Portale multimediale d'informazione di Gazzetta di Benevento

 

stampa

letto 6349 volte

Benevento, 22-02-2018 21:14 ____
Siamo in presenza di un circolo vizioso del modello di sviluppo che rende ricco chi ricco lo era gia' e che impoverisce il povero
E' la triste considerazione di Giuseppe Marotta che con Ettore Rossi e fra' Nicola Riccardi, sottosegretario del Dicastero Vaticano, ha alimentato il dibattito sui 50 anni dalla "Populorum progressio", l'enciclica di Paolo VI
Nostro servizio
  

La Provincia dei Frati Minori del Sannio e dell'Irpinia di Santa Maria delle Grazie, insieme all'Arcidiocesi di Benevento, all'Università degli Studi del Sannio ed al Centro Studi del Sannio, nel 50esimo anniversario della pubblicazione dell'enciclica "Populorum progressio" da parte di Papa Paolo VI, ha organizzato un convegno di studi sul tema "La centralità dello sviluppo a 50 anni dalla Populorum progressio".
Il convegno, coordinato da Paolo Palumbo, vice direttore del Centro Studi del Sannio, è stato aperto da Antonella Tartaglia Polcini che ha portato i saluti del rettore dell'Ateneo, Filippo de Rossi.
La docente ha altresì richiamato la forte attinenza tra i temi affrontati in questa stessa enciclica e quelli dello sviluppo sostenibile nell'ambito dell'agenda 2020-2030 che l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato e posto all'attenzione dei governanti e dei popoli per un progresso che sia degno di questo nome.
Quindi, si sono succeduti i saluti istituzionali di don Ezio Rotondi, vice prefetto dello Studio Teologico Madonna delle Grazie, e di don Leonardo Lepore, direttore dell'Istituto Superiore di Scienze Religiose.
Al trmine ha preso la parola fra' Antonio Tremigliozzi, ministro provinciale dei Frati Minori del Sannio e dell'Irpinia il quale ha esordito dicendo che il senso dell'enciclica è nella frase: "Lo sviluppo integrale dell'uomo non può aver luogo senza lo sviluppo solidale dell'umanità."
Questo seminario, ha ancora detto fra' Antonio, è già esso stesso un seme e germoglio di sviluppo partendo dal nostro contesto sociale.
La prima relazione è stata di Giuseppe Marotta, direttore del Dipartimento di Diritto, Economia, Management e Metodi quantitativi (Demm) dell'Università degli Studi del Sannio, che ha trattato il tema: "Lo sviluppo: aspetti politici ed economici del modello predominante e sue ripercussioni sociali".
Siamo in presenza di un circolo vizioso del modello di sviluppo che rende ricco chi ricco lo era già e che impoverisce il povero, ha esordito Marotta.
Dunque, prepotentemente avanza già negli anni Sessanta, epoca in cui venne licenziata l'enciclica di Paolo VI (1967) il tema delle diseguaglianze.
Quindi, l'economista ha sottolineato come si sia in presenza di una crescita esponenziale della popolazione del pianeta che ha raggiunto i circa 7 miliardi e mezzo di individui con un aumento di quasi 83 milioni l'anno.
Qui la diseguaglianza: Il 20% degli italiani detiene il 68% della ricchezza.
Un dato sconfortante se si considera anche che riguardo la crescita, il 50% di essa va ad appannaggio di un 10% della popolazione.
Nonostante questo, c'è ancora qualcuno che va dicendo in giro che in Italia sono stati creati posti di lavoro.
Forse si riferisce al lavoro part-time involontario, ma questa è un'altra forma, nuova, di povertà.
Perché, si è chiesto Marotta, non si è in grado di ridurre queste disparità così evidenti?
I limiti, secondo il direttore del Demm, stanno in due concetti essenziali: Il profitto e la competizione.
Qui le strategie sono di costo e di mercato.
Anche il balenato reddito di cittadinanza è stato messo sotto accusa dal docente perché esso al più agisce sul sintomo ma non sulla causa.
Senza veri posti di lavoro non si risolve nulla.
