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Benevento, 18-02-2018 16:07 ____
Valerio Gramignazzi Serrone, un artista che ha ottenuto riconoscimenti internazionali e' finito nel dimenticatoio con il suo patrimonio d'immagini
Un "tesoro di carta", realizzato nel suo laboratorio al Rione Triggio, dal valore inestimabile, che varrebbe oggi la pena di riproporre assieme alla Mostra con cui racconto' i tesori d'arte della chiesa dell'Annunziata di Airola
di Elio Galasso
  

Quotidianamente, ad Airola, ci si sente scrutati dall'alto.
La Fede e la Speranza, due statue in marmo sul prospetto della chiesa dell'Annunziata si godono il fascino silenzioso di tetti, altane e cuspidi tenendosi lontane dalla vita che si svolge in città.
Ma per una volta quelle due sculture, costrette a concedersi all’osservazione ravvicinata, ne approfittarono per esibire la loro eleganza tra svolazzanti panneggi barocchi.
Accadde nel 1988 quando chiesi a Valerio Gramignazzi Serrone, maestro della fotografia, di raccontare a modo suo i tesori d'arte di quella chiesa.
Ne scaturì, promossa dal Comune della città caudina, una Mostra nel Museo Civico.
Settanta straordinarie fotografie in bianco e nero svelarono allora aspetti sconosciuti della facciata vanvitelliana, della spazialità tardorinascimentale dell'architettura interna, del clamore orgiastico della sua decorazione scultorea e pittorica.
Tra i riconoscimenti pervenuti da ogni parte d'Italia, il Comune di Airola acquisì le immagini che Gramignazzi aveva realizzato e stampato nella sua casa al Rione Triggio, un regno della fotografia noto in tutta Italia.
E fu, per la città caudina, un "tesoro di carta" inestimabile che varrebbe oggi la pena di riproporre, sarebbe di largo richiamo.
Interprete originale del panorama artistico e paesaggistico nazionale, Valerio Gramignazzi Serrone ha, infatti, illustrato pregiate pubblicazioni dell’Istituto Poligrafico dello Stato, del Touring Club Italiano e di tanti altri Enti italiani ed esteri.
E' stato un artista singolare, ha ottenuto riconoscimenti internazionali, eppure, con la sua scomparsa qualche anno fa sembra sia andato perduto proprio a Benevento il suo immenso patrimonio di immagini, senza intervento alcuno!
E' dunque una proposta, questa, di attenzione ad un settore particolare dei beni storici e artistici, quello cartaceo di interesse beneventano nel senso più ampio.
Una risorsa trascurata, la più misteriosa, la più a rischio.
Non mi riferisco soltanto alle rarità e ai capolavori già custoditi da istituzioni pubbliche, ma alla infinita quantità di disegni e stampe d'arte, manifesti e lavori di grafica, autografi e manoscritti, fotografie e cartoline che passano sul mercato e a tutto ciò che in continua e frammentata produzione finisce ignorato nella... raccolta differenziata.
Occorrerebbero in città una sede prestigiosa appositamente destinata, specialisti per le necessarie selezioni, giovani per gestire e far utilizzare tanta ricchezza da non sprecare più.
Occorrerebbe investire nel settore aprendosi alle nuove esigenze della società e della cultura, con responsabilità e competenza, senza continuare a duplicare l'esistente o, peggio, a creare l'inutile.

                                

                                 

                                                                 

comunicato n.110302



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