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Benevento, 08-03-2018 12:28 ____
Il sindaco Mastella, febbricitante, non ha voluto mancare alla cerimonia del dono del cero in occasione della festivita' di San Giovanni di Dio
Applichiamo quotidianamente il motto del nome composto: Fate Bene Fratelli, ha detto il primo cittadino. Per l'arcivescovo Accrocca tutti i programmi elettorali delle forze politiche sono da rispettare ma l'accoglienza deve essere ampia, nelle regole
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Nonostante lo stato febbrile, il sindaco Clemente Mastella non ha voluto mancare all'appuntamento con la solennità di San Giovanni di Dio che si sostanzia nel tradizionale dono del cero, con lo stemma della municipalità, che arderà sull'altare quasi a suggellare il patto di reciproca attenzione tra la città ed i Fatebenefratelli, l'Ordine ospedaliero di cui è patrono appunto San Giovanni di Dio che tanto si prodiga nei confronti dei sofferenti.
La nostra comunità ha detto Mastella verso la fine della celebrazione liturgica, ringrazia per l'impegno e la dedizione profusa, di chi si dedica a lenire le sofferenze dell'ammalato ed è per questo, per rispettare questo impegno e questa tradizione, che oggi il sindaco, un laico, è oggi qui nonostante la cerimonia sia di natura strettamente religiosa.
Mastella ha richiamato tutti ad applicare il motto del nome composto: Fate Bene Fratelli.
Ciascuno di noi si deve muovere in questa direzione recuperando la solidarietà verso il prossimo che si estrinseca anche semplicemente con un sorriso di speranza reso anche a chi, purtroppo, questa speranza non l'ha più.
Nell'omelia, a commento della parabola narrata dal Vangelo, quella del buon samaritano, l'arcivescovo Felice Accrocca, che ha presieduto la concelebrazione, ha parlato di una proposta di vita organizzata intorno al tema della carità e della misericordia.
Chi non ama il fratello che vede, ha detto il vescovo, non può amare Dio.
E San Giovanni di Dio è l'emblema della reinterpretazione della parabola del buon samaritano peraltro in un contesto non facile.
Quindi mons. Accrocca ha sottolineato che nella storia di noi tutti possono essersi materializzate le quattro tipologie narrate e cioè di quelli che malmenano; di quelli che sono malmenati; di quelli che osservano e tacciono ed infine di quelli che intervengono.
Ecco, il Signore ci chiede di intervenire per aiutare chi soffre ed a maggior ragione sono impegnati in tanto chi fa ospedale, dove tutto si trasforma in gesti ed attenzioni particolari per gli ammalati.
Il Signore ci dia la forza, ha concluso l'arcivescovo, per vedere e distinguere le sofferenze del fratello e per farci a lui vicino.
L'esempio di San Giovanni di Dio ci deve spronare a tanto.
A margine della cerimonia, monsignor Accrocca ha anche detto, sollecitato dai giornalisti, che tutti i programmi sottoscritti dai movimenti politici alle ultime politiche sono da rispettare, ma riguardo gli immigrati occorre un rispetto ed un'accoglienza che deve essere ampia ancorché gestita all'interno di regole, ovviamente.
Mons. Accroca ha anche accennato alla vista di papa Francesco: Sarà una occasione in più per il nostro Sannio questa sua venuta.
Cosa possa scaturire da essa non lo so, ma certamente la venuta del Papa servirà alla nostra gente.
Proprio oggi, ha concluso l'arcivescovo, ci sono stati sopralluoghi di rappresentanti della Santa Sede in vista della venuta di Papa Francesco.
Tornando alla cerimonia religiosa della festività di San Giovanni di Dio, essa è stata conclusa da un breve intervento di fra' Angelico Bellino, che ha ringraziato il vescovo per questa sua prima partecipazione alla celebrazione (e monsignor Accrocca lo ha corretto con il gesto della mano: E' già la seconda volta e non la prima, dal suo insediamento a capo della Chiesa beneventana, che presiede questa liturgia) e ha sottolineato di essere rimasto estremamente colpito dalle parole del Vangelo soprattutto nella parte in cui Gesù dice a chi si era prodigato per gli altri: Vai e fai anche tu lo stesso.

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