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Benevento, 21-04-2017 08:03 ____
I suicidi verificatisi in questi ultimi tempi non appaiono quale semplice e sterile sommatoria, ma e' indicativa di una spiccata solitudine
E quando si arriva ad un numero cosi' elevato, l'uno dopo l'altro, si comprende bene che si sia giunti ad un punto di difficile ritorno. E' necessario uscire dal torpore che ha coinvolto l'intera societa'
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Peppino De Lorenzo (foto) affronta quest'oggi un tema molto delicato, quello dei suicidi che continuano ad essere registrati un po' ovunque, è vero, ma nella nostra terra il loro aumento è a livello esponenziale e De Lorernzo, che ha svolto per decenni la professione di responsabile del reparto di Psichiatria dell'Asl presso il "Rummo", tratta il delicato argomento anche con questa ulteriore competenza professionale.
"Fra le tante problematiche che, quotidianamente, interessano, come in tutto il Paese, anche la nostra comunità, una, più delle altre, ha superato - scrive - il livello di guardia ed invita a riflettere tutti noi.
Intendiamo riferirci al numero sempre maggiore di suicidi.
Solo nell'ultima settimana ne sono stati registrati diversi.
La partecipazione collettiva al dolore in occasione di queste tragedie che, appunto, a ritmo incalzante, stanno interessando anche il nostro territorio e quindi, la solidarietà morale che ne deriva, è un atto spontaneo senza alcun costo.
La stessa, però, è destinata ad esaurirsi in fretta e non produce alcun risultato pratico.
Famiglie che, da un giorno all'altro, si trovano a vivere drammi senza fine.
A queste ultime, senza alcuna distinzione, va tutta la nostra partecipazione dinanzi al loro dolore che è più forte e addirittura maggiore della stessa capacità di soffrire.
Invece di analizzare i casi singoli, come se fossero isolati l'uno dall'altro, convinti che alla base ognuno abbia una motivazione, i suicidi verificatisi in questi ultimi tempi non appaiono quale semplice e sterile sommatoria, ma sono qualcosa che ha una sola individualità, spiccatamente espressione della solitudine che ognuno di noi, chi più chi meno, si porta dentro nell'attuale società e nei tempi difficili in cui oggi si è costretti a vivere.
Una crisi profonda in un vissuto ormai a pezzi.
E quando si arriva ad un numero sì elevato, l'uno dopo l'altro, si comprende bene che si sia giunti ad un punto di difficile ritorno. Il discorso è molto ampio.
E', quindi, necessario uscire dal torpore che ha coinvolto l'intera società ed è opportuno dare, tutti insieme, una risposta alla vita.
Di fatti simili a questi odierni ne accadono da sempre.
La variante, qui, è che il numero cresce e si espande a macchia d'olio.
Alcuno può negare che sia davvero difficile trovare un possibile varco in quell'inestricabile groviglio che è la nostra esistenza.
Un momento difficile l'attuale e, per questo, ci dovremmo, una volta per sempre, impegnare tutti onde migliorare il livello etico delle nostre esistenze.
A livello individuale, a livello pubblico ed a livello politico.
Usare la vita, la nostra vita, così unica e così breve, per aiutarci l'uno con l'altro.
Per abolire la corruzione morale, così pervasiva, dal nostro agire quotidiano. Togliere l'overdose di interessi personali dai nostri comportamenti. Per riuscire a credere che una vita degna di essere vissuta debba avere ideali alti.
Essere generosi, disponibili, pronti a tendere la mano a chiunque.
Se ci limitiamo solo agli episodi di questi giorni, che, poi, ripetono quelli di casi simili, si resta rabbrividiti solo pensando alla sofferenza indicibile che ha interessato le ore precedenti gli eventi.
E' come un velo che, sempre più fitto ed impenetrabile, si pone innanzi non lasciando spazio ad un briciolo di speranza nel futuro.
Noi tutti, è lecito chiedersi, in primis le istituzioni, sempre più sorde a questa voglia suicida tanto diffusa, cosa è stato fatto per aiutare chi aveva bisogno di una mano tesa.
Nulla. Decisamente, nulla.
In tanti anni, in un campo difficile e spinoso quale è quello psichiatrico, ho vissuto in prima persona il dramma di tante famiglie.
Con una difficoltà a riuscire ad evitare la fine tragica di tanti depressi.
Una vita difficile, talvolta non capita a sufficienza.
Nell'apprendere quanto si è verificato in questi giorni, ad un tratto, mi sono fermato ed ho rivisto situazioni dolorosissime.
Molte le ho descritte, nel ricordo, nel mio prossimo libro "Quarant'anni tra le sbarre" che, a breve, comparirà in libreria.
E chi ha mai teso una mano, non solo a me, ma anche ai tanti medici che mi hanno collaborato in decenni?
Nessuno. Anzi, ho dovuto lottare, molte volte non capito, per tentare di squarciare il muro dell'indifferenza verso i sofferenti psichici.
Ed, in ultimo, l'attuale direttore generale dell'Asl, Franklin Picker, seduto dietro la scrivania, è arrivato ad assurdità che attendono risposte.
Se fossimo in un paese civile, con una giustizia funzionale, un'inchiesta sarebbe stata indifferibile.
Allora, non meravigliamoci, ma fermiamoci a riflettere sul motivo per cui, in questa settimana, alcuni hanno imboccato la strada del suicidio.
Vi sono famiglie ormai inermi e completamente impotenti dinanzi alla cronica arroganza delle istituzioni.
Allo stupore di oggi, che ha preso un pò tutti, bisognerebbe anteporre la domanda se una mano sia stata tesa per fare in modo di evitare, oppure almeno limitare, tutto questo.
Purtroppo, nessuna".

comunicato n.101542



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