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Benevento, 16-03-2017 20:51 ____
Vogliamo aprire una casa d'accoglienza-rifugio per le donne che vogliono uscire dalla tenaglia della criminalita' organizzata
E' il nuovo e forte messaggio lanciato questo pomeriggio dal direttore della Caritas don Nicola De Blasio nell'ambito del Progetto "Giovani ResiliEnti: Giovani per il Sociale"
di Diego De Lucia
  

"Vogliamo aprire una casa d'accoglienza-rifugio per le donne che vogliono uscire dalla tenaglia della criminalità organizzata".
Un nuovo e forte messaggio è stato lanciato, questo pomeriggio, dal direttore della Caritas, don Nicola De Blasio, al Museo del Sannio nell'ambito del Progetto "Giovani ResiliEnti: Giovani per il Sociale" del Dipartimento per la Gioventù della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Si tratta, precisamente, di un messaggio di speranza ed un nuovo segnale alle istituzioni sannite da parte del direttore della Caritas in forte sinergia con il pastore Chiesa Evangelica "Fiumi di Grazia", Roberto Sferruzzo.
L'eco dell'omicidio della giovane Esther è ancora forte così come nella nebbia è l'autore del crimine.
La comunità sannita ha ancora questo peso sulla propria memoria storica e le due comunità religiose vogliono che sia certo che non si dimentichi quel delitto e soprattutto aiutare le donne che vivino ai margini della società.
"Giovani ResiliEnti: Giovani per il Sociale" ha visto coinvolti 91 studenti che frequentano il Liceo Scientifico "Rummo", l'Istituto Industriale "Lucarelli", il Liceo Classico "Giannone" e l'Istituto Alberghiero "Le Streghe".
Il progetto, vinto dalla Cooperativa Sociale "La Solidarietà", in partenariato con la Caritas Diocesana di Benevento, la Cooperativa Sociale "Delfini della Terra" e con l'Associazione "La Cinta" è nato per migliorare la progettualità degli studenti, partendo dal miglioramento delle performance scolastiche e dalla riduzione del drop-out scolastico mediante la "Resilienza": la capacità, cioè, di affrontare eventi stressanti e superarli, riorganizzando positivamente la propria vita e considerando un insuccesso come un'opportunità di apprendimento e di crescita.
Nella prima fase, i ragazzi sono stati impegnati nella compilazione di una batteria costituita da diversi questionari anonimi: questionari carta e matita, di cui una parte dedicata ai dati socio-demografici ed una seconda relativa ad una serie di misure standardizzate.
Si è osservato che la media dei punteggi emersi esprime un'appropriata capacità del campione nel vivere e condividere in modo funzionale le proprie emozioni positive come l’entusiasmo, la soddisfazione e la gioia.
Risultati discreti ed abbastanza soddisfacenti come riportato dalle tre psicologhe Caritas Evelyn Di Mella, Anna Serenelli e Giada De Girolamo.
Una relazione finale dell'analisi dei risultati dei questionari sull'autoefficacia e resilienza somministrati agli studenti.
Di Mella, una delle studiose che ha condotto l'indagine, ha rimarcato: "Nel corso dello sviluppo della persona e, quindi, nella sua fase di crescita sopratutto psicologica socaile ed emotiva, i fattori ambientali si andavano ad interfacciare con lo sviluppo individuale".
Aree deboli ed aree potenzialmente identificate come risorse possono convergere.
Di Mella ha rimarcato come sia rimasta favolmente colpita dall'aspetto sociale dell'indagine con i ragazzi ben inseriti nel contesto scolastico: "Hanno dimostrato che esiste la possibilità di usufruire di nuove opportunità di crescita per mettersi in rapporto con gli altri e in discussione per ottenere nuove conoscenze poi da utilizzare nel contesto scolastico".
Il direttore della Caritas, dal canto suo, ha detto: "Lanciamo ponti alle nuove generazioni per educarle a saper affrontare ed accettare le sconfitte".
Don Ivan Bosco, responsabile dell'Ufficio Diocesano per l'Ecumenismo ed il Dialogo interreligioso, ha sottolineato: "E' un modo per camminare insieme e dialogare che è alla base di tutto.
I disagi non mancano, ma con questo modo di camminare si possono superare le difficoltà".
Il pastore della Chiesa Evangelica, Roberto Sferruzzo, ha sottolineato: "I giovani non sono un problema, ma una risorsa per la società.
Compartecipiamo ad un'attività comune per uscire dall'appiattimento di una società, come la definiscono i filosofi, liquida".

Le foto sono di "Gazzetta di Benevento". Riproduzione vietata.

 

   

comunicato n.100487



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