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Benevento, 22-05-2017 15:43 ____
Il prefetto Paola Galeone ha ricordato le vittime della Strage di Capaci a 25 anni dall'attentato
Questo il momento piu' toccante vissuto all'Auditorium Sant'Agostino alla presenza di autorita' civili e militari. Molto c'e' ancora da fare come era nel disegno di Giovanni Falcone ha detto il procuratore nazionale Antimafia, Franco Roberti
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Il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo ed Antonio Montinaro.
E' toccato al prefetto, Paola Galeone, ricordare tutte le vittime della Strage di Capaci a 25 anni dall'attentato.
Questo il momento più toccante vissuto all'Auditorium Sant'Agostino alla presenza di autorità civili e militari.
Assente, questa mattina, il procuratore nazionale Antimafia, Franco Roberti, il quale, però, ha voluto salutare gli studenti con un messaggio: "Bisogna combattere i pregiudizi.
Cultura della legalità significa anche lottare per evitare di ripetere gli errori del passato.
A 25 anni da Capaci, molto c'è ancora da fare come era nel disegno di Giovanni Falcone".
Una carica di 572 chili di esplosivo venne fatta saltare sotto un condotto dell'autostrada in direzione di Palermo, nei pressi dello svincolo di Capaci.
L'esplosione impattò sulla prima delle tre auto blindate che formavano il corteo su cui viaggiava il magistrato e la moglie Francesca Morvillo.
Per ricordare le vittime, da Emanuele Notarbartolo ai fatti del 1992, in Prefettura una mostra che fa da prologo al libro del generale Fausto Milillo "Luci dal Buio-Mafia ed Antimafia: immagini per non dimenticare", una rassegna fotografica che ripercorre per intero la sanguinosa stagione dalla fine degli anni '70 e che sarà visitabile fino al prossimo 2 giugno.
Il prefetto ha evidenziato che lo spirito della mostra è quello di far conoscere, soprattutto alle giovani generazioni, la "Vecchia Sicilia" della violenza mafiosa e la "Nuova Sicilia" dei “padrini in gabbia”, evidenziando la necessità che la "Ricerca della Memoria" venga vista, letta e rivissuta attraverso questi momenti tragici per testimoniare la rabbia e la voglia di giustizia da parte di tutta la comunità.
I 50 pannelli fotografici esposti costituiscono la memoria delle dure ferite inferte alla mafia e ritraggono anche le luci emerse dalle tenebre ad illuminare la difficile strada dell'affermazione della legalità condivisa.
Presso l'Auditorium "Sant’Agostino", come detto, si è svolto il convegno "Le vittime di mafia - la memoria le responsabilità il ruolo delle istituzioni e la società", organizzato dalla Prefettura, dalla Procura della Repubblica di Benevento e dall'Università degli Studi del Sannio, con la collaborazione dell’Associazione Nazionale Magistrati, del Conservatorio di Musica "Nicola Sala" e dell'Associazione Libera, che ha avuto quali principali destinatarie le scuole.
Martino Lo Cascio, psicologo, autore e regista di documentari ed opere teatrali, ha letto alcuni brani, tratti da "Il giardino della memoria", relativi al rapimento ed all'uccisione di Giuseppe Di Matteo, il ragazzino figlio del boss Santino, tra i responsabili dell'attentato di Capaci, ucciso e poi sciolto nell'acido per ritorsione nei confronti del pentimento paterno.
Si tratta della vicenda dei 779 giorni di prigionia ed il freddo racconto dell'efferato assassino reso ai magistrati durante il processo nel 1998.
Tornano le parole di Peppino Impastato che definiva la mafia una montagna di merda o quelle di Borsellino che si appellava proprio alla gioventù il cui consenso negato avrebbe sentenziato la fine di cosa nostra.
Presente, questa mattina, anche il Conservatorio di Benevento "Nicola Sala".
Il presidente del Tribunale, Marilisa Rinaldi, ha esortato: "Bisogna superare il momento di abbattimento ed essere essere partigiani.
Occorre avere una memoria gramsciana, quindi il coraggio".
Per il rettore, Filippo De Rossi, è importante che le istituzioni siano forti poiché "è un elemento imprescindibile per combattere la malavita".
Il presidente dell'Associazione Nazionale Magistrati di Benevento, Simonetta Rotili, ha sottolineato come sia necessario un rinnovamento civile: "Le pubbliche amministrazioni sono dei baluardi.
E' un dovere ricordare e noi dobbiamo essere custodi gelosi di quei valori con la giusta umiltà".
La Provincia di Benevento ha partecipato con il vice presidente, Francesco Maria Rubano, ed il segretario generale, Franco Nardone.
Il presidente Claudio Ricci, impossibilitato a prendervi parte per la concomitanza di un altro impegno istituzionale precedente assunto, ha manifestato la piena condivisione, affidando al vice presidente ed al segretario generale il compito di manifestare alla Procura ed ai promotori tutti la solidarietà totale della Provincia.
"La memoria non deve creare competizione, noi non vogliamo dimenticare", ha rimarcato Michele Martino delegato locale della Associazione "Libera".

Le foto sono di "Gazzetta di Benevento". Riproduzione vietata.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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