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Benevento, 17-03-2017 19:44 ____
A Palazzo Mosti va di scena la fine della mensa scolastica e protagonista della riunione dei Cinque Stelle diventa Pina Peda'
Il consigliere comunale gia' di maggioranza, parla delle vicissitudini legate al servizio. Per Nicola Sguera esso e' stato gestito da dilettanti e che altro non hanno prodotto se non una vera e propria Caporetto
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"Una breve storia triste, un politico navigato e persone inesperte a gestire un settore delicato come la mensa".
Nicola Sguera, consigliere comunale di Benevento, all'attacco della Giunta Mastella nell'Assemblea pubblica sulla vicenda della mensa scolastica ormai sospesa.
A Palazzo Mosti, però, c'è stato anche lo sfogo dell'ex delegata alla Mensa, Pina Pedà: "Sono stata ostacolata ad operare.
Mi dicevano stai zitta questo non è di tua competenza quando mi lamentavo sulle schede merceologiche dei prodotti alimentari che andavano aggiornate".
L'attuale consigliere comunale indipendente ha rimarcato che è stata impossibilitata nell'effettuare i controlli.
Cronistoria dall'avvio della nuova consiliatura, di uno sfascio che parte da molto lontano, almeno tre anni ma che ha vissuto, proprio nelle ultime settimane, un partIcolare non di poco conto con la resa proclamata dal Comune sotto la scure delle basse iscrizioni e del rapporto ormai logoro con Quadrelle.
La mensa è finita.
Questo lo striscione che campeggia sovrano lungo la parete del banco della Giunta comunale.
Marianna Farese, candidato a sindaco alle scorse elezioni comunali, ha sottolineato: "Occorre applicare la legge.
L'ultima gara d'appalto è illegale".
Poi ha aggiunto: "Questa Giunta non ha considerato di inserire, nel piano periferie, circa 18 milioni di euro per il centro di cottura.
Era un bando molto adatto.
I genitori dovrebbero riacquisire fiducia nelle istuzioni e nelle ditte.
Le notizie non sono rassicuranti".
Per Farese sarebbe stato meglio un passo indietro: "Era consigliabile rimettere in funzione le cucine all'interno delle scuole.
In alcuni esse esistono ancora perché non riattarle e farle usufruire per piccoli nuclei di scolaresche?"
Nicola Sguera ha attaccato il politico navigato e quindi Clemente Mastella che, con le persone inesperte come Amina Ingaldi e Vincenzo Castracane (assessore e dirigente al ramo), dovevano risollevare la mensa: "In questi mesi abbiamo assistito a del dilettantismo ed a conseguenze nefaste che non hanno fatto altro che produrre una vera Caporetto del primo cittadino".
Pedà ha subito attaccato: "Il panino che hanno poi usato come escamotage poteva essere utile per un mese forse due, ma non come situazione tampone.
Il bambino ha bisogno sempre di un pasto caldo".
Il consigliere comunale, che come professione è dietista, ha detto: "In questi anni ho sempre rimarcato come un bambino potesse mangiare meglio a scuola o nei college che a casa.
Perché in famiglia non esistono piani alimentari che nella mensa invece dovrebbero esistere.
Con me, i controlli venivano effettuati.
Venivo definita un mostro dalle ditte che si aggiudicavano l'appalto per la meticolosità che mi impuntavo di effettuare".
Pedà ha anche chiarito di essersi recata in Procura perché altri si erano appropriati di documenti relativi a determine e fatture sbagliate presentate in modo errato: "Sono stata disarmata ed ora per sospendere la mensa vengono accusati i genitori di non pagare la retta?
Perché questi controlli non sono stati fatti all'inizio dell'anno scolastico?”
Poi ha aggiunto: "Qualcuno dovrebbe farsi un esame di coscienza ed affermare di aver fallito".

Le foto sono di "Gazzetta di Benevento". Riproduzione vietata.

 

 

 

 

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