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Benevento, 10-08-2017 13:34 ____
Un volume di ricordi e testimonianze dedicato ad una delle figure piu' eminenti della vita politica e culturale del secolo scorso: Giuseppe Tamburrano
L'opera raccoglie alcuni scritti di numerosi autori, tra i quali spicca quello di Enza Nunziato, giornalista beneventana
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Ad un mese dalla scomparsa di Giuseppe Tamburrano, avvenuta all'età di 87 anni a Roma il 21 giugno scorso, la Fondazione Pietro Nenni ha dato alla stampe e presentato presso la propria sede nella Capitale, un volume di ricordi e testimonianze dedicato ad una delle figure più eminenti della vita politica e culturale italiana del secolo scorso, protagonista della stagione dei governi di centro sinistra negli anni '60 avendo lavorato a stretto contratto di gomito proprio con il vice presidente del Consiglio dei ministri Pietro Nenni.
Abbiamo sfogliato quel testo.
Con il semplice titolo "Giuseppe Tamburano", con prefazione di Giorgio Benvenuto e Carlo Fiordaliso, l'opera raccoglie alcuni scritti di numerosi autori, tra i quali spicca (alle pagine 60 e seguenti) quello di Enza Nunziato, giornalista beneventana, animatrice di Circoli culturali, responsabile per la Campania di "Gariwo - Il Giardino dei Giusti", sempre in prima fila nelle occasioni delle Giornate della Memoria e del Ricordo per le Vittime dell'Olocausto e delle Foibe.
Benvenuto e Fiordaliso, nel loro intervento, hanno scritto dell'Uomo: "Giuseppe Tamburrano non è mai sceso a compromessi.
Molte volte è apparso come un uomo solitario.
Un eretico. Ma non è così. Non ha inseguito le mode.
Non è stato opportunista.
E' stato un costruttore, un innovatore nella storia del socialismo".
Queste parole delineano benissimo la statura del politico e dell'intellettuale.
In tale contesto, l'intervento di Nunziato nasce, innanzitutto, in omaggio alla fede socialista di entrambi, per i quali è diremmo un tratto distintivo ed identitario.
Tamburrano, infatti, era socialista da sempre e per sempre anche in omaggio alla figura paterna, che fu un senatore che mai abiurò quella sua fede. Nunziato, a dimostrazione di quella comunanza di rapporti ideali e politici, ha avuto anche occasione di ospitare nel capoluogo sannita, in occasione di un'iniziativa storico-culturale, l'ex consigliere politico di Nenni.
Tamburrano aveva curato nel libro "Giacomo Matteotti. Storia di un doppio assassinio" (Utet, 2004) una densa e stimolante ricostruzione di una delle più terribili del Ventennio.
Matteotti, deputato veneto, ebbe il coraggio e la dirittura morale di alzarsi più volte in Parlamento per far sentire la sua (isolata) voce contro il malaffare, la corruzione e la stessa dittatura del Regime fascista da poco instauratosi nel Paese e, per questo, pagò il prezzo più alto allorché, il 10 giugno 1924, fu rapito e ucciso da una squadraccia in camicia nera.
Mussolini di quel crimine se ne assunse la piena responsabilità politica e morale in un discorso alla Camera diventato tristemente celebre: per presentare il libro di Tamburrano nel Sannio e per salvaguardare la intestazione al Martire della Piazza dove insiste la chiesa di Santa Sofia di Benevento, Nunziato invitò in città l’ex consigliere di Pietro Nenni.
Un'altra ragione del rapporto tra Nunziato e Tamburranno può essere ritrovata nella singolare circostanza che lo studioso, che ha insegnato "Storia dei partiti politici" all'Università di Catania, era nato a San Giovanni Rotondo, in provincia di Foggia, cittadina dove di fatto si è svolta la intera vita conventuale di Francesco Forgione, meglio noto come Padre Pio, nato a Pietrelcina a pochi chilometri da Benevento.
Tamburrano, sia pure muovendosi su un piano di giudizio laico, aveva grande rispetto per la figura del "Frate delle stimmate", che, del resto, ha contribuito sicuramente, come tutti sanno, allo sviluppo socio-economico della sua (e del padre) città natale: e a tale proposito basti dire che appare assai improbabile che lo Stato italiano potesse insediare in una piccola realtà quale era, molti decenni or sono, San Giovanni Rotondo una struttura ospedaliera dell'imponenza e dell'efficienza della "Casa Sollievo della Sofferenza", che invece San Pio riuscì letteralmente a mettere su.
