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Benevento, 14-06-2018 18:47 ____
Confronto serrato tra le mamme di bimbi frequentanti l'Asilo nido di via Firenze e l'assessore Rossella Del Prete
Lo spostamento alla struttura della Pacevecchia non fa fare salti di gioia ma si accetta. Sulle tariffe che sono raddoppiate, non c'e' intesa. Il dirigente Verdicchio dovra' valutare un eventuale ristoro per l'interrotta continuita' didattica
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Confronto serrato, forte, ma sempre nelle righe, tra dieci mamme che usufruiscono dell'Asilo Nido di via Firenze, quello intitolato a "Carlotta Nobile", e l'Amministraziuone comunale rappresentata dall'assessore all'Istruzione, Rossella Del Prete, e dal dirigente Alessandro Verdicchio.
In pratica, alle mamme è stata data l'informativa del passaggio dei loro bimbi dalla struttura di via Firenze al nuovo Asilo Nido "Mario Zerella" alla Pacevecchia, una moderna struttura inaugurata solo qualche settimana fa.
Il Comune non ha la possibilità di assumere altro personale e quindi non è in grado di sostenere adeguatamente l'attività di due asili nido.
Per questo motivo, lascerà quello di via Firenze che, però, è intenzionato a darlo in gestione ed i costi potranno essere coperti da un finanziamento ad hoc ed a fondo perduto che arriverà dalla Regione.
Insomma, la questione è di artificio amministrativo con l'intento di non chiudere nessuna delle due strutture.
Le mamme, a tale riguardo, hanno preso atto della richiesta anche se non hanno nascosto che mal digeriscono questo passaggio visto che a via Firenze c'era un'assistenza ottima, anzi è stata definita eccellente, sia per quanto riguarda il personale che tutto il contesto.
Comunque sia, tutti si sono dichiarati disponibili a passare alla Pacevecchia.
Dove, però, si è accesa la discussione è stata sull'aumento delle tariffe che sono state in pratica raddoppiate.
Queste le nuove tariffe in base alle fasce Isee: Fino a 5.000 euro di reddito, 170 euro di retta singola mensile; da 5.001 a 10.000 euro, 230 euro di retta; da 10.001 a 15.000 euro, 280 euro di retta; da 15.001 a 20.000 euro, 350 euro di retta; da 20.001 a 29.000 euro, 400 euro di retta; da 29.001 euro in avanti, 450 euro di retta al mese.
Cifre insopportabili, hanno detto le mamme riferendosi soprattutto a chi ha un reddito di 5mila euro l'anno, e che non può certamente pagare 170 euro al mese.
Ma anche il ceto medio viene tartassato con cifre da pagarsi veramente insopportabili.
Si è passati da una retta mensile di 192,00 euro ad una da 400,00 euro.
L'assessore Del Prete, schierata per tanti versi della complessa vicenda con le mamme e pronta a trovare soluzioni purché correttamente praticabili, ha però accennato che per i redditi più bassi ci sarà l'intervento dei servizi sociali che consegneranno alle famiglie dei voucher che serviranno a mitigare il costo della retta mensile.
L'assessore, che oggi è docente universitaria ma che ha cominciato la sua carriera come insegnante di scuola media con l'aggiunta che ha peraltro tirato su quattro figli, ha confermato che la continuità didattica è importante e che su questo le mamme hanno perfettamente ragione.
Non è semplice ricominciare daccapo e riambientarsi.
Ma non si può fare altrimenti.
Tornando alle tariffe, le mamme hanno invitato Del Prete (non era ancora giunto il dirigente Verdicchio) a rivedere questi costi molto elevati.
Ci state dicendo, in pratica, di non portare più i figli a scuola, ha detto una mamma.
In questo modo avrete un vuoto nelle classi.
In un anno dovremmo affrontare una spesa di circa 5mila euro e non è una cosa di poco conto rispetto alla metà di quanto spendevamo nell'anno che sta per concludersi.
Il dirigente Verdicchio incalzato dalle mamme si è reso conto che effettivamente la spesa è molto elevata.
Egli, però, ha giustificato l'aumento con l'applicazione della normativa.
Per i Comuni dissestati c'è l'obbligo di garantire almeno il 36% della spesa.
Si tenga conto che il servizio costa al Comune circa 700mila euro l'anno e dunque anche un aumento delle tariffe non è gran cosa rispetto a questo importo e dunque non è un problema economico o di fare cassa nel senso di utilità a pareggiare i conti, ma solo un aspetto normativo ineludibile.
Verdicchio ha promesso di rivedere tutta la questione nei prossimi giorni per capire se la percentuale minima sia rispettata o se si è oltre e quindi si può abbassare qualche valore.
L'ipotesi avanzata da una mamma che ha raccontato cosa succede in altre scuole miste pubblico-priovato, di sostenere cioè, con uno sconto, la continuità didattica, che in questo caso sarebbe interrotta, servirà da base a Verdicchio per valutare eventuali sconti da praticare almeno a quei bimbi già iscritti.
Si parlerebbe di uno sconto che potrebbe essere anche del 50%.
Per i nuovi iscritti, eventualmente, partirebbero le nuove tariffe.
Comunque sia, per avere una visione completa e non parziale della vicenda bisognerà aspettare almeno il 30 giugno, giorno in cui scadono i termini per iscrivere i bimbi all'Asilo nido.
L'assessore Del Prete ha ribadito il concetto che bisogna incentivare l'utilizzo degli Asili nido.
E' un percorso educativo fondamentale anche perché è stato studiato che i bimbi che provengono dagli Asili nido, appunto, hanno poi buone performance già da piccoli in varie altre materie scolastiche.
Un nuovo incontro tra mamme e Municipio ci sarà ora a luglio.

Le foto sono di "Gazzetta di Benevento". Riproduzione vietata.

 

 

comunicato n.113730



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