Bisogna lavorare, ha concluso Marotta per un nuovo umanesimo dell'economia e l'innovazione non può pregiudicare il lavoro.
La parola è quindi passata a fra' Nicola Riccardi, dell'Ordine dei Frati Minori, sottosegretario del Dicastero Vaticano per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, che ha parlato sul tema: "Il concetto di sviluppo secondo la Populorum progressio: sua attualità e sfide".
Fra' Nicola è originario di Telese Terme.
Paolo VI, ha detto il frate, aveva già raccolto le basi di quella che poi sarebbe stata una encliclica da pontefice, quando era arcivescovo di Milano ed aveva intrapreso viaggi nelle parti più povere del mondo e quindi quando arrivò a Roma aveva già un suo dossier su cui lavorare.
Le encicliche, peraltro, hanno un contenuto essenzialmente scientifico e non sono chiacchiere.
Paolo VI fu un pontefice attentissimo alle questioni umane.
La preoccupazione espressa da fra' Nicola è ora sui nuovi disoccupati, quelli della nuova rivoluzione industriale perché essa non è attrezzata ad inserire il lavoro nel suo sistema.
Vendiamo grandi illusioni sotto il nome di una robusta economia, questa è la verità.
Anche sul Prodotto Interno Lordo (Pil) fra' Nicola, che è un docente universitario ed un economista, non è stato tenero ritenendolo semplicemente un fallimento perché in realtà non misura qualitativamente le produzione.
Ed qui ha fatto un esempio: Se ci sono delinquenti in giro che distruggono, incendiano le attività produttive è ovvio che ci si difenda, che si chiami anche la sicurezza privata, attivando impianti di videosorveglianza aumentando così gli investimenti ed alimentando l'economia.
Ma questo lo possiamo chiamare benessere?
in conclusione fra' Nicola, come ama essere chiamato, ha affemato che bisogna produrre un nuovo modello antropologico.
Ettore Rossi, direttore dell'Ufficio per i problemi sociali e il lavoro dell'Arcidiocesi di Benevento, ha infine parlato su: "La questione sociale del territorio beneventano-campano: Peculiarità e soluzioni".
Rossi ha avviato il suo discorso affermando che l'ufficio che dirige cammina al fianco delle persone per aiutarle alla piena fioritura.
Dal territorio si alza forte il grido dei giovani affinché a loro venga riconosciuta la dignità tramite il diritto al lavoro.
Tra il 2008 ed il 2017 solo Benevento è stata abbandonata da 1.167 giovani, dai 18 ai 30 anni di età, un'onda che si è mossa andando anche all'estero.
Bisogna proporre delle scelte preferenziali per i giovani che non a caso oggi sono considerati i nuovi poveri.
Le piccole comunità, ha ancora detto Rossi, non sono eredità del passato ma possono rappresentare elementi per il futuro. Aiutiamo dunque i giovani a fare progetti di vita rimanendo sul territorio.
Rossi ha quindi analizzato i nuovi residenti che sono attratti dalle bellezze e dall'autotenticità dei luoghi.
C'è poi il fenomeno in crescita dei "ritornanti".
Ettore Rossi ha, infine, sottolineato come la spesa pubblica per il welfare nel Sannio sia tra le più basse in Italia portando la quota pro-capite a soli 15 euro, una quota minima per fronteggiare le crescenti povertà. Fortunatamente le iniziative caritatevoli sono molte, prima di tutto per opera della Chiesa locale e poi grazie alla generosità di tante organizzazioni del terzo settore.
Al termine delle tre relazioni, si è animato un dibattito con i presenti che è stato alimentato da Francesco Vasca, Giovanni Zarro, Ennio Cicchiello, Francesco Vespasiano ed Immacolata Mauriello.

Le foto sono di "Gazzetta di Benevento". Riproduzione vietata.

 

 

 

 

 

 

 

comunicato n.110433



Società Editoriale "Maloeis" - Gazzetta di Benevento - via Erik Mutarelli, 28 - 82100 Benevento - tel. e fax 0824 40100
email info@gazzettabenevento.it - partita Iva 01051510624
Pagine visitate 399613737 / Informativa Privacy