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Benevento, 22-05-2017 10:37 ____
Peppino De Lorenzo scrive a Mino Mortaruolo a proposito della visita fatta alle strutture sanitarie del Sannio. Al Pronto Soccorso ci siete stati?
Li' i pazienti, malgrado le ventilate promesse dei mesi scorsi, continuano a soggiornare per giorni e giorni sulle barelle. De Luca aveva promesso che avrebbe rinnovato la Sanita'. La realta' dimostra che cio' non e' avvenuto
Nostro servizio
  

Peppino De Lorenzo, cogliendo l'occasione della recente visita presso alcune strutture sanitarie del nostro territorio da parte di alcuni rappresentanti del Consiglio regionale, ha inviato una lettera a Mino Mortaruolo, inoltrando la stessa anche a Lello Topo, presidente della Commissione Sanità, nonché al governatore Vincenzo De Luca.
E' una denuncia forte che fa seguito, tra l'altro, all'esposto, ormai conclusosi, inoltrato agli organi giudiziari in merito all'attività del reparto psichiatrico che portò, come si ricorderà, anche all'impianto di telecamere nascoste che non approdarono, in ultimo, ad alcun elemento di contestazione.
Oggi, la denuncia di De Lorenzo non potrà, di certo, passare inosservata e merita un doveroso riscontro proprio da parte degli organi regionali.
Ecco quanto De Lorenzo scrive.
"Mino carissimo, anche se non più con l'interesse di un tempo ormai del tutto spento in me, ho seguito la visita che tu, giorni fa, accompagnato dal presidente della Commissione Sanità della Regione Campania, hai fatto in alcune strutture sanitarie del territorio sannita.
Mi avevi personalmente annunciato la stessa, or non è molto, in un nostro incontro a Torrecuso nel corso di un convegno in cui ero relatore.
In quella occasione, come ricorderai, da libero cittadino, senza alcuna interferenza della politica, dalla quale, dopo le amare esperienze subite che non poco hanno inciso sulla mia vita, sono distante mille miglia, ti accennai, con l'impegno di approfondire il problema, di quanto si era, ancora una volta, verificato presso l'Asl della nostra città, oggi a guida Franklin Picker.
Per essermi posto, fors'anche cocciutamente, contro il potere imperante e nella speranza, mai sopita, di vedere una sanità rinnovata, le ho subite di tutti i colori anche se, in ultimo, grazie proprio a quella magistratura che si dispregia da più parti in un credo popolare incarnato, ho vinto le guerre in una solitudine assordante, Scarinzi e De Stefano sono esempi eloquenti, anche se, poi, ho perso la battaglia.
La tua visita, caro Mino, mi permetterai, non approderà, purtroppo, ad alcunché di concreto.
Ho qualche anno più di te e mi posso permettere, da uomo di sinistra che non crede più nella sinistra, di parlarti con la schiettezza che mi è congeniale.
Non era affatto necessario, credimi, ribadire che, qui da noi, i medici e le strutture private, frutto, queste ultime, di sacrifici di valorosi professionisti, siano il meglio della sanità. 
Lo si sapeva benissimo e siamo in molti ad esserne convinti da sempre.
Il quadro desolante è rappresentato dalle condizioni in cui si è costretti ad operare con una ingerenza della politica nella sanità che ha raggiunto ormai livelli non più tollerabili.
Nel Pronto Soccorso del "Rummo" i pazienti, malgrado le ventilate promesse dei mesi scorsi, continuano a soggiornare per giorni e giorni sulle barelle.
Ci siete stati lì?
In quelle stanze andava fatto il brindisi beneaugurante di cui siete stati protagonisti nel corso dell'incontro.
La sfiducia dei valorosi operatori che lì operano si respira nell'aria ogni giorno vieppù.
Bene.
Veniamo, comunque, a bomba altrimenti, dilungandomi oltre il dovuto, rischierei di perdere la direttiva smarrendo in questo modo il motivo principale che mi ha spinto a rivolgermi a te.
Dopo quarant'anni di attività presso il reparto di Psichiatria in cui ho dato, pur se tra innumerevoli difficoltà dovute anche alla particolare utenza, tutto me stesso, malgrado ancora trattenuto dal personale cui, nel tempo, sono stato legato da profondo affetto, ad un tratto, senza tentennare, ho deciso di andare via prima del tempo massimo.
Il saluto di commiato riservatomi da Picker è stato davvero inverosimile e non può passare inosservato.
Il direttore generale, senza affatto confrontarsi come doveroso con me, non gradendo le mie prese di posizione dinanzi allo sfascio dell'assistenza psichiatrica, prima mi ha tolto lo studio e, poi, senza neanche rendersi conto che mi fossi dimesso, mi ha trasferito a Montesarchio quando ero già in pensione.
