Portale multimediale d'informazione di Gazzetta di Benevento

 

stampa

letto 6497 volte

Benevento, 17-10-2017 08:13 ____
Il tema drammatico dell'occupazione abusiva di alloggi nell'immediatezza della morte dell'assegnatario arriva in Prefettura
Bene l'iniziativa di Mastella, dopo il caso di Lorenzo Vessichelli, di richiedere un Comitato per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica ma servira' ad invertirte la rotta, si chiede Peppino De Lorenzo?
Nostro servizio
  

Tra qualche ora, in Prefettura, si riunirà, su richiesta del sindaco Clemente Mastella, il Comitato per la sicurezza e l'ordine pubblico, dopo quanto si è verificato, a poche ore della morte, presso l'abitazione di Lorenzo Vessichelli (qui nella foto di Gazzetta).
Il nostro Peppino De Lorenzo ritorna sull'argomento facendo in proposito una valutazione sull'annoso problema delle occupazioni abusive, più volte affrontato, ma, ad oggi, non risolto.
Per questo, coglie l'occasione per ricordare, da par suo, un altro caso, fra i tanti, verificatosi qualche anno fa, di cui lui fu testimone attivo e del quale anche noi ci interessammo.
Ecco quanto De Lorenzo scrive.
"Questa mattina, su richiesta del sindaco, si terrà una seduta del Comitato per la sicurezza e l'ordine pubblico.
L'incontro, si ricorderà, è scaturito a seguito dell'occupazione, da parte di abusivi, dell'abitazione del compianto Lorenzo Vessichelli, a poche ore dalla morte.
La vicenda è ben nota e, personalmente, ho plaudito all'iniziativa del primo cittadino che, nello specifico, ha parlato di "infarto sociale".
Epperò, nel momento in cui il comitato si sta per riunire, qualche dubbio sorge spontaneo.
Non sarebbe gradito trovarsi, ancora una volta, dinanzi ad un ulteriore incontro di facciata che, in ultimo, poi, non porta ad alcunché di concreto.
Infatti, Mastella, incolpando i suoi predecessori, non è la prima volta che affronta lo spinoso problema, ma, sino ad ora, risultati, in tutta onestà, zero.
Sarebbe, in proposito, lungo l'elenco delle promesse, partendo dalle settimane che fecero seguito alla sua elezione, per giungere ad oggi.
Quindi, se non vengono assunte delle direttive ben precise, dolorosamente, si tratterà di un infarto che condurrà, inesorabilmente, a morte sicura il paziente.
Ed a nulla varrà la professionalità dei valorosi cardiologi che, ad oggi, hanno curato il malato nel migliore dei modi.
Il caso Vessichelli è l'ultimo di una lunga catena e scorrendo gli anelli di quest'ultima, ci si imbatte in ripetuti e non puniti oltraggi nei confronti di persone indifese che hanno avuto, loro malgrado, il torto, si fa per dire, di non avere familiari diretti e, quindi, facilmente bersaglio di una deplorevole profanazione, in una società che ha smarrito tutti i valori.
Infatti, proprio ricordando Lorenzo Vessichelli, si è scritto che non è stato neanche atteso che il suo corpo divenisse gelido, al pari del marmo che accoglieva le sue spoglie mortali nella Sala mortuaria dell'Ospedale Fatebenefratelli, mentre la porta della sua abitazione era forzata.
Gli episodi verificatisi in questi ultimi tempi sono tantissimi e tutto ciò, trovandosi di fronte ad un silenzio assordante che ogni volta si ripete, fa ritenere di essere in un paese che di civile ha smarrito ogni traccia. Si cerchi, quindi, di adoperarsi al fine che si conservi almeno un residuo di rispetto, anche se minimo, dinanzi alla maestosità della morte. 
Solo questo il cittadino chiede, nel buio sempre più fitto che circonda tutti.
In questo momento, torna, prepotentemente, alla mente, fra i tanti, un altro caso simile, verificatosi solo qualche anno fa.
Anche, allora, la Stampa e "Gazzetta" detterò il risalto dovuto.
Promesse tante, risultati, nulla.
Mi è gradito ricordarlo avendo vissuto la situazione in prima persona.
Mi riferisco, nello specifico, a Vincenzo, detto Beethoven, che, a suo modo, in città era un personaggio conosciuto dai più.
Vagava per la strada allietando i passanti con le sue note.
Postazione preferita: dinanzi all'Ufficio Centrale delle Poste.
Viveva in condizioni di estremo disagio in un alloggio popolare al rione libertà ove, una sera di qualche anno fa, dopo che il 118 era stato allertato dai suoi vicini di casa, fu trovato tra l'immondizia, con la sporcizia incrostata sul corpo, circondato da cumuli di rifiuti.
Stava male, ma era cosciente.
Di qui, ebbe inizio l'ultimo viaggio, all'età di 57 anni, verso l'Ospedale.
Era un relitto umano per cui, purtroppo, come talvolta accade, le cure diventano un optional.
Ed ecco che, molto imprudentemente, addirittura, fu chiesta l'ordinanza per un ricovero coatto in Psichiatria.
Vincenzo Beethoven, ormai rifiuto di quella stessa società contestata per una intera esistenza, non poteva essere considerato un malato come tanti.
Il destino, però, malgrado lo avesse portato a trascorrere le ultime ore di vita tra psicotici e schizofrenici, gli fu, comunque, benevolo.
Infatti, nel reparto di Psichiatria, trovò gli infermieri premurosi che lo pulirono ed un medico umano, Paolo Cavalli, che, per una notte intera, lottò per strapparlo alla morte.
Lui ringraziò e, malgrado stesse male, chiese un giornale per potersi distrarre.
La sorte è invero strana.
Alle cinque del mattino squillò il telefono di casa mia.
Cavalli, con voce provata, mi comunicò che lo sventurato era morto.
Vincenzo Beethoven, forse, negli ultimi istanti di vita, trovò, pur se tra le mura di un reparto psichiatrico, ove, per errore, era stato scaricato, il calore umano.
Sicuramente, nel momento del distacco terreno, fu accompagnato, nell'ultimo viaggio, dalle note della "Nona" che, per una vita intera, aveva adorato.
Sulla mia scrivania, nell'attesa che gli organi preposti provvedessero al ritiro, per lungo tempo, rimasero il suo cellulare ed un libretto di risparmi di poche migliaia di euro, somma, quest'ultima, accumulata con l'elemosina dei suoi concittadini.
Dopo un'ora dalla morte, il suo corpo era ancora in reparto prima di essere portato nell'obitorio, alla sua casa in via Silvio Pellico, al civico 43, fu subito forzato l'ingresso e la stessa, da subito, occupata da abusivi.
Non c'è da aggiungere altro.
Un copione, sempre lo stesso, che si ripete mentre non si pone un argine vero a quello che Mastella, oggi, definisce "infarto sociale".

comunicato n.106666



Società Editoriale "Maloeis" - Gazzetta di Benevento - via Erik Mutarelli, 28 - 82100 Benevento - tel. e fax 0824 40100
email info@gazzettabenevento.it - partita Iva 01051510624
Pagine visitate 401009216 / Informativa Privacy