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Benevento, 15-06-2018 19:27 ____
Ecco il testo del quesito referendario per vietare al Comune di Benevento di far gestire l'acqua alla Gesesa e ad Acea
Mi appello al vescovo, ai preti per modo che traducano in concretezza cio' che sull'argomento acqua ha anche scritto papa Francesco, ha detto padre Alex Zanotelli nel corso del convegno del Comitato Sannita Acqua Bene Comune
Nostro servizio
  

Il Comitato Sannita Acqua Bene Comune, presieduto da Giannicola Seneca, affila le armi, quelle della conoscenza e dell'informazione e punta al bersaglio grosso: Quello di un Referendum propositivo da indire nel Comune di Benevento, ai sensi di quanto previsto dallo Statuto del Comune medesimo, con il seguente quesito: Volete voi che il gestore unico del servizio idrico integrato per il Comune di Benevento sia integralmente in mano pubblica attraverso soggetti di diritto pubblico senza mai concedere la possibilità di partecipazione da parte di soggetti privati?
E' una sfida, ha detto Seneca dinanzi ad un buon uditorio sistemato sotto lo sguardo vigile del Leone del Castello, una sfida impegnativa e difficile.
Voglio però ricordare che ai romani ci vollero tre guerre per piegare i sanniti.
Noi, dopo circa 2.300 anni, non vogliamo abbassare la testa dinanzi a chi ci vuole privare dell'acqua.
Luigi Di Giacomo si è invece, chiesto: Che bisogno c'è di fare un nuovo referendum se ne abbiamo già svolto uno sull'acqua pubblica?
Il problema, però, c'è se è vero, come è vero, che è da sette anni, dalla celebrazione del referendum appunto, che aspettiamo una legge sulla materia.
La sovranità popolare la si esercita per tutelare i beni comuni.
Il primo tema previsto per la serata: "Giù le mani dall'acqua" è stato trattato da padre Alex Zanotelli il quale prima di affrontare il tema della serata, ha espresso la sua preoccupazione per l'onda razzista, così l'ha definita, che sta investendo il nostro Paese.
Mi ferisce profondamente perché essa è un'onda che penetra nel nostro Paese.
Tornando a parlare di acqua, padre Zanotelli ha detto che la prima vittima del surriscaldamento del pianeta, sarà proprio l'acqua se è vero che, per fine secolo, potremmo avere dai 3,5 ai 5,5 gradi in più sul pianeta.
Questo ci porterà veramente una marea di persone che fuggiranno dall'Africa che brucerà dal calore.
In un momento così grave, dunque, guai a non creare una protezione intorno all'aria ed all'acqua.
Senza petrolio, che è l'altro grande elemento per la conquista del quale si è disposti a tutto, si può anche vivere, si trovano altre fonti di energia.
Ma senza acqua non si vive. In pochi giorni si muore.
Ed allora perché non tutelare questo bene?
Perché il Comune consente di far gestire il suo servizio idrico alla Gesesa e dunque ad Acea che vogliono guadagnarci su di essa proprio come è stato fatto con le concessioni petrolifere?
Qui con l'acqua il prezzo più alto lo pagheranno in futuro i più poveri perché dovranno rinunciarvi non potendo permettersela.
Il nuovo presidente della Camera dei Depitati, Roberto Fico, ha detto che la sua presidenza partirà con una legge sull'acqua e che rispetti il referendum del 2011.
E noi attendiamo, ha detto padre Zanotelli, che ciò avvenga.
Sono 7 anni che speriamo si arrivi veramente ad una decisione al riguardo.
La verità è che la politica non è cattiva, né buona ma è certamente prigioniera e deve obbedire ai poteri economico-finanziari che la stringono in una morsa.
Io qui a Benevento mi appello al vescovo, ai preti per modo che traducano in concretezza ciò che sull'argomento ha anche scritto recentemente papa Francesco.
Marco Apostoli, rappresentante del Comitato "Brescia Acqua Pubblica" ha affrontato invece il tema "Si dice acqua, si scrive democrazia".
Egli ha ripercorso la storia del suo Comitato e di tutte le difficoltà frapposte al raggiungimento dell'obiettivo che è la tenuta del referendum anche a Brescia, referendum che dovrebbe oramai essere in dirittura d'arrivo e da celebrara il 28 ottobre.
