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Benevento, 17-03-2017 15:55 ____
Trovare un punto in comune tra la spirtualita' ebraica e quella cristiana per la riscoperta del valore etico ed umano
Guido Bianchini ha presentato il suo volume dal titolo "L'inquietudine dell'Altro. Ebraismo e cristianesimo" nel Salone Leone XIII. Dare all'inquietudine del nostro tempo una valenza positiva e propositiva
di Diego De Lucia
  

"Trovare un punto in comune tra la spirtualità ebraica e quella cristiana per la riscoperta del valore etico ed umano".
Guido Bianchini ha presentato il suo volume dal titolo "L'inquietudine dell'Altro. Ebraismo e cristianesimo" di InSchibboleth Edizioni, Roma 2016 alla presenza di diversi studenti presso il Salone Leone XIII al Palazzo Arcivescovile in piazza Orsini.
L'incontro è stato moderato dalla giornalista Enza Nunziato.
Bianchini, componente della Fondazione Città Spettacolo, alla sua prima fatica letteraria, ha voluto porre l'attenzione sulla possibilità di dare all'inquietudine del nostro tempo una valenza positiva e propositiva attraverso il recupero della dimensione "altra" che innerva la spiritualità ebraica e cristiana sia dal punto di vista etico che teoretico.
Da qui, la necessità d'interrogarsi sulla possibilità di trovare una via d'uscita alla chiusura paradigmatica del logos occidentale, andare oltre l'idea auto-fondativa ed auto-referenziale della ragione che permetta di riscoprire il senso dialogico e relazionale della filosofia come incontro non polemico e non fagocitante con la verità dell’altro, che aspira ad essere esperienza viva e concreta di com-partecipazione delle rispettive "porzioni" di verità e non pretesto di violenza e fanatismo.
La riscoperta di tale alterità come cifra essenziale della spiritualità ebraica e cristiana, funge da possibile punto d'incontro e svolta verso un pensiero della responsabilità per l'altro, antecedente ogni libertà ed oltre ogni reciprocità e serve da sprone per la ri-affermazione del valore etico dell'umano e la costruzione di rapporti autentici che ci facciano sentire non "monadi" isolate in balia degli eventi, ma individui che, proprio  nella consapevolezza di vivere tempi incerti e inquietanti, provino a ri-scoprirsi se non "fratelli", almeno com-partecipi di un comune destino d'erranza".
Una testimonianza di un impegno con cui Bianchini ha dimostrato di essere filoso nel mondo, ha sottolineato Raffaella Iacovelli, dirigente scolastico del Liceo de La Salle di Benevento.
Ottavio Di Grazia, dell'Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, invece, ha spiegato come l'autore abbia voluto effettuare una riflesione costante e continua per la formazione delle due diversità.
Bianchini ha spiegato che il volume voleva interrogare la possibilità di dare all'inquietudine del nostro tempo una valenza positiva e propositiva attraverso il recupero della dimensione "altra" che unisce sia la spiritualità ebraica che quella cristiana.
L'autore ha rimarcato: "Si vogliono riscoprire due radici occidentali, recuperare la via del pensiero ebraico come interesse dell'altro insieme al pensiero paolino".
Bianchini ha voluto sottolineare: "Il pensiero ebraico è da sempre aperto al futuro.
Costituisce la fecondità nel suo pensiero tra una generazione e l'altra".
Poi ha aggiunto: "L'ebraismo non è solo una premessa del crstianesimo, ma bisogna recuperare la specificità dell'identà ebraica e confrontarla con quella cristiana".
Ai giovani presenti ha detto: "Lascio qui uno spunto per essere fautori di rapporti umani diversi.
Voi poi dovete praticarli".
Il sindaco Clemente Mastella ha ammesso: "Mi lascia un po' d'inquetudine.
Questo non è un manuale a scorrimento veloce, bensì tratta argomenti molto intensi".
L'arcivescovo di Benevento, monsignor Felice Accrocca, ha affermato: "Non sono un filosofo, ma l'argomento mi intriga molto".
Sul volume, ha rimarcato come lasci trasparire molta inquetudine, ma non rabbia: "Esiste nella nostra società questo sentimento o se vogliamo menefreghismo.
Ragazzi la filosofia non fa parte di un'altra realtà diversa dalla vostra".
Monsignor Mario Iadanza, vicario episcopale alla Cultura dell'Arcidiocesi di Benevento, ha sottolineato: "Siamo custodi di un grande patrimonio.
La filosofia che incrocia le strade della vita".

Le foto sono di "Gazzetta di Benevento". Riproduzione vietata.

 

 

 

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