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Benevento, 08-02-2018 21:38 ____
Pasquale Viespoli a proposito della manina che ha sottratto il posto di capolista a De Girolamo: Non e' una novita' questa operazione notturna
Io me ne ricordo una del 2013... Sono, queste, contrapposizioni prive della forza e del coraggio di metterci la faccia. Le considerazioni dell'ex senatore all'incontro con Antonio Polito che ha presentato il suo libro "Riprendiamoci i nostri figli"
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Mentre si svolgeva la presentazione del libro di Antonio Polito "Riprendiamoci i nostri figli. La solitudine dei padri e la generazione senza eredità", pensavo, ci ha detto Viespoli al termine della manifestazione, che quello che stavamo alimentando fosse una discussione di cultura politica che affrontava temi epocali e poi pensavo a come si sta caratterizzando il dibattito esterno che definirlo privo di stile e di qualità è dir poco.
Siamo alla sommatoria elettoralistica, siamo ai micro notabili ed alle micro clientele.
Non c'è passione, non c'è mobilitazione o partecipazione in questa campagna elettorale.
E' questo aspetto un altro tempo ed un'altra fase della crisi della politica.
Si dice che le elezioni si fanno per scegliere i parlamentari: Si commette, affermandolo, una sorta di falso per cui bisognerebbe meglio dire che si svolgeranno elezioni per ratificare il pacchetto elettorale e non per scegliere.
La differenza tra lo sforzo di una politica alta, nobile che accetta le grandi sfide ed affronta i grandi problemi e la polemica di basso conio, ed una sorta di regolamento di conti che peraltro era prevedibile si presentasse.
Viespoli poi, a proposito della esclusione di Nunzia De Girolamo dal primo posto della lista, ha detto di non ritenere queste operazioni notturne una novità.
Io me ne ricordo una del 2013 (è l'anno in cui da sottosegretario uscente non venne più candidato ndr).
Una vicenda dall'esito identico a quello occorso a De Girolamo se non peggiore.
Dunque, questa manina dalle operazioni notturne per eliminare qualcuno, è cosa vecchia.
Una candidatura, la mia, che era data per scontata ed invece poi così non fu.
Sono, queste, contrapposizioni prive della forza e del coraggio di metterci la faccia.
Queste sono le considerazioni fatte da Viespoli con noi di "Gazzetta" al termine dell'incontro ma in relazione ad esso.
Tornando all'evento della serata, l'ex senatore ha parlato di Polito, vice direttore del "Corriere della Sera", come di un saggista che fa opinione.
Si tratta di un libro di grande interesse.
L'autore rivendica il suo giungere dalla Sinistra, ma la Sinistra su questi temi, però, annaspa senza definire l'emergenza educativa o la difficoltà a definire un rapporto tra padre e figlio.
La crisi è dovuta anche alla fine di una storia culturale ed è come dire: La trasmissione è finita ovvero, è temporaneamente sospesa.
Il libro attraversa proprio queste difficoltà e costringe, dunque, alla riflessione.
Don Mario Iadanza, altro interlocutore di Polito (che poi ringrazierà ammirato per la profondità delle sue argomentazioni e per il carattere ed i tratti scoperti nel libro) ha parlato, per lui che è cultore di altri momenti storici, molto più antichi, di una sera che rappresenta una immersione nella contemporaneità.
E' quello di Polito un saggio coinvolgente ed appassionato e che dipana problematiche che riguardano la collettività.
E' peraltro vergato con una scrittura di qualità che non è facile oggi trovare in giro.
Straordinari poi anche i richiami ai classici: "Antigone" di Sofocle o "Le Nuvole" di Aristofane.
Quella di Polito è una operazione quasi chirurgica, ha proseguito don Mario Iadanza, che affonda il bisturi nella famiglia con la necessità, trattandosi di una navigazione a vista, di condurre la barca in un porto sicuro.
Poi mons. Iadanza, che è oggi un docente universitario, ha sottolineato il fatto che verso queste nuove generazioni dei tradimenti pure li abbiamo posti in essere.
Le ricette per educare queste schiere di giovani dei nostri giorni, non ce ne sono e non ne abbiamo per tutto e per ogni cosa.
L'attività educativa dà speranza e non occorre avere fretta per il risultato anche perché si educa con la mente e con il cuore.
Anche nalla nostra Chiesa vedo pochi educatori come lo fu don Giovanni Bosco.
Da noi l'Azione Cattolica svolge un ruolo educativo, ma la Chiesa non può diventare solo un'istituzione internazionale della solidarietà.
Antonio Polito ha sottolineato, come detto innanzi, la profondità di tanti elementi che don Mario è riuscito a ricavare dal suo libro mentre Viespoli ne ha colto l'aspetto politico.
Quindi il giornalista ha parlato delle "necessità" dei giovani che, citando la rottamazione, vogliono prendere il potere dai loro predecessori.
Ma prima di essa c'è da risolvere una emergenza educativa che è a carattere nazionale.
La polemica del mio libro è che la rottura della tradizione non a caso è solo per nostra inadempienza di generazione precedente, ma per diversificazione di un modello culturale che chiede che il giovane non venga educato essendo il compimento più eccezionale della sorte umana.
Ed allora gli educatori a che servono se farlo, cioè educare, sporca la gioventù?
Voglio combattere questa rinuncia alla battaglia culturale.
Sul controllo dei nostri figli incombe una grande guerra che va combattuta per riprenderceli.
La discussione tra gli adulti, l'inno all'educazione, dovremmo cominciare ad intonarlo.
Don Mario Iadanza nella replica, che ha fatto seguito agli interventi di Nicola Danilo De Luca e di Marisa Capobianco oltre che di Enza Nunziato, ha detto che la scuola è un'istituzione inutile e dannosa perché abitua alle vie traverse.
La prima cosa, ha concluso il docente, toglierei il valore legale al titolo di studio e forse anche le classi così come le abbiamo immaginate e propendere per una scuola che non naufraghi sotto il peso delle carte.

Le foto sono di "Gazzetta di Benevento". Riproduzione vietata.

 

 

 

 

 

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