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Benevento, 14-06-2018 23:01 ____
Lega e Movimento 5 Stelle hanno colto i temi che sono nostri per natura. Su questo dobbiamo riflettere altrimenti saremo sempre minoranza
Liberi e Uguali discute nel corso di una lunga e partecipata Assemblea del voto politico del 4 marzo. Un partito non basta, serve ricostruire un pensiero, alternativo al conservatorismo e al populismo
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Con un'assemblea dal titolo "Sud, Sinistra, Europa: riprendere il cammino" si sono ritrovati, questo pomeriggio, presso il Piccolo Teatro Libertà a Benevento, gran parte di coloro che hanno sostenuto alle ultime elezioni politiche la formazione politica di Liberi e Uguali.
L'appuntamento, che ha visto la partecipazione dell'europarlamentare Massimo Paolucci, è un primo passo, come suggerisce anche il titolo, di un cammino più lungo che dovrebbe portare ad un percorso costituente che trasformerà Liberi e Uguali da lista elettorale a soggetto politico vero e proprio, unitario per la sinistra.
La natura di questa prima assemblea è stata di grande apertura tanto è vero che sono stati invitati a prendervi parte anche coloro che, pur militando in altri soggetti o non avendo riferimenti organizzati, intendono discutere della fase politica nazionale e locale e avviare un confronto sulla sinistra da costruire, nel Sannio come nel Paese.
I lavori sono stati introdotti da Gianluca Aceto, coordinatore di Mdp-Articolo 1, uno dei soggetti costituenti di Liberi e Uguali, che ha fatto cenno alla necessità di avviare un confronto tra tutti coloro i quali si ritengono culturalmente di sinistra per capire come riagganciare una proposta politica con la società.
A queste parole, hanno fatto seguito molti interventi che hanno analizzato le ragioni di una sconfitta di portata probabilmente storica e che si sono interrogati sulla necessità di costituire un soggetto della sinistra in grado di essere interlocutore autorevole nel dibattito politico pubblico. 
Alessandra Limata, assessore al comune di Torrecuso e candidata alle scorse elezioni politiche, ha riconosciuto che proprio l'esperienza elettorale: "E stata umanamente straordinaria ma ha prevalso in quella fase il parlarsi addosso, senza riuscire ad uscire da un certo perimetro.
Ora è necessario ripartire dai territori, avendo la capacità di riempire le parole vuote: riempirle con il sostegno agli amministratori, con buone pratiche di politica dal basso, finendola di predicare e iniziando a praticare".
Di una "fase di profondo irrazionalismo nel paese" ha parlato Amerigo Ciervo, candidato nel collegio uninominale di Benevento alle ultime politiche, "in cui si stanno saldando due populismi".
Ciervo ha aggiunto: "Per tre mesi non abbiamo avuto voce anche perché abbiamo perduto seccamente da punto di vista culturale.
Ora dobbiamo ritrovare coraggio e speranza, per poi recuperare una analisi e lo studio della realtà che va necessariamente accompagnata ad una nuova forma di umiltà".
Davide Iannelli ha fatto cenno alle questioni legate al territorio di Sassinoro, dove si sta provando a evitare la costruzione di un impianto rifiuti, come esempio di impegno politico vicino alle istanze della cittadinanza.
Aniello Troiano, storico dirigente della sinistra sannita, ha parlato, in riferimento a Liberi e Uguali, di "un tentativo tardivo di mettere su una proposta politica, a cui ha fatto seguito una scelta discutibile delle candidature. Nonostante questo, però, per un mondo di sinistra c’era la sensazione che si ripartiva, che si costruiva un luogo dove parlare dei problemi.
Invece sono rimasto perplesso di fronte al silenzio post elettorale e di fronte ad un'unica assemblea, fatta tre mesi dopo il voto, per dire "forse facciamo il partito".
Eppure Lega e Movimento 5 Stelle hanno colto i temi che sono nostri per natura. Su questo dobbiamo riflettere altrimenti saremo sempre minoranza".
Sul tema della disuguaglianza della conoscenza e sulla necessità di ricostruire un pensiero lungo, è intervenuto Carmine Nardone che ha anche riflettuto sull'importanza di interrogarsi di fronte a problemi complessi che si propongono sullo scenario mondiale come i fenomeni migratori, il capitalismo, l'innovazione tecnologica.
