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Benevento, 13-09-2017 14:53 ____
Clemente Mastella ripercorre gli undici anni del suo calvario giudiziario conclusosi con l'assoluzione con formula piena da ogni accusa
Non ho alcuna voglia di prendermi qualche sfizio ma pretendo le scuse dagli Usa che mi vietarono di imbarcarmi per il loro Paese, nonostante avessi il visto sul passaporto, per via della mia situazione giudiziaria. Una umiliazione terribile
Nostro servizio
  

Il momento emozionale è stato in gran parte assorbito ieri, nella immediatezza della notizia dell'assoluzione dalle gravi accuse che la magistratura aveva mosso nei suoi confronti, in quelli della moglie e di esponenti di rilievo del suo Udeur.
Questo avveniva quasi undici anni fa!
Oggi è il tempo del ragionamento, della presa di coscienza del danno non più ripagabile subìto, ma anche della denuncia affinché queste cose non abbiano più a verificarsi.
Clemente Mastella in Conferenza Stampa ha voluto ribadire i passi salienti di questo suo calvario che ha dovuto affrontare e che ha inciso profondamente anche nella salute provocandogli un infarto quasi certamente attribuibile a questo stato d'ansia e di prostrazione e primenti serie conseguenze anche a membri della sua famiglia.
Ed è proprio ad essa, alla famiglia, cui mi sono appellato, assieme al ricorso alla mia fede in Dio, in quei giorni terribili e stamane, prima di venire qui tra voi, sono passato alla Basilica della Madonna delle Grazie a sciogliere un voto.
Con Mastella, al Tavolo della presidenza anche gli avvocati Alfonso Furgiuele e Carbonella e Luigi Nocera, esponente dell'Udeur dell'epoca, anch'egli prosciolto da ogni accusa.
Mastella ha ricostruito l'ambientazione, anche mediatica, di quei giorni in cui egli era ministro di Giustizia e che si vide arrestare la moglie.
Il vescovo di Benevento, Andrea Mugione, venne a trovarmi a casa e fu anch'egli oggetto di obiezione, anche da parte di esponenti del mondo cattolico, di quel mondo che dimentica che bisogna visitare i carcerati...
Anche Diego Della Valle mi fu molto vicino così come Vannino Chiti quando mi dimisi da ministro del Governo Prodi.
Poi non molti altri.
La sofferenza in questi lunghi anni è stata tanta ma debbo dire di non avere alcuna voglia di prendermi qualche sfizio per questa claustrofobica giustizia.
Non è il singolo magistrato che sbaglia ma è la giustizia nella sua generalità che deve determinarsi ad assumere atteggiamenti diversi.
Quindi l'avvocato Furgiuele ha parlato della strategia processuale che ha stabilito in questi lunghi anni con i coniugi Mastella.
L'intesa è stata perfetta e così anche sulla linea da seguire.
Essa è stata improntata al rispetto dell'autorità giudiziaria e delle istituzioni ed in questa prospettiva abbiamo fornito massima collaborazione all'autorità giudiziaria a cui non abbiamo chiesto, peraltro, alcun rinvio con lo scopo di giungere alla prescrizione, anche in momenti processuali a noi favorevoli.
Abbiamo dato il consenso all'utilizzabilità degli atti, di tutti gli atti e non abbiamo opposto alcun elemento frenante.
L'avvocato ha anche tenuto a precisare che questa sentenza rappresenta anche l'epilogo che è fatto di una serie di archiviazioni e di proscioglimenti ed assoluzioni.
Ieri si è semplicemente sbriciolato un castello che poggiava su nulla.
La giustizia è stata affermata, ha proseguito Furgiuele, ma il prezzo pagato è stato altissimo e la magistratura deve interrogarsi su ciò che è accaduto per fare in modo che non avvenga più anche in considerazione del fatto che non tutti si chiamano Clemente Mastella e che hanno, quindi, la sua disponibilità ed il suo effetto mediatico.
Si tenga conto, ha detto l'avvocato, che Bassolino, nei confronti dei quali Mastella avrebbe compiuto il reato nel 2006, non è stato mai ascoltato dal pubblico ministero pur essendo la persona offesa.
Solo nel 2017, undici anni dopo, su nostra richiesta, Bassolino ha potuto riportare nel carteggio processuale ciò che aveva già riportato con dichiarazioni rese alla stampa.
Mastella ha quindi ripreso la parola per tirarla fino alla fine della lunga conferenza stampa.
Ad un certo punto, ha detto, mi sono trovato come Giobbe, perseguitato da Satana con il permesso di Dio.
Una grande fede nella giusizia non ce l'ho, ma in Dio sì.
Mastella ha anche parlato delle umiliziazioni subite da qualche imbecille locale, così lo ha definito, da qualche ex parlamentare europeo o da un ragazzotto piccolo borghese (il riferimento appare essere a Renzi ndr) da cui venivo ogni volta richiamato alla memoria come l'emblema negativo della politica.
La dignità, quella mia, intima, personale, non l'ho mai persa ma quella nell'ambito della politica sì, mi è stata fatta perdere.
Ero a capo di un partito con 1 milione di voti che ora non c'è più.
Chi ci ripaga di tutto ciò?
L'ex ministro se l'è presa anche con gli Stati Uniti d'America raccontato il terribile episodio occorsogli allorquando non gli venneo consentito, con biglietti alla mano, di imbarcarsi per gli Usa.
Mi fu impedito di farlo nonostante avessi regolarmente il visto sul passaporto.
La ragione fu in quelli che erano i miei dati pendenti da un punto di vista giudiziario.
Tornai indietro, umiliato, pur essendo solo un indagato.
Oggi esigo delle scuse formali dal Consolato Usa in Italia.
E qui Mastella ha riferito dell'episodio dell'infarto occorsogli: Dalli e dalli, qualcosa dentro poi ti scava...
Il sindaco di Benevento pretende anche che sui social, per il cosiddetto diritto all'oblio, vengano cancellati dai motori di ricerca e da Wikipendia tutto ciò che possa indirizzare il lettore a questa sua vicenda giudiziaria da cui è uscito assolto.
Mastella ha anche fatto l'ipotesi di una sua condanna per affermare quanto possa essere assurda la legge Severino.
Fossi satto condannato sarei stato sospeso dalla carica di sindaco per fatti riferiti ad undici anni fa e che nulla hanno a che vedere con il mandato popolare di primo cittadino.
Probabilmente avrei avuto la mia maggioranza dissolta e se poi ci fosse stata una successiva assoluzione?
Da qui la necessità di modificare la norma magari mandato in quel Comune un commissario prefettizio che congeli tutto e che restituisca poi l'Amministrazione dell'Ente al sindaco legittimo ed alla sua maggioranza una volta assolto.
Mastella ha anche raccontato di aver ricevuto una telefonata da un suo amico di Caserta che gli ha fatto gli auguri per la sentenza assolutoria ma gli ha anche detto: A te sono trascorsi 11 anni. Io è da 22 che attendo la mia sentenza dal Tribunale di Santa maria Capua Vetere....
Il sindaco ha quindi ringraziato i beneventani che gli sono stati vicino in questi lunghi anni nonostante ci fosse chi si sforzasse di appellarlo come il nipotino di Belzebù.
Mastella ha quindi confermato: Non lascio per uno scranno al Parlamento la guida di Palazzo Mosti. Voglio fare il sindaco di Benevento fino a quando il Signore me lo concederà e farò la politica alla mia maniera, come ho sempre fatto.
Nasco tondo, non morirò quadro...
Ieri, ha confidato verso la fine del suo intervento, per smaltire il mio nervosismo mi sono dedicato ad una partita al calcio balilla con il mio nipotino...
Infine, Mastella ha fatto l'elenco di quelli che lo hanno chiamato in queste ore e tra questi non ci sono né Prodi, né Berlusconi ed a proposito di Prodi ha detto che è inutile che faccia ancora finta di non riconoscerlo ma egli ed il suo Governo non caddero a causa delle mie dimissioni ma perché venne schiacciato nella disputa tra Veltroni e Berlusconi. Non furono i miei due voti, ininfluenti, a buttare all'aria il Governo del Paese.
Mastella ha definito, infine, la sentenza anche come un atto di grande coraggio.
Ultimata la conferenza stampa Mastella con alcuni suoi amici è partito alla volta di Roma dove è andato a trovare un amico che sta lentamente uscendo da una lunga trafila sanitaria dopo l'investimento subito da parte di un'auto sfuggita al contro del suo conducente.
Andrà per portargli la sua amicizia ed auguri di pronta e completa guarigione.
Noi di Gazzetta che conosciamo di chi si parla, ci uniamo all'abbraccio.

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