Benevento, 21-04-2018 12:28 |
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Peppino De Lorenzo concretizza i suoi atti di accusa e in Questura ha consegnato prove documentate sulle gravi disfunzioni esistenti a Psichiatria
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Nostro servizio |
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Appare superfluo ricordare che, per molteplici aspetti, segnatamente in queste settimane, da più parti, si sono sollevate voci che hanno posto in evidenza, qualora ce ne sia stato bisogno, che la situazione sanitaria, qui da noi, non sia tra le migliori onde riuscire a fornire un'assistenza soddisfacente ai cittadini.
Le contestazioni, come si sa, hanno, indistintamente, interessato sia il "Rummo" che l'Asl.
In questa occasione, non è affatto intenzione ritornare su vicende ampiamente escusse avendo, da parte nostra, come da consuetudine, offerto, spazio a tutti, senza alcuna distinzione
Nel momento in cui, proprio in queste ore, anche i rappresentanti del Movimento 5 Stelle si sono associati al coro di proteste e vi sono ulteriori prese di posizione da parte del sindaco, dell'Ordine dei Medici e dei rappresentanti regionali, di cui trattiamo in altra parte del giornale, contemporaneamente, si apprende che il nostro Peppino De Lorenzo (foto) che, a più riprese, si è interessato delle attuali problematiche della sanità, questa mattina, si è recato presso la Questura consegnando, a quanto è dato sapere, prove documentate a supporto di gravi disfunzioni esistenti presso il reparto di psichiatria da lui retto per decenni.
Alla nostra richiesta di conoscere notizie più precise, De Lorenzo non si è sbilanciato più di tanto.
"Sì, è vero - ha ammesso - che sono stato in Questura.
Da medico, nel momento in cui, in queste ore, la sanità del territorio è nell'occhio del ciclone, ho ritenuto doveroso consegnare documenti di cui sono venuto in possesso relativi all'attività del servizio psichiatrico che, a mio avviso, potrebbero essere prove di reato.
Ringrazio, per questo, gli operatori che si sono preoccupati di raccoglierli e farli arrivare nelle mie mani.
In quel reparto, ho trascorso la vita intera.
Con i medici, molti hanno preferito andare via e con il personale ho avuto un rapporto meraviglioso.
Da ghetto, quale la struttura era, ho lasciato una situazione logistica ottimale.
Quanto ho appreso, ripeto con prove alla mano, dimostra che il direttore generale, Franklin Picker, evidentemente con il solo obiettivo di colpire me, ha portato il reparto ad essere teatro di atti gravissimi.
Questo è il ventilato rinnovamento, con un continuo cambio di sanitari, compreso quello che aveva preso il mio posto, alcuni dei quali stanno preferendo il pensionamento anticipato.
Essendo stata avviata un'indagine, non ci resta che attendere la conclusione di quest'ultima.
Rimango fiducioso, per questo, nell'opera della Polizia di Stato ed inviterò Picker ad un incontro, magari in Questura, per farlo rendere conto della situazione e permettergli di ascoltare le parole da trivio profferite per prassi in un reparto sì delicato da chi dovrebbe, invece, dare l'esempio.
In una struttura ospedaliera non possono passare sotto silenzio espressioni tipo vaiassa o Tiburtino III.
Altro, per ora, non posso aggiungere".
Questo quanto appreso.
Non ci resta che attendere, quindi, gli sviluppi degli eventi.
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