Tamburrano disse di Padre Pio, che aveva personalmente conosciuto: "Del Santo, non posso raccontare nulla perché mi manca il retroterra della fede, ma sicuramente posso dire che padre Pio era un uomo santo.
Mi scuso per il gioco delle parole, che, però, in realtà non è tale: il frate che ho conosciuto era, infatti, un uomo che davvero diffondeva intorno a sé fiducia, gioia e speranza, nella maniera più semplice possibile".
Insomma, anche su questa radice, si costruì nel tempo, nonostante la forte differenza di età, un rapporto tra Nunziato e lo studioso che tanta parte ha avuto, tra le altre cose, nel rilanciare e dare nuova prospettiva di interpretazione critica e politica, alla figura di Antonio Gramsci che, seppure figura assolutamente centrale del Partito Comunista Italiano, cosa che pagò con anni di durissima prigionia sotto il Fascismo, venne dallo stesso Partito un po' messo da parte, assai probabilmente perché faceva ombra a Palmiro Togliatti.
Ma la biografia di Tamburrano dal titolo "Antonio Gramsci" (SugarCo, 1963), ebbe senz'altro il merito di scacciare il cono d'ombra stato riversato con grande spregiudicatezza politica, nei primi anni del dopoguerra, dagli stessi comunisti italiani nei confronti del pensiero del fondatore del Pci, ripresentandolo, con tutto il suo carico d'innovazione e al di fuori dei rigidi schematismi delle sclerotiche ortodossie, anche sul proscenio filosofico e politico internazionale.
Nunziato e Tamburrano hanno avuto modo di condividere questa riflessione di Carlo Rosselli, altra mitica figura di intellettuale ed antifascista, anch'egli vittima del Ventennio, essendo stato ucciso in Francia con il fratello Nello nel 1937: "Intanto chi sono? Sono un socialista.
Un socialista che, malgrado sia stato dichiarato morto da un pezzo, sente ancora il sangue circolare nelle arterie ed affluire al cervello.
Un socialista che non si liquida, né con la critica dei vecchi programmi, né con il ricordo della sconfitta, né con il richiamo alle responsabilità del passato, né con le polemiche sulla guerra combattuta".
Ebbene, alla notizia della morte di Tamburrano, Nunziato ha voluto lasciare alla Fondazione Nenni un suo ricordo.
Così la Fondazione ha deciso di pubblicarla nel volume dedicato a chi a lungo la presiedette.
Questo il pensiero di Nunziato: "Con Giuseppe Tamburrano scompare un altro protagonista della stagione inclusiva, partecipativa, formativa del Socialismo Italiano.
Una figura che, insieme a tanti altri, è stata un rifermento per molti giovani che volevano trovare un porto sicuro e un confronto serio e dialogante.
A Giuseppe mi lega (non riesco a usare il passato) un'amicizia profonda fatta di condivisione dei valori socialisti e umani, della difesa strenue e senza tentennamenti dei diritti dell'Uomo, degli indifesi, degli ultimi.
Ma di Giuseppe mi piace ricordare la battaglia, orgogliosa e fiera nel nome del Socialismo, che facemmo in difesa della denominazione della piazza Giacomo Matteotti di Benevento.
Un'agorà che si trova nel pieno centro del capoluogo sannita, e che, nonostante vari tentativi di rimozione della storia, conserva ancora oggi, due targhe intitolate al martire del Socialismo.
Una vicenda tutta italiana, che evidenziò le mille contraddizioni del dopo Prima Repubblica, dello smarrimento post ideologico e di un allora sindaco di Alleanza Nazionale, che non aveva smesso di ascoltare i discorsi di Mussolini.
La storia di una piccola provincia che fece Storia, grazie ad un articolo firmato Gian Antonio Stella, in prima pagina, sul Corriere della Sera.
Al quale seguirono altri articoli su diversi quotidiani.
Potevamo dirci soddisfatti...
Ma non ci bastò, fu così che con Giuseppe Tamburrano, Angelo Sabatini, presidente della Fondazione Matteotti, e con il deputato Umberto Ranieri, organizzammo un incontro a Benevento in piazza Matteotti, in occasione dell'uccisione dell'onorevole socialista antifascista.
Fu un momento di grande commozione e partecipazione, anche perché il dibattito si chiuse con una drammatizzazione dell'ultimo discorso tenuto in Parlamento da Giacomo Matteotti, a cura di Michele Cosentini.
Uniti nel nome di un Socialismo che guarda sempre in avanti".

 

Nelle foto: La copertina del libro, una di Tamburrano ed un'altra scattata in un'occasione di un intervento pubblico di Nunziato con Giorgio Benvenuto al Museo del Sannio

comunicato n.104872



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