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Benevento, 12-04-2018 22:38 ____
Un genitore aspira ad ottenere per il proprio figliolo sempre il massimo e cosi' fa l'Unisannio per i suoi "figli" e disegna la via dell'eccellenza
Un grande avvocato, Ernesto Apa, socio di uno studio molto importante, ha indicato asperita', difficolta' ma anche obiettivi e traguardi di una carriera luminosa. Francesco Rota invoglia gli studenti a cogliere le opportunita' dell'Ateneo
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Un genitore aspira per il proprio figliolo sempre il massimo.
E' un fatto naturale che da piccolo lo sogni già, magari, ai vertici dello Stato: Questo mio figlio lo vedo a capo del Governo...
Questo anche quando sa, il genitore, che tra il dire ed il fare talvolta c'è di mezzo il mare.
Dunque, anche l'Università degli Studi del Sannio, corso di laurea in Giurisprudenza, nell'ambito del ciclo di incontri "Studi giuridici e mondo del lavoro: Gli studenti incontrano le professioni", ha indicato la via ai suoi figli-studenti, la via dell'eccellenza a cui ambire nel corso e subito dopo il percorso accademico.
Studiare per essere i primi; studiare per ottenere il massimo dei voti; studiare per ambire, con una qualche concreta possibilità di riuscire, ad inserirsi in ruoli di grande responsabilità.
Così, per rappresentare l'obiettivo raggiungibile e da perseguire, Francesco Rota, docente componente della commissione Orientamento Demm, ha invitato il suo amico d'infanzia, Ernesto Apa, avvocato di grande fama nel panorama nazionale e non solo con notevole esperienza in relazione agli aspetti regolamentari delle operazioni di M&A nel settore media-technology, a raccontare la sua storia e la sua attuale collocazione nell'ambito di uno studio legale, quello "Portolano Cavallo" di cui è entrato a far parte nel 2003, divenendone socio nel 2010.
Subito dopo la laurea, ha raccontato Apa, per un po' feci anche l'assistente universitario ma la voglia era quella di andare ben oltre il piccolo rimborso spesa che mi veniva elargito. E così seppi da un amico della sua assunzione in uno Studio Associato dove addirittura lo stipendio era di 1.500 euro al mese.
Lo studio associato, ha descritto Apa, è come quelli americani che si raccontano nei film dove c'è il socio e l'associato e dove si può giungere a divenire partner, cioè comproprietario.
A Cosenza, sua città di origine, non avrebbe avuto la possibilità di dare la "scalata" alla proprietà di uno studio che sarebbe sempre rimasto sempre dell'avvocato titolare o al massimo di suo figlio.
Nello Studio Associato è diverso, ma bisogna arrivarci.
E così l'avvocato Apa ha percorso tutta la strada che lo ha poi condotto proprio lì dove aveva caparbiamente voluto giungere.
Ho sbagliato anche a dare indicazioni, non tutte adeguate, nel mio urriculum.
Oggi ad esempio non scriverei più: Di non conoscere l'inglese ma di essere disponibile ad impararlo...
E qui ha indicato ai numerosi studenti presenti in aula, i "segreti" per la corretta compilazione di un cirriculum per la cui compilazione vi è una vera e propria tecnica da seguire come quella di tentare di esaminare l'esaminatore, azione che non è difficile fare anche grazie alle informazioni che si possono attingere da internet.
Anche le ovvietà, per molti, sono state evidenziate da Ape: Al colloquio l'uomo si presenta in giacca e cravatta, questo è certo.
L'avvocato Apa riesce ad entrare nello studio "Portolano Cavallo" e prima del compimento di 33 anni di età viene annunciato il suo nuovo status di socio.
Ora siamo in 40 avvocati, ha detto, oltre al personale di segreteria.
Siamo gli unici, come Studio, nella prima fascia di valutazione ed io sono a mia volta nella prima fascia individuale.
Tutto questo, ha proseguito l'illustre legale, non per sottolineare il mio eccezionale curriculum ma
per dire che ciò che ho descritto è un risultato nomale ed alla portata di tutti.
Mio padre, ha ancora detto, era direttore di un Ufficio Postale e dunque io non avevo grandi appoggi familiari.
