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Benevento, 11-01-2018 18:50 ____
Non si puo' attestare con certezza l'originalita' e la genuinita' delle 50 ore di registrazione che misero nei guai Nunzia De Girolamo
E' la sorprendente dichiarazione resa in Aula dal perito del Tribunale a proposito di quei documenti sonori che costarono alla parlamentare beneventana il posto di ministro dell'Agricoltura
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Effettuate tutte le opportune verifiche, si giunge alla conclusione che i reperti audio contengono una serie di anomalie qualitative e quantitative tali da non poterne attestare con certezza la loro originalità e genuinità.
Questo è quanto ha riferito quest'oggi in Aula il perito del Tribunale a proposito della documentazione fatta di registrazioni che, senza autorizzazione, vennero effettuate da Felice Pisapia, all'epoca direttore amministrativo dell'Asl a casa di Nunzia De Girolamo, nel luglio del 2012 e che poi portarono successivamente, quando la vicenda divenne di dominio pubblico e se ne interessò la magistratura ravvedendo in esse la espressione di comportamenti sia di De Girolamo che degli altri presenti, producenti reati penali per via di pressioni effettuate nell'ambito della sanità pubblica locale, alle successive dimissioni di De Girolamo da ministro dell'Agricoltura.
E', se vogliamo, sconvolgente quello che afferma il perito in quanto la documentazione su cui si basa l'intero processo potrebbe essere stata contraffatta e, dunque, essere falsa, quindi, come egli dice, non genuina.
Dall'analisi spettrografica, ha ancora detto il perito, si evidenzia che le registrazioni, successivamente alla loro acquisizione, sono state rielaborate con un software (di quelli che si possono anche scaricare gratuitamente da internet ndr) capace di riprocessare il segnale sonoro, codificandolo con una frequenza discorde rispetto a quelle che avrebbero dovuto avere se fossero delle registrazioni originali.
I file audio non essendo stati trattati correttamente non hanno preservato le caratteristiche autentiche e originali.
Non vi è modo, ha proseguito il perito in Aula, di stabilire se l'acquisizione errata sia dovuta ad una non accorta operazione di esportazione, di una conversione di formato, oppure per volontà di mascherare eventuali operazioni di editing.
Le alterazioni riscontrate non consentono di accertare la presenza o meno di segni di tagli o giunzione e quindi di poter escludere operazioni di editing o eventuali manipolazioni di tipo additivo o sottrattivo.
In base all'ascolto del contenuto, vi è un riscontro certo tra la data indicata nel nome del file e gli eventi temporali narrati nelle stesse.
Non sono emersi indizi di manomissione o alterazione degli stessi; il contenuto di tutte le registrazioni segue sempre un filo logico, ma, data la cospicua durata delle stesse (oltre 50 ore), data la presenza d'innumerevoli rumori e pause locutorie, che in qualche modo si prestano a mascherare eventuali tagli e giunzioni, non è possibile attestare con assoluta certezza l’assenza di manomissioni o omissione di parti delle conversazione.
Sin qui il perito.
Insomma, potrebbero anche essere state non manipolate con dolo, con l'intento di farlo cioè, ci pare di capire, ma sta di fatto che il marchio della genuinità a quelle registrazioni non può essere dato.
Ora che succederà?
Il processo proseguirà nella prossima udienza del 3 maggio.
Dovrà ora essere sentito anche il tecnico di parte e tutto ruoterà sulla capacità che avranno queste registrazioni di reggere alle fasi successive del processo.
Se dovessero essere giudicate ufficialmente non genuine, come ha affermato il perito nominato dal Tribunale, il processo potrebbe avere un epilogo segnato.

comunicato n.109155



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