La mia città, Brescia è conosciuta come la leonessa d'Italia.
La verità è che i suoi abitanti vivono nell'opulenza, sono molto ricchi e questo ha fatto sì che da tempo la città abbia smesso di... ruggire.
Oggi ci siamo accorti che bisogna tornare a mostrare i denti ed a ruggire, appunto.
Apostolo ha parlato della "invadenza" di A2A che entra nella società pubblica e che ha propri dipendenti nei vertici di tante Amministrazioni pubbliche del teritorio.
Così essa genera l'economia della politica bresciana.
Ed allora abbiamo compreso che il primo importante passo da fare sia quello di riappropriarci proprio della politica.
Su Acque Bresciane con la presenza di 99 sindaci sui 204 del territorio, l'ingresso di A2A non è stato possibile fermarlo nonostante nessun sindaco presente avesse avuto dal proprio Consiglio comunale la delega ad agire in tal senso.
Comunque sia con il nostro lavoro alla fine siamo giunti in vista del traguardo, ha concluso Apostoli.
I cerchi concentrici dell'acqua si stanno allargando ed eccoci qui anche a Benevento.
Alberto Lucarelli, docente di Diritto Costituzionale all'Università "Federico II" di Napoli, padre del quesito referendario del 2011, per un quarto, egli ha detto, di origini sannite essendo il nonno di San Giorgio la Molara, ha trattato il tema: "L'acqua pubblica, i conflitti nei processi di democrazia partecipata e diretta".
Lucarelli ha dato subito una parola di speranza ai beneventani presenti relativamente al lavoro da svolgere per raggiungere le 3mila firme necessarie per proporre il referenum a Benevento.
Stasera siamo presenti circa 250 persone a questa manifestazione.
Basta che ciascuno di noi ne contatti altre 12-13 e le firme saranno state raccolte.
Il quesito referendario approvasto dagli elettori con il referenduim del 2011, non è stato applicato praticamente da nessuno, forse solo da Napoli (che ha una società totalmente di proprietà del Comune a gestire il servizio idrico integrato ndr).
Al contrario, si è lavorato per mettere strumenti che si contrapponessero alla concretizzazione del quesito referendario.
Lucarelli ha detto che il proposito di fare profitto sui beni pubblici è un progetto che è partito da lontano e che la gente lo ha avvertito decisamente negli anni Novanta quando si è capito che fosse in atto un processo di appropriazione e di depredazione, con arricchimento selvaggio, su un bene di appartenenza collettiva, un arricchimento che peraltro viene versato agli azionisti al posto di reinvestirlo, migliorandoli, negli impianti di gestione.
Benevento ha la possibilità, oggi, di svolgere un ruolo da protagonista avendo così la consapevolezza di esercitare i propri diritti.
Nella vostra città, per Statuto, il referendum è approvativo.
Questo significa che deve partecipare al voto il 50% degli aventi diritto, circa 40mila persone.
A votare dovranno essere almeno 20mila e tra questi almeno 10mila dovranno approvare il quesito.
Questa azione, non semplice, dà però il senso della partecipazione consapevole.
Su questi temi il vento sembra essere cambiato e dunque c'è buona possibilità di riuscita nell'intento.
Al termine degli interventi dei relatori, ci sono stati quelli tra il pubblico.
Hanno preso la parola: Americo Ciervo, presidente dell'Anpi; Matilde Prozzillo del Comitato Rispetto e Tutela del Territorio; Vittorio Giangregorio del Meetup Grilli Sanniti; Marilena Pisano del gruppo "Mamme Sannite"; Gabriele Corona, presidente di Altrabenevento; Michele Martino referente di "Libera"; Gianna Serena Franzé delegata della Cgil; Romina Amicolo, presidente Associazione che si occupa della tutela di donne e minori, ed infine Nicola Colangelo, presidente Codisam di Sant'Arcangelo Trimonte.

Le foto sono di "Gazzetta di Benevento". Riproduzione vietata.

 

 

 

 

 

 

 

comunicato n.113766



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