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Benevento, 20-04-2018 21:32 ____
Se ci fosse stata maggiore duttilita' nella storia francescana e nella storia della Chiesa forse tante energie non sarebbero andate perdute
Irrigidirsi e' pericoloso poiche' si rischia di gettare il bambino con l'acqua sporca. Se nelle relazioni interpersonali cercassimo di non irrigidirci le cose sarebbero meno problematiche ha detto monsignor Accrocca alla presentazione dei suoi libri
di Simone Razzano
  

Nel Salone Leone XIII della Curia Arcivescovile, si è tenuta, questo pomeriggio, la presentazione dei due volumi che l'arcivescovo di Benevento, monsignor Felice Accrocca, ha realizzato per i suoi studi sulla bibliografia francescana.
Un lavoro complesso, articolato su più fronti e con numerosi spunti d'indagine, realizzato in maniera certosina dall'attuale arcivescovo della Diocesi di Benevento che, oltre ad essere stato docente della Pontificia Università Gregoriana di Roma ed all'Istituto teologico di Assisi, viene annoverato tra i maggiori esperti in tema di storia del francescanesimo in età medievale, analizzata attraverso diversi saggi e volumi su Francesco e Chiara d'Assisi.
Accrocca, nel primo volume presentato dal titolo "Francesco e i suoi frati. Dalle origini ai Cappuccini", articolato in tre parti, parte dall'analisi sulla figura di Francesco vista in alcune fasi della sua vita, per poi esaminare la memoria del Santo di Assisi nella storia dell'Ordine, per estendere, infine, l'indagine sino al secolo XVI e concluderla con l'esame dei primordi dell'Ordine dei Cappuccini.
Il secondo volume, invece, titolato "Sulla via di Francesco", pubblicato dal Centro italiano di Studi sull'Alto Medioevo di Spoleto, intende ripercorrere le principali tappe della ricerca scientifica dell'autore.
Sull'analisi di questi due volumi, si è svolta la presentazione che ha visto la partecipazione, oltre che dell'autore, di: Ettore Rossi, presidente del Centro di Cultura "Raffaele Calabria"; monsignor Mario Iadanza, della Pontificia Facoltà Teologica Italia meridionale di Napoli; Maria Pia Alberzoni, docente presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano; Giuseppe Cremascoli, docente presso l'Università degli Studi "Alma Mater" di Bologna.
L'importante occasione, inoltre, ha consentito l'esposizione della Platea del monastero urbano di San Modesto a Benevento (nell'ultima foto in basso) risalente agli inizi del XVIII secolo, recentemente restaurata nel laboratorio di restauro del libro dell'Abbazia di Grottaferrata, in provincia di Roma e così restituita alla pubblica fruizione ed allo studio.
Un'azione, come sottolineato da don Mario Iadanza, da ascrivere al lavoro della Fondazione "Benedetto Bonazzi" che ha il compito di restaurare, come fatto in questo caso per una cifra intorno agli 11mila euro, valorizzare e rendere fruibile il patrimonio culturale custodito nella Cattedrale "Santa Maria Assunta", nel Museo diocesano, nella Biblioteca Capitolare, nella Pubblica Biblioteca Arcivescovile "Francesco Pacca", nella Biblioteca "Pio XI" del Seminario Arcivescovile e nell'Archivio storico diocesano "Benedetto XIII".
Per fare tutto questo, occorrono, però, cospicui fondi e così monsignor Iadanza ha proposto al numeroso pubblico presente la sottoscrizione del 5xMille a favore, appunto, della Fondazione "Benedetto Bonazzi".
Ettore Rossi, salutando i presenti, ha ricordato che "l'incontro non è solo di carattere culturale ma ha un senso più ampio visto che il vescovo di Benevento dedica le sue energie ad una delle figure più belle della vita della Chiesa. Inoltre la dedica dell'autore è alla Chiesa beneventana di cui egli è guida".
Successivamente, don Mario Iadanza ha introdotto, con una breve analisi sulla storia del francescanesimo, un filone ormai ben strutturato e consolidato di studio, gli interventi di Cremascoli e Alberzoni: due interventi di carattere specifico realizzati, non a caso, da esperti del tema.
Il motivo centrale di riflessione dei due accademici è stata la scelta delle fonti operata da Accrocca nella sua analisi: una scelta partita innanzitutto dalla storicizzazione delle stesse a cui è seguita un'opera non di contrapposizione dei testi ma di analisi complementare.
I due saggi segnano, in maniera particolare, una cesura tra la prima fase delle ricerche dell'autore, concentratasi sulla persona e l'opera di Angelo Clareno e la successiva, sempre più incentrata sullo studio del corpus agiografico su San Francesco d'Assisi, culminata, infine, in una proposta globale di superamento della visione imposta da Paul Sabatier.
"Si tratta comunque - ha concluso Maria Pia Alberzoni - di un approccio vivo alle fonti che denota grande passione per questo tema".
Accrocca, intervenendo al termine dell'incontro, ammettendo un certo imbarazzo, ha ripercorso alcune tappe del suo percorso di studi e di analisi della storia del movimento francescano, aggiungendo: "Per me lo studio vuol dire anche evadere le tensioni dell'episcopato. Penso, infatti, che starei male se non potessi dedicarmi, in qualche modo, allo studio".
L'arcivescovo ha concluso dicendo: "Se ci fosse stata maggiore duttilità nella storia francescana e nella storia della Chiesa forse tante energie non sarebbero andate perdute.
Irrigidirsi è pericoloso poiché si rischia di gettare il bambino con l'acqua sporca.
Se anche nelle relazioni interpersonali cercassimo di non irrigidirci le cose sarebbero meno problematiche. Studiare ha avuto anche questo significato per me".

Le foto sono di "Gazzetta di Benevento". Riproduzione vietata.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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