Benevento, 20-04-2017 11:51 |
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Gian Carlo Caselli e Nando Dalla Chiesa parteciperanno alla presentazione del libro di Luigi Grimaldi su Delcogliano e Iermano
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Redazione |
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Tra pochi giorni saranno 35 gli anni trascorsi dal 27 aprile 1982: quella mattina un commando delle Brigate Rosse uccise a Napoli Raffaele Delcogliano, avvocato beneventano assessore al Lavoro della Regione Campania, e il suo autista e amico Aldo Iermano.
Il loro sacrificio sarà ricordato alla prima edizione della Fiera Tempo di libri a Milano domenica prossima, 23 aprile, alle 10.30 in sala Courier, padiglione 2.
All'incontro, dal titolo "La storia che non si cancella", parteciperanno Gian Carlo Caselli, Nando Dalla Chiesa ed il giornalista beneventano Luigi Grimaldi, autore del libro "Il patto infame", edito da Melampo; ci sarà inoltre una testimonianza di Antonio Delcogliano, fratello di Raffaele.
"Il testo, oltre alla ricostruzione del duplice omicidio, riporta - si legge nella nota inviata alla Stampa - anche il contesto politico, sociale ed economico del Sannio alla fine degli anni Settanta e l'inizio degli Ottanta.
L'agguato in via Marina a Napoli è stato inscritto nello scenario tormentato degli anni di piombo, eppure adesso emergono tracce finora ignorate che conducono ad un patto scellerato che all'epoca legò terroristi, criminalità organizzata e politica locale.
Raffaele Delcogliano, del resto, lavorava per dare speranza ad un Meridione in perenne ricerca di riscatto civile e sociale, denunciava la piaga della disoccupazione e parlava apertamente di responsabilità penali per le centinaia di corsi professionali che, istituiti solo sulla carta, costavano cifre da capogiro allo Stato: dietro l’apparenza di un'attività di formazione partiva un fiume di denaro destinato ad alimentare incrostazioni clientelari, sulle quali allungava le mani la Camorra.
Pagina dopo pagina, l'autore ricostruisce l'ambiente in cui maturò l'attentato e il progressivo isolamento del giovane politico, che un giorno, al termine di un faticoso giro per la Campania, pronunciò una frase che oggi resta agli atti come un oscuro presagio: Sono seduto su una polveriera".
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