Enzo De Luca, attuale governatore della Regione Campania, nel corso dell'ultima campagna elettorale, a cena con me, unitamente ad una sparuta quantità di amici (voi tutti, lo ricorderai, alle primarie sosteneste invece Cozzolino) mi promise che, una volta eletto, avrebbe rinnovato la sanità.
La realtà dimostra che ciò non è avvenuto.
Il comportamento di Picker, esaminato nei particolari, assume, credimi, dei risvolti davvero inquietanti.
In un paese civile, un'inchiesta sarebbe stata doverosa e non perdo ancora definitivamente la speranza che Enzo De Luca mantenga le promesse.
Lo sai quale espediente ha posto in essere per trovare una motivazione per colpirmi?
Ha preso a pretesto una denuncia, una delle tante frequenti oggi in sanità, presentata dai soliti familiari che si ergono a vittime onde tentare, avvocati compiacenti, un probabile risarcimento.
Nello specifico, però, a monte, c'è un episodio di una gravità inaudita che, purtroppo, Picker ignorava non essendo del posto.
Caro Mino, purtroppo, il direttore generale non ha tenuto presente che io, da sannita purosangue, sia ben conoscitore della storia di questa città e topo di biblioteca.
Perdonami la similitudine con il cognome del presidente della Commissione Sanità che ti ha accompagnato nella recente visita.
Infatti, un familiare diretto degli attuali denuncianti, più di trent'anni fa, fu arrestato in quanto, incassando due assegni di cinque milioni ciascuno, favorì, scavalcando ben 360 concorrenti, l'ingresso in Ospedale, quale dattilografa, dell'amante, guarda caso, di un medico proprio del reparto Psichiatrico.
Tre arresti (due tra le mura del carcere all'epoca ubicato al viale degli Atlantici, noto quale San Felice, il terzo a Campobasso) con successiva condanna da parte del Tribunale di Benevento ad 1 anno e 4 mesi (presidente, Cusani; giudici, Romano e Sandomenico; pubblico ministero, Abbate).
A riprova del mio asserito, ti allego la fotocopia di uno dei tanti giornali dell'epoca che riportarono la notizia anche a livello nazionale (Cronaca vera del 15 febbraio 1985).
Caro Mino, potrai renderti conto a quanto Picker sia giunto.
Ha colpito chi come me ha tentato il rinnovamento dando credito a chi barattava i posti a suon di milioni.
E' davvero, converrai con me, una storia allucinante.
La psichiatria, qui da noi, nei decenni, ha avuto luci e molte ombre.
Tante realtà Picker, e tu con lui, le potrai conoscere leggendo il mio prossimo libro, tra breve in edicola.
Ti anticipo, sin d'ora, alcune foto, nel lavoro accluse, del reparto come io, all'epoca, lo trovai e come, oggi, l'ho lasciato.
Osserva quelle poltrone, quei letti, quelle mura, quell'impianto elettrico, quegli armadietti.
Un ghetto da terzo mondo che ha accolto, all'epoca, per anni, i malati indifesi costretti al ricovero.
Tu, Mino, quale rappresentante delle istituzioni locali, dinanzi ad episodi del genere e di tantissimi altri dello stesso tenore, che mi riservo di narrarti a viva voce, hai il dovere morale e politico di venire con me da Picker che, compreso l'errore, sfugge al confronto.
Se ciò non avverrà, io, per difendere la mia dignità, dopo una vita di lavoro onesto, nell'attesa che anche questa volta la magistratura si pronunci, attenderò Picker a via Oderisio invitando ivi i colleghi della stampa. Non è, sia chiaro, una provocazione la mia.
Non ne sarei capace.
Avverto solo la necessità di parlargli prima che vada via dalla nostra città essendo mio coetaneo e, quindi, accingendosi a chiudere, a breve, la sua carriera politica.
Picker ha il dovere di chiedere scusa.
I galantuomini, in determinate circostanze, sanno riconoscere i propri errori. In tutta onestà, però, credo che lui non  sia capace di un gesto del genere.
Infatti, se leggi, attraverso qualsiasi motore di ricerca su internet, i risultati della Commissione parlamentare di inchiesta sugli errori sanitari in Campania (Atti parlamentari della XVI legislatura - 2.7 ), che lo riguardano, comprenderai che tale comportamento sia abituale.
Nella relazione, tra tanto altro, si apprende che: "...dieci anestesisti, in servizio presso il reparto di anestesia dell'Ospedale di Sorrento, sono andati via, a domanda, per un clima di forte contrasto tra sanitari e dirigenza..." e giù di lì. Leggili quegli atti e, se puoi, mostrali anche ad Enzo De Luca.
Mi fermo qui in attesa di un tuo riscontro".

 

 

 

 

                                           

comunicato n.102470



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