione, nonostante la pioggia e l'intemperanza di qualche automobilista che si è visto intralciare la strada da questa gente in rosso, si è svolta pacificamente sotto il controllo della Polizia Municipale e della Digos, alternando momenti di dialogo a canti intonati lungo il passeggio sul ponte Vanvitelli.

Le foto sono di "Gazzetta di Benevento". Riproduzione vietata.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

comunicato n.114353



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