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Benevento, 21-10-2017 17:40 ____
Una presenza amichevole accanto ai malati, offrendo loro un servizio basato sulla reciprocita', sulla gratuita', sulla vicinanza, sul dialogo
E' l'azione che quotidianamente svolgono i Volontati Ospedalieri che hanno celebrato la loro IX Giornata ospitando le delegazioni provenienti anche da altre province e regioni. Il presidente Rossi: Il nostro compito e' alleviare il disagio
Nostro servizio
  

Mario Domenico Rossi, presidente dell'Associazione Volontari Ospedalieri (Avo) ha aperto i lavori della IX Giornata Nazionale Avo svoltasi alla Rocca dei Rettori, giornata convenzionalmente individuata per il giorno 24 ottobre di ogni anno.
Alla celebrazione hanno preso parte, tra gli altri, il sindaco Clemente Mastella, il vice presidente della Provincia, Francesco Maria Rubano, monsignor Francesco Iampietro, vicario generale dell'Arcidiocesi, Nicola Sguera, docente di Filosofia e consigliere comunale, Maria Giuseppina Colatruglio, psicologa dell'Ospedale "Fatebenefratelli", padre Rosario Messina, camilliano, Agata Danza consigliere FederAvo e già vice presidente nazionale, Lepore già presidente di Avo Benevento, assieme ai presidenti di Avellino, Capua, Caserta, Casoria, Nocera, Santa Maria Capua Vetere, Sapri, Scafati, Valle dell'Irno.
Con loro anche i consiglieri comunali Molly Chiusolo, Giuliana Saginario, Patrizia Callaro ed Anna Rita Russo.
Dopo i saluti di rito, il presidente Rossi ha sottolineato che l'Associazione di Benevento, festeggia anche il XXXV anniversario della nascita dell'Associazione Volontari Ospedalieri.
Infatti è dal 5 ottobre 1982 che nelle strutture sanitarie della nostra città, l'Azienda Ospedaliera "Gaetano Rummo" e l'Ospedale "Fatebenefratelli", i nostri volontari assicurano una presenza amichevole accanto ai malati, offrendo loro un servizio basato sulla reciprocità, sulla gratuità, sulla vicinanza, sul dialogo, donando aiuto contro l’isolamento, la noia, e il dolore.
E' esclusa ogni mansione tecnico professionale di esclusiva competenza del personale medico e paramedico.
Se gli ammalati, i loro familiari o le istituzioni, ha proseguito Rossi, giudicano positivamente la nostra attività, il merito ed il mio personale convinto ringraziamento è rivolto indistintamente ed incondizionatamente a tutti i volontari di Benevento che danno vita ad uno spirito di gruppo determinato a costruire una comunità di amicizia e solidarietà.
Il tema del nostro incontro è: "Una visita al malato" da parte di un volontario.
Il suo interessamento per lui, è teso a cambiare o alleviare il suo stato di disagio.
Non è per niente una cosa semplice fare visita ad un infermo, qualsiasi sia la malattia o dolore interiore che ne determina il suo stato invalidante.
La malattia, mette a dura prova le capacità di comunicazione della persona colpita dal disagio dell’infermità, occorre dare spazio alla liberazione dei pensieri e dei sentimenti dei malati perché essi diventino risorse a servizio della guarigione e della speranza.
Come trovare le parole giuste?
Non esistono regole precise, ma ascoltare, con attenzione ed empatia, senza avere fretta di dare soluzioni, permettere, appunto, all'ammalato di esprimersi liberamente.
Il buon senso, la pazienza, anche lo stare seduti in silenzio se il malato ha solo bisogno di compagnia, sono l'equilibrio che guidano il volontario ad aiutare a sopportare meglio la solitudine ed il dolore dell'infermo.
Visitare i malati, oltre ad essere una decisione consapevole che esige responsabilità da parte del volontario, richiede anche di vincere la paura, di accettare la propria impotenza, di rinunciare a essere protagonisti di buone azioni, per stare accanto all’altro senza pretese e senza imbarazzi.
L'incontro con il malato esige sempre disciplina, occorre, insomma, saper tacere e saper parlare con discernimento, non imporre la propria visione, non fare del malato un’occasione di protagonismo caritativo.
Il malato, purtroppo, ha ancora detto il presidente Rossi, non è esclusivamente nelle corsie degli Ospedali.
Tante sono le malattie che affliggono la società contemporanea, ancora di più chi non solo è nel disagio fisico, ma è anche "solo" a casa.
L'Avo nata in ospedale, per operare negli ospedali ha intenzione di estendere i propri servizi alle strutture territoriali di ogni tipologia, avviando le prime sperimentazioni per un'assistenza domiciliare.
E' "l'era nuova dell'Avo" iniziata già da qualche tempo e che da noi si è esplicitata con l’attività di supporto al Caregiver.
L'Avo intende aprirsi a una maggiore interazione con il territorio: creare cioè una rete sociale tra istituzioni e associazioni, per sperimentare nuovi servizi, convenzioni e protocolli d'intesa, che possono diventare strumenti per la tutela dei portatori di bisogni.
Offrirsi di accompagnare una persona malata e anche sola, per una terapia, per una radiografia, per una visita medica, sono alcuni dei modi concreti per mettere in pratica i nostri propositi.
E' il disegno della "Nuova era dell'Avo" con particolare interesse al contesto giovanile, al mondo della scuola e dell’università.
L'intento è di stimolare la nascita di nuove esperienze solidali, creare opportunità di socializzazione e di crescita, sensibilizzare le nuove generazioni alle problematiche sociali ed all'impegno civile.
Di conseguenza l’aforisma: L'altro ha bisogno di te... diventa una fonte di investimento per arricchire la propria vita.
Educare i giovani come cittadini attivi e responsabili, che grazie al volontariato escono dai confini della propria famiglia per mettersi a disposizione di tutta la comunità.
La visita al malato, ha concluso Rossi, è un'opera di misericordia, la visita all'ammalato significa aiutarlo a guarire.
Non c'è una regola, non c'è un modo unico per tutti, ognuno mette se stesso, dà quello che può, quello che sente.
A seguire vari altri interventi.
Tra questi, quello del sindaco Mastella che ha parlato della necessità che l'opera dell'Avo venga estesa al territorio abbandonando la esclusiva dei presidi ospedalieri.
Bisogna trovare, quindi, la possibilità di "aprirsi" per modo che l'assistenza non sia solo a carico delle istituzioni.
Di diverso avviso la opinione del consigliere comunale, Nicola Sguera peraltro egli stesso con la moglie è stato volontario, il quale ha parlato da un punto di vista filosofico della "Persona" in quanto oggetto delle attività effettuate dai volontari. Da ultimo l'idea che i volontari ospedalieri conservino la loro specificità solo all'interno dell'Ospedale.
Al termine del Convegno, l'Associazione ha offerto il pranzo ai suoi ospiti allestendo la Sala all'interno del cortile della Rocca che, anche stavolta, è riuscita a dare il meglio di sè.

Le foto sono di "Gazzetta di Benevento". Riproduzione vietata.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

comunicato n.106826



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