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Benevento, 07-05-2018 13:51 ____
Siete il futuro ha detto don Nicola De Blasio alla platea dei giovani riunita per assistere allo spettacolo contro il gioco d'azzardo
Non lasciate rovinare il vostro cuore da falsi sognatori. E don Marcello Cozzi ha tuonato: Difendiamo il nostro diritto alla rabbia, a quella bella, contro i profitti e contro l'assurdita' che sia proprio lo Stato a favorire questa brutta pratica
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Al Teatro "Massimo" è andato in scena "Gran Casinò-Storie di chi gioca sulla pelle degli altri", una produzione della Compagnia "Itineraria Teatro", con Fabrizio De Giovanni, uno spettacolo che ha avuto l'obiettivo d'informare gli spettatori e stimolare le loro coscienze sul gioco d'azzardo.
Al termine della rappresentazione, che è stata proposta anche alla Camera dei Deputati e che ha visto la partecipazione attenta di molti parlamentari, a prendere la parola è stato don Nicola De Blasio, direttore della Caritas di Benevento, che ha fatto della lotta al gioco d'azzardo nel Sannio una sua prerogativa assoluta.
L'azzardo, ha detto don Nicola, è la speranza dei disperati. Sono i vecchietti, le persone con una pensione insignificante, gli operai, i disoccupati, che lo praticano.
Un ricco non va mai a giocare perché sa che non conviene e non serve.
Oggi abbiamo con noi don Marcello Cozzi, presidente della Fondazione Nazionale "Interesse Uomo" e membro della segreteria nazionale di "Libera" che ci spiega bene cosa possa significare l'azzardo per una famiglia che si ritrova sul lastrico. Voi siete il futuro, ha concluso don Nicola rivolgendosi alla platea dei giovani.
Non lasciate rovinare il vostro cuore da falsi sognatori.
A questo punto, la parola è passata a don Marcello Cozzi che ha portato i casi di alcune persone che hanno perso tutto con il gioco d'azzardo.
Emblematico quello di un giovane, Giuseppe, un operaio che con il suo unico stipendio portava avanti la famiglia, che aveva perso al gioco circa 350mila euro nell'arco di cinque sei anni e che il papà è riuscito poi ad accompagnare ad uno sportello anti-azzardo.
La persona perde la sua dignità quando è preso dai tentacoli di questa situazione terribile.
Una parola che ritorna in più articoli della Costituzione è quella dei diritti.
Bene, il gioco d'azzardo è un attentato proprio a quei diritti e dunque alla Costituzione.
La cosa più terribile, ha proseguito il sacerdote, è che tra i protagonisti principali di questa assurdità ci sono segmenti del nostro Stato che favoriscono il gioco d'azzardo.
Mai fare sconti a nessuno su queste cose e mai avere peli sulla lingua, ha detto don Marcello. Siamo stanchi di questa ipocrisia di Stato.
Il gioco d'azzardo lo dobbiamo distruggere alla radice.
Dietro questo cancro, come lo definisce Papa Francesco, ci sono delle persone.
Difendiamo allora il diritto alla rabbia, a quella bella, contro i profitti.
Angelo Moretti, della Caritas, ha ricordato quindi l'appuntamento del prossimo 20 maggio allorquando, alle 10.00, da piazza Bissolati, sede di una grande sala slot, si giungerà in piazza Roma, da sala giochi a sala giochi, ha detto.
Questa è una guerra quella che stiamo conducendo e voi siete i prossimi, principali bersagli, ha detto Moretti rivolto ai giovani.
Poi dopo piazza Roma arriveremo a piazza Risorgimento dove invece troveremo gli ottimi prodotti dello Slow Food.
A chiudere gli interventi è stato Fabrizio De Giovanni che ha invitato i giovani ad essere altrettanto intransigenti allorquando si presenterà la possibilità di votare sulla legalizzazione delle droghe leggere. Fate tesoro di ciò che è successo con il gioco d'azzardo ed agite di conseguenza.
Angelo Moretti, riprendendo la parola, ha confermato che ai sindaci sanniti è stato chiesto di adottare un Regolanmeto che vieti il gioco d'azzardo sul proprio territorio.
Mi auguro di arrivare al 20 maggio già con un Regolamento approvato almeno da un Consiglio comunale.
A Baselice, ad esempio, chi dismette il gioco d'azzardo nei locali, vene premiato con meno tasse.
A margine della manifestazione c'è stato quindi un bel colloquio tra Carmelo Paolozza, gestore di un pub a Baselice e che da 13 anni ha bandito pratiche di gioco d'azzardo nel suo locale, don Nicola De Blasio e Fabrizio De Giovanni (nella foto di apertura).
Ho fatto i conti: Ho perso circa 80/90 mila euro di guadagni togliendo le macchinette mangiasoldi.
Ho, però, tre figli e penso di aver fatto la scelta migliore anche per loro.
La decisione l'ho assunta quando mia figlia piccola mi disse di aver diviso la sua merendina con una sua compagna di classe.
Questo per alcuni giorni e fino poi a rendersi conto che lei la merendina non poteva più portarla a scuola perché il suo papà si giocava tutti i soldi che aveva.
A quel punto, ha detto Paolozza, ho chiamato i gestori e resistendo alle loro lusinghe di aumentare le mie provvigioni, ho chiesto di togliere immediatamente quelle macchinette dal mio locale. E così avvenne.
Oggi però neanche questo è più così facile da fare.

Le foto sono di "Gazzetta di Benevento". Riproduzione vietata.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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