Dal momento in cui sono diventato socio il lavoro è quindi stato sempre più intenso ed è lunga anche la lista di clienti importanti che ho portato allo studio.
Quindi ha raccontato le sue importanti esperienze anche all'esterno dello studio, come distaccato, uno studio, quello di cui è parte, che si è ritagliato uno spazio importante, di nicchia, rifiutandosi di seguire un percorso tracciato.
E così la intuizione fu di occuparsi delle società del settore del digital, delle televisioni, un settore che in altri importanti studi è rappresentato da piccole unità mentre da noi è la materia regina e che fa da traino anche ad altre specialità.
Il vantaggio di mettersi in una posizione di nicchia, ha proseguito Apa, è che c'è la concreta possibilità di essere molto valorizzati in un settore peraltro per niente affollato.
Ovviamente questi sono i vantaggi ma ce ne sono anche di svantaggi in una eventuale mia ricollocazione.
Per giungere a questi risultati, ha sottolineato l'avvocato, occorre ovviamente una buona preparazione accademica.
Uno studio superficiale non ti consente di entrare in magistratura, di fare il notaio o il grande avvocato. Bisogna puntare sull'eccellenza e non bisogna mai lavorare con il freno a mano tirato.
Apa ha consigliato ai futuri avvocati di essere anche cortesi con i clienti: Sono quelli che poi pagheranno la retta scolastica dei nostri figli.
Quindi sono stati elencati dei dati dell'Istat da cui risulta che negli studi legali l'ambiente è tendenzialmente maschilista. Il suo studio cerca però di non applicare questa tendenza visto che il 43% dei soci è donna.
Oggi i numeri dicono che in Italia ci sono 242mila avvocati, ne erano 38mila solo nel 1966.
La media è di 4 avvocati ogni mille abitanti.
In Francia la media è di meno di uno ogni mille abitanti.
In Campania addirittura sono 6 su mille e continuano ad aumentare. Il reddito medio è di 38mila euro l'anno mentre era di 49mila solo dieci anni fa.
Per la donna, invece, il reddito è di 23mila euro, una triste consapevolezza e che indica che la strada è ancora in salita per tutte loro.
L'avvocato medio è poi poco propenso alla specializzazione che invece è sempre più necessaria.
Apa segue poi con particolare attenzione ed anche con una certa apprensione l'avanzare della robotica negli studi legali.
Ci sono macchine che imparano e che sono in grado di scrivere atti con un margine di errore addirittura minore a quello di un avvocato.
Questo qualche interrogativo ce lo impone...
Apa ha anche trattato l'argomento dell'avvocato che lavora all'interno di un'azienda, un posto che è tendenzialmente più stabile.
Nel finale dell'intervento l'avvocato ha confermato che occorre cercare di ridurre gli errori nel processo decisionale.
Il moderatore dell'incontro, Francesco Rota, docente di Unisannio, ha sottolineato le utili indicazioni ricevute dall'avvocato Apa ed ha sottolineato tutte le opportunità offerte dall'Ateneo del Sannio, una giovane Università che offre anche la possibilità del doppio titolo conseguito in collaborazione con Atenei stranieri e poi la doppia laurea in Giurisprudenza ed in Economia che partirà dal prossimo anno accademico con un solo anno in più di studio.
Rota ha anche evidenziato: Una quota dell'obiettivo finale da raggiungere è composta certamente dalla fortuna ma la forza più potente è sempre quella data dal merito che non è mai inutile.
Offrite etica e qualità ed è l'etica quella che troverete.
Offrite schifezza è quella che poi alla fine vi troverete.
Sfruttate questo Ateneo, è andato a concludere Rota, dove la formazione è ancora presa sul serio.
L'incontro si è concluso con gli interventi di Ermelinda Vetrone, vice presidente Alumni Unisannio, e di Umberto Falco, rappresentante degli studenti.

Le foto sono di "Gazzetta di Benevento". Riproduzione vietata.

 

 

 

 

                                                   

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