"Come si fa a elaborare tante differenze pur di non stare insieme?" si è chiesto Pino Mauriello che ha richiesto al gruppo dirigente anche uno sforzo di generosità "altrimenti non si potrà costruire nulla in grado di ridare rappresentanza a tutto un mondo".
Simone Razzano ha posto l'accento sulle esigenze che un nuovo partito dovrà impegnarsi a rappresentare, immaginando un pensiero originale attraverso cui leggere il presente e non un partito che serva, in tutto o in parte, a tutelare un ristretto numero di persone: "Uno strumento così non serve a nessuno e rischia di ottenere un risultato ancora più marginale di quello del 4 marzo".
Angelo Montella, consigliere comunale di Sant'Agata dei Goti, ha parlato, da uomo di sinistra senza tessere di partito, di "amministratori lasciati soli nonostante siano, spesso, i terminali naturali di una comunità, a cui ridare voce e sostegno".
"I fenomeni politici che hanno vinto alle ultime elezioni vanno studiati con attenzione", ha detto Lorenzo Catillo che ha aggiunto: "Per essere competitivi iniziamo presentandoci sempre con lo stesso simbolo e poi lavoriamo su un modello organizzativo in grado di guidare i processi".
Lorenzo Cicatiello, già segretario di Sel, in merito al risultato della sinistra, ha sostenuto che "si tratta di una sconfitta di cultura di fronte alla quale un partito non basta, serve ricostruire un pensiero, alternativo al conservatorismo e al populismo di Lega e 5 Stelle".
"E' stato un risultato elettorale al di sotto delle aspettative, ma teniamo presente che per noi è la conferma di un risultato che abbiamo addosso da circa dieci anni" ha detto Gianluca Serafini che poi ha aggiunto: "Credo che abbiamo bisogno di un nuovo grande processo di accumulazione in termini di studio, di conoscenza e di consapevolezza attraverso cui costruire un nuovo pensiero forte. Per farlo abbiamo bisogno di tanto tempo e dobbiamo augurarci che la strada sia lunga per incarnare la nostra proposta in una azione politica".
Federica De Nigris, segretario di Sinistra Italiana, è intervenuta prima di cedere la parola a Massimo Paolucci, dicendo: "Proviamo a non ridurci nelle nostre stanze a studiare la realtà perché la realtà la viviamo quotidianamente.
L'epoca della rappresentanza verticale sempre con gli stessi metodi e con le stesse dinamiche è terminata; per questo non dobbiamo chiuderci nel vortice della rappresentanza, ripartendo solo ed esclusivamente dalla rappresentanza istituzionale, ma dobbiamo ripartire dalle città e dalle strade.
Inoltre, dobbiamo riconoscere che è vero che liste della nostra proposta politica erano fatte male, ma non è per quello che abbiamo perso.
Abbiamo perso perché la campagna elettorale non è stata fatta perché non siamo stati d’accordo su tante cose e perché alle spalle non c’era una operazione lunga che ci avrebbe portato a mediazioni necessarie".
In conclusione, l'europarlamentare Massimo Paolucci ha preso la parola: "La nostra sconfitta può trovare le sue ragioni in tanti errori, come la compilazione delle liste o la gestione della campagna elettorale, ma questo spiegherebbe solo un pezzo di essa. Infatti c’è qualcosa di più profondo nella nostra sconfitta, qualcosa che viene da lontano.
Se noi non capiamo ciò e non ricostruiamo un pensiero non saremo più in grado di essere presenti nella società: il nostro pensiero deve ripartire da una critica al capitalismo che non è più in grado di garantire sviluppo stabile e duraturo.
A questo si deve accompagnare una nuova idea di Europa in cui porre il tema dell'euro".
"I mesi in cui siamo stati zitti ci hanno fatto malissimo - ha detto ancora il deputato europeo - ma ora dobbiamo costruire una forza autonoma e unitaria.
Dovremo fare un congresso, che non sarà una passeggiata, in cui il processo democratico dovrà andare di pari passo con la battaglia politica.
Battaglia politica in cui dovremo porre delle idee chiave sul Sud, non avendo paura di dire che il reddito di cittadinanza non risolve il problema, visto che c’è un problema di sviluppo complessivo del Mezzogiorno.
Non avendo paura di dire che la nostra priorità sono i giovani, verso cui vanno concentrate le risorse".
"Dobbiamo - ha concluso Paolucci - continuare a fare discussioni belle come quella di stasera ma poi stare anche sui problemi con la giusta cattiveria e con gli strumenti giusti".

Le foto sono di "Gazzetta di Benevento". Riproduzione vietata.

 

 

 

 

 

 

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