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Benevento, 11-06-2018 22:11 ____
Le cosiddette mura longobarde non sono tali e Totila non le ha mai abbattute se non per qualche piccolissima parte
In realta' esse sono di epoca precedente, probabilmente appartenenti al IV secolo. E' stato Marcello Rotili nel corso di un Convegno a sottolineare questa diversa verita' storica e penetrata nei secoli nel credo popolare
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"La transizione da città romana a capitale della Langobardia Minor", è stato il tema trattato da Marcello Rotili, ospite del Centro Studi del Sannio di cui è direttore Mario Pedicini che ha avviato i lavori con una scherzosa constatazione: Se è vero, come è vero, che Rotili ha collezionato oltre 300 pubblicazioni, forse non ha mai avuto il tempo di giocare a pallone in mezzo alla strada.
Non è vero ha risposto l'interessato, ho giocato anche a pallone.
Pedicini, riprendendo la parola, ha detto che egli non può negare di essere molto legato alla figura del padre di Marcello Rotili, Mario, che fu il sindaco di Benevento cui si deve peraltro lo sventramento e la creazione successiva di corso Dante.
Fu un'azione accettata dalla popolazione beneventana perché si permetteva di vedere anche da lontano la facciata della Basilica della Madonna delle Grazie, una Basilica realizzata dal Comune e quindi ancora oggi di sua proprietà.
Marcello Rotili, ha detto Pedicini, è docente universitario ma anche amante della città di Benevento.
Sarò eretico rispetto ai convincimenti generali, ha detto Rotili, avviando la sua relazione.
Urbanisticamente la trasformazione di Beneventio si ebbe tra il IV ed il V secolo, probabilmente anche per la necessità di ricostruire una città profondamente colpita dal terrenoto del 346 che fu molto devastante.
La premessa è che Benevento fosse una città romana anche molto estesa, forse più di quella attuale.
Nel IV secolo, però, ci fu la necessità di un restringimento dell'area urbana abbandonando le zone in piano, già flagellate dalle alluvioni, arrivando alla cinta muraria ristretta e quindi alla zona collinare della città.
Casi simili, ha proseguito Rotili, si ebbero in tutta Italia e dunque si abbandonavano le vecchie mura che peraltro erano anche più larghe.
Quindi, ha detto Rotili, è detto che Totila nel 542 distrusse le mura cittadine ma di quali mura si parla?
Narsete o i longobardi le ricostruisciono ma in realtà non ci sono né re né duchi longobardi che abbiano ricostruito effettivamente le mura perché semplicemente non ne erano costruttori.
Verosimilmente Totila allora distrugge le mura del III-IV secolo che erano in tufo giallo, un materiale che a Benevento venne per forza importato da Tufara o dal casertano visto che in loco non ne esisteva.
A comporre la materia prima per ricomporre le mura probabilmente cadute o danneggiate dal terremoto del 346, contribuì l'Anfiteatro Romano di via Munazio Planco che fu praticamente demolito e rasato tanto è vero che lì furono trovate tombe proprio del IV o V secolo.
A Benevento come nel resto dell'Italia non c'era più la necessità di alzare mura in quanto non c'erano guerre.
Ma dal III-IV secolo questa necessità cominciò a ripresentarsi a partire dal nord per il diffondersi delle invasioni barbariche, una invasione che cominciò in maniera soft fino poi ad espandersi lungo tutto lo Stivale.
Dello stesso periodo, del IV o V secolo, si deve anche la costruzione della Cattedrale grazie anche alla presenza di vescovi molto imporanti a partire da San Gennaro.
Dal V alla seconda metà del VII secolo questa presenza del vescovo si interruppe per riprendere poi con San Barbato.
Dunque, torna l'interrogativo: Ma Totila potè effettivamente abbattere quasi 3 chilometri di mura senza mezzi adeguati?
Verosimilmente egli si limitò ad abbatterne piccoli e piccolissimi tratti, forse aprì qualche porta, insomma quel tanto che bastava per penetrare nella città.
Le mura, dunque sono del IV secolo non oltre il V e quindi non sono di epoca longobarda che è successiva, anche se di non molto.
Questo assunto, ha concluso Rotili, che poi si è sottoposto volentieri alle domande di alcune persone presenti tra il pubblico, è sostenuto dai materiali ritrovati anche nella zona dell'Arco del Sacramento.

Le foto sono di "Gazzetta di Benevento". Riproduzione vietata.

 

 

 

 

 

 

 

 

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