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Benevento, 12-08-2017 10:08 ____
Elvira Santaniello, torna ad analizzare il problema della crisi idrica
E lo fa anche attaccando le azioni poste in essere dal consigliere comunale pentastellato di San Giorgio del Sannio, Francesca Maio
Redazione
  

Elvira Santaniello, torna ad analizzare il problema della crisi idrica e lo fa anche attaccando le azioni poste in essere dal consigliere comunale pentastellato di San Giorgio del Sannio, Francesca Maio.
"I comunicati stampa del consigliere pentastellato - scrive - ci fanno sempre più cadere le braccia!
Dovremmo essere in guerra, una guerra per riappropriarci dell'acqua che Renzi e la Madia prima, De Luca ed Emiliano poi, hanno già deciso che deve essere gestita dai privati ed invece che fa?
Continua per la sua strada fatta di selfie e di comunicati stampa dove si dicono cose trite e ritrite e soprattutto superate.
Lei sta ancora ferma al livello degli Accordi Interregionali con la Puglia, temporanei o definitivi che siano, mentre la politica è già molto, ma molto più avanti.
Chi è veramente addentro alla questione della distribuzione dell'acqua tra Campania e Puglia, sa bene che, come spesso sottolineato da un geologo ed ex dirigente di Alto Calore, la situazione che esiste oggi sulle sorgenti irpine è simile a quella di un bicchiere pieno nel quale sono immerse tante cannucce.
In Italia esistono oltre 5.000 acquedotti che sfruttano le sorgenti nazionali e nel caso irpino, la mancanza di un'organizzazione unica ed integrata, sempre secondo il dirigente, non ha permesso di quantificare la reale quantità di acqua che viene drenata in una direzione piuttosto che in un'altra.
Dal punto di vista tecnico scientifico, infatti, i nostri corsi di acqua e le sorgenti non conoscono né i confini geografici né quelli delle amministrazioni.
Un gestore unico, invece, come sostiene il geologo, può salvaguardare i Comuni ed i cittadini dai rischi di inquinamento, garantire le interconnessioni tra reti, metterci a riparo dalle crisi idriche e garantire una adeguata gestione dei pozzi e degli invasi.
Sulla base di queste evidenze, la politica e il Pd in particolare, quella stessa politica che ha distrutto Alto Calore, ha creato artatamente la crisi idrica fino a farla giungere ai livelli di disperazione che stiamo vivendo oggi e questo a partire dagli accordi del 2012, (così come è già accaduto in passato per le numerose crisi dei rifiuti, per l’emergenza incendi, per la ricostruzione post sismica, per la questione migranti) per poter, poi, portare a compimento il proprio piano di svendita dell'acqua e più in generale, dei servizi ai privati.
Prova ne sono, da una parte la legge di riordino del servizio idrico campano che accentra il potere nelle mani di pochi, anzi di pochissimi  (un presidente, un direttore generale e 20 membri di un Comitato Esecutivo, i quali governeranno le scelte gestionali di tutti i 550 comuni della regione) e dall'altra, la volontà ormai nemmeno più tanto celata, del presidente della Regione Puglia, Emiliano, di vendere le quote societarie di Acquedotto Pugliese (Aqp), di proprietà della Regione, ai Comuni, non certo per mantenere l’acqua pubblica ma per favorire la svendita di queste quote ai privati, stante l’indisponibilità economica dei Comuni stessi per il rifacimento e la manutenzione delle reti.
Un'ulteriore conferma della volontà di svendere l'acqua è la nomina a presidente di Aqp di Nicola De Sanctis, con un recente passato in Iren, una delle principali multiutility italiane.
Ciò detto, appare chiaro che la situazione è talmente ben avviata verso un itinerario già previsto ed organizzato che pochissimi sono i margini di risoluzione immediata.
Bisogna essere chiari su questo!
Ad oggi, non è cambiato niente e niente cambierà nell'immediato futuro perché i partiti, con la regia del Pd, hanno deciso e stanno portando avanti il loro piano, che è tutto tranne un'operazione in favore dei cittadini!
L'acqua, non è tornata nei rubinetti dopo la riparazione dell'elettropompa di Cassano né tantomeno tornerà quali che saranno i prossimi accordi con la Puglia: l'obiettivo della politica è tenerci in un'emergenza continua per poi proporci la soluzione capestro della gestione privata di un bene che, invece, è un diritto inalienabile dell'uomo!
Le cose potranno cambiare solo se il popolo vorrà ribaltare il sistema una volta per tutte, innanzitutto non votando più coloro che ci stanno distruggendo.
Per questo, ogni volta che vi manca l'acqua nei rubinetti di casa, pensate a quante volte vi siete impelagati anche voi in questo meccanismo: forse lavarvi con la minerale vi costerà meno fatica".

comunicato n.104930



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