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Benevento, 09-09-2017 19:53 ____
Alla vigilia dell'incontro di calcio tra il capoluogo piemontese ed il Benevento presentata l'antologia "Il Grande Torino - Campioni per sempre"
Il sindaco Clemente Mastella ha definito l'iniziativa di grande intelligenza: Il calcio e' passione e bisogna viverlo con questi sentimenti. Quella che si celebra e' stata una formazione nel cuore di tutti
di Diego De Lucia
  

Una bella antologia "Il Grande Torino - Campioni per sempre" (Absolutely Free Editore) dove viene raccontata l'epopea di quella squadra straordinaria.
"Il Toro nella città delle Streghe", organizzata dal Toro Club Benevento "Pedro Mariani", in occasione della sfida del campionato di Serie A di calcio tra Benevento e Torino, ha voluto omaggiare quelle leggende con la presentazione del libro in un incontro moderato dal giornalista, ma tifosissimo dei granata, Luca Maio.
Il merito di quel miracolo sportivo fu del presidente Ferruccio Novo e dell'allenatore, uno dei primi fuoriclasse in panchina, l'ungherese Erno Erbstein.
Questi, riuscì a far diventare il Torino "Grande" plasmando quel sistema di gioco con straordinari interpreti quali erano Maroso, Loik, Mazzola, trasformando una squadra di calcio in una favolosa, leggendaria ed invincibile.
Era un modello di società calcistica moderna, vincente ed amata.
Il Grande Torino era una realtà che andava oltre lo sport, riuscendo a mettere insieme la storia di un Paese che in quell'undici si riconosceva al di là delle distanze geografiche.
Nella storia, ha recitato un ruolo da protagonista un luogo magico dove si consumavano eventi indimenticabili: lo Stadio Filadelfia, l'inespugnabile. 
Chicca finale, l'intervista a Sauro Toma: approdato al Grande Torino nell'estate del 1947.
Un infortunio al ginocchio gli impedì di far parte del gruppo che volò a Lisbona per l'amichevole tra Benfica e Torino.
Il 4 maggio del 1949 l'aereo che riportava a casa gli invincibili si schiantò sulla Basilica di Superga.
Non ci furono superstiti.
Pietro Nardiello e Jvan Sica hanno chiesto ad un collettivo di scrittori di narrare una storia che non si è mai conclusa, ma che nel tempo è, invece, diventata un valore da condividere e tramandare.
Protagonisti, questa sera, sono stati Giampaolo Muliari, direttore del Museo del Grande Torino e della leggenda granata di Grugliasco; Andrea Pelliccia, scrittore e coautore del libro "Il Grande Torino. Campioni per sempre"; Franco Selvaggi, ex giocatore del Torino e campione del mondo con la nazionale italiana nel 1982.
A porre il saluto della città il sindaco di Benevento, Clemente Mastella, il quale ha definito l'iniziativa di grande intelligenza: "Il calcio è passione e bisogna viverlo con questi sentimenti".
Ha poi ricordato il lavoro svolto da Urbano Cairo presidente del Torino Fc che ha saputo riportare i granati ad ottimi livelli.
Sulla squadra degli invincibili, il primo cittadino ha sottolineato: "E' stata una formazione nel cuore di tutti.
Un calcio che oggi fatica a far riemergere quei tipi di valori".
Il presidente del Toro Club Benevento, Daniele Capossela, ha sottolineato come l'obiettivo sia stato quello di offrire una vetrina alla città di Benevento "Bisogna valorizzare, in maniera intelligente, la grande opportunità che viene data dalla partecipazione del Benevento Calcio al campionato di A".
Poi Capossela ha sottolineato che si voleva dare un segnale alla città: "Volevamo far ripartire una macchina un po' imballata".
Selvaggi ha sottolineato: "Il Grande Torino è stata la squadra più forte di tutti i tempi, purtroppo una tragedia la cancellò".
Ha spiegato che indossare la maglia del Torino significa orgoglio e responsabilità.
Il  campione del mondo ha rimarcato come il calcio oggi sia cambiato ed ha esortato ad un ritorno a determinati valori.
Per il direttore Muliari, il Torino tutt'ora trasmette emozioni: "Anche qui a Benevento ci sono tanti appassionati e curiosi di conoscere la storia dei granata.
Credo sia importante il valore della memoria".
Poi ha aggiunto: "La vera tragedia non è morire, ma dimenticare".

Le foto sono di "Gazzetta di Benevento". Riproduzione vietata.

 

 

 

 